Palazzo Mastellone alla Carità di Napoli

Parte dell'immobile, tuttavia, sorge nell'area del quartiere spagnolo di Montecalvario, sistemato sull'isolato interamente costruito su due quote, di cui la superiore in via Del Formale, e quello inferiore è aperto alla scenografica facciata del palazzo Trabucco a piazza Carità.
L'edificio nella sua funzione e destinazione primitiva risale alla seconda metà del '500, rilevato alla liberalizzazione sulle censuazioni di suolo da Pietro Paolo Mastellone, che l'acquistò nel 1687 e nel 1729 già console dell'Arte della Seta, dovette disputarsi il territorio sull'immobile confinante con un altro in via delle Chianche, di proprietà di tale Roberto De Rosis avanzatosi in diritto di prelazione. Poi tutto risoltosi quietamente solo nel 1732 all'indomani di un violento terremoto che li costrinse entrambe a ritirarsi dalla lite e riparare ai danni strutturali entro una visione più prospettica e complessiva degli immobili in questione.
Storia breve di palazzo Mastellone a piazza Carità.
Soprattutto per il Mastellone, fu quella l'occasione di completare la proprietà della residenza napoletana appropriandosi anche del piano terra che fino al 1732 ancora non aveva.
- Nei primi anni Trenta del '700, intanto il marchese di Capograsso morto, così era anche conosciuto, Pietro Paolo Mastellone, ceduto la proprietà su piazza Carità al figlio Nicola, i lavori, dai documenti del Fiengo, si evince vennero inquadrati e misurati dal tavolario Giovanni Papa, mentre al Tagliacozzi Canale vennero pagati i favori per l'assistenza dallo stesso prestata al maestro piperniere Antonio Saggese, che già tanto face parlar di sé per i lavori al palazzo detto dello Spagnuolo a Via Vergini e ai palazzi duca di Maddaloni a Spaccanapoli e Pignatelli di Monteleone a piazza del Gesù Nuovo e in diverse parti a Nicola Ghetti per le rifiniture in marmo bianco estrazione carrarese; ricordando la preziosa collaborazione per la sistemazione dei posti sul portone del capomastro Giuseppe Cesario. La scala interna del palazzo, due rampe laterali curve e simmetriche, con una vaga somiglianza alla scala del Palazzo D'Afflitto a via Nilo, venne terminata nel 1735 e l'anno successivo fu completata la pavimentazione in piperno di tutti i gradini. Sicchè la struttura portante del palazzo medesimo risulta misurata ed equilibrata in successione agli spazi coperti intorno al cortile a partire dal vestibolo, inquadrando una perfetta proporzione della scala, disegnata volutamente sull'omissione di uno spazio porticato, affatto diversa al piano terra rispetto ai piani superiori dove invece assume una connotazione più armoniosa coi ballatoi ad arco unico ribassato davanti a tre piccole volte.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Spirito Santo e Materdei / Italo Ferraro. – Napoli : Oikos, [2007]. – CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI – Rioni e quartieri – Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007Categorie delle Guide
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