Villa Bisignano a Barra Napoli
E' la villa Bisignano ad angolo sull'omonima via che attraversa parte del centro storico del quartiere popolare di Barra a Napoli.Già villa Roomer, già villa Marsiconuovo di Pignatelli1, la villa, delizia del territorio vesuviano, è visibile nella mappa del Duca di Noja, oggi inglobata nelle strutture ad edilizia popolare che le sono cresciute intorno, niente affatto simile agli schizzi del vedutismo tardo ottocentesco che la dipinsero, arbustata, vitata con alberi e vite latine e greche.
Di circa 18 moggia, si trova a in un'area anticamente casale regio, profondamente mutato, già a partire dalla trasformazione dell'immobile a residenza dell'augusto re Carlo di Borbone, avviando, in quel di Portici e Resina uno spostamento del baricentro sulle terre abitate dai nobili napoletana.
La Villa Bisignano, in alcuni testi titolata villa Bisignano-Sannicandro è la notevole testimonianza di fabbricazione civile sulla costa del Vesuvio2. Sorta sui resti di una residenza agricola fortificata e acquistata per 9.000 ducati3 da Gaspare Roomer4 già proprietario del Palazzo Sannicandro sul colle del quartiere Stella all'Arena e che l'ha resa in una residenza principesca e nel Settecento dai Sanseverino di Bisignano in una villa di delizia5.
Storia e breve presentazione di Villa Bisignano a Barra.
Nonostante le continue trasformazioni, la villa Bisignano tuttavia mantiene la sua connotazione secentesca del tutto simile alla villa di Ferdinand Vandeneinden, socio in affari del Roomer al Belvedere sulla collina del Vomero6.
Il Roomer cederà la villa nel 1656 al Marchese del Vasto, Francesco Ferrante d'Avalos7.
La grande villa Bisignano presenta una pianta rettangolare che genera un cortile interno quadrilatero, con balaustre fabbricate in piperno, tra le quali bene sono inseriti:
- i vasi di fiori,
- i pilastrini con le armi effigiate,
- uno stemma,
- una testa di sfinge,
- alcune figure caricaturali,
- e dei gobbi simili ai personaggi di Callot8 .
Per queste graziosità si è speso circa 1000 ducati investiti sui maestri pipernieri Matteo Figliolini e Tommaso Picone. Il cortile è circondato ai tre lati da un portico che affaccia sui belvederi, ed oltre i quali, si staglia un panorama tra mare e monte inquadrato da successive quinte di verde. Il piano nobile della villa Bisignano presenta ambienti affrescati da Aniello Falcone ed il ciclo sugli affreschi della Storia di Mosè e del Vecchio Testamento fortunatamente ancora presente, realizzati tra il 1640 e il 1643 con un'ultima mano di restauro approntata nel 19829. Nella sala da parata adibita a galleria d'arte, il Roomer era solito esibire, per tempo mai si sapeva quanto indeterminato, la sua ricca collezione di:
- quadri, gli arazzi di Fiandra e di Firenze,
- i parati di broccato veneziano,
- il mobilio sullo stile di Milano e di Genova di quel secolo,
- oltre a tutta una cineseria di gusto assai moderno per la sua epoca10.
Di particolare interesse nella villa Bisignano il fronte posteriore del cortile.
Ove al piano terra un grande arco a tutto sesto raccolto tra le paraste affiancate da archi a sesto ribassato più piccole, apre alla loggia.
- E' da dato da archi e da paraste sempre da un arco centrale racchiuso tra paraste col proposito di offrire una visuale di pieni e di vuoti che conferiscono al settore una bella qualità. Persino la scala-torre, altro dinamico elemento architettonico, si sviluppa a pianta quadrata e attraversando i tre rampanti, s'inerpica oltre la copertura dell'edificio, spuntando dalla struttura come un vera e propria torre-belvedere. Agli inizi del '700 la Villa verrà poi ceduta per contratto al principe di Marsiconuovo di Pignatelli, e fino alla metà del Settecento come ricordato da Troyli, resta di proprietà Pignatelli fino al 1765. Allorchè la Villa verrà permutata con partite di arredamenti pervenuti dai conti Chiaromonte nelle persone di Pietro Antonio di Sanseverino e di sua moglie Aurora Caracciolo, i quali mancheranno più volte di rispettare le clausole contrattuali sulla permuta dando luogo ad una lunghissima vertenza esitata soltanto il 6 aprile del 1978 sulla base di una perizia effettuata dall'ingegner Papa11.
E proprio da questa perizia che la villa è nuovamente descritta come composta di:
- 15 bassi non del tutto abitabili,
- due stalle,
- il cellaio con atrio coperto dalla volta,
- un porticato che corre tutt'intorno al cortile scoperto12 oltre il quale si accedeva in un giardino definito da quattro riquadri con bordi in cordoni di piperno, delineati da siepi di bosso tutt'attorno ad una fontana sottoposta a livello del pavimento.
- Lo zampillio dell'acqua, ed un parterre di gioco arabesco fornito dalle siepi rendevano incantevole il passaggio dall'area del giardino ad un altro edificio ad esso accosto. La Villa venne resa produttiva col miglioramento delle specie botaniche, dagli alberi di frutta innestati su suolo vesuviano e gli agrumeti curati da Michele Tenore direttore del regio Orto Botanico e nel 1805 finalmente il primo catalogo delle specie che si coltivavano nel giardino di quella Villa, oggi andato tutto quanto distrutto13. In Villa esiste una cappella gentilizia con pitture ritraenti scene bibliche veterotestamentarie probabilmente del Lanfranco. Nel parco poi si trovano dodici statue rappresentanti i dodici mesi dell'anno.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Università degli Studi di Napoli “Federico II “ anno accademico 2006-2007 Attanasio. Dottorato di Ricerca in Storia dell’Architettura e della Città XVIII ciclo Coordinatore: Ch.mo prof. Arch. Francesco Starace.(2) [C. CELANO, Notizie del Bello dell' Antico e del Curioso della città di Napoli ... con aggiunzioni di G.B. Chiarini, ristampa ESI, Napoli, 1974, Vol. VII, p. 2068]
(3) [ A.S.N. Notaio Pietr'Antonio dell' Aversana, sec. XVII, scheda 912, prot. 12, f. 266. Il Roomer acquistò dal dottor Partenio Petagna per d. 9000 una masseria di 18 moggia con un palazzo di più membri superiori ed inferiori, posta a Barra. L'atto é del 3 giugno 1634.] (4) [G.Ceci, Un mercante mecenate del secolo XVII : Gaspare Roomer, in " Nap.Nob. " , n. s. (1920), p. 160 – 164. Si veda anche G. C. Capaccio, Il Forastiero, Napoli, 1634, pp. 863-864. Ed anche: R. Ruotolo, Ricerche sul '600 napoletano: Mercanti-Collezionisti fiamminghi a Napoli. Gaspare Roomer e i Vandeneynden, Massalubrense, 1982,]
(5) [A. Venditti, Le Ville di Barra e di S. Giorgio a Cremano, in AA.VV. Ville Vesuviane del Settecento, Napoli, 1959, p. 56_58 e T. C. La Villa Sanseverino di Bisignano e il casale napoletano della Barra, in " Nap. Nob. " , vol. (1974), p. 121]
(6) [S. Attanasio, La Villa Carafa di Belvedere al Vomero, Napoli, 1985. Con appendice documentaria di Renato Ruotolo.]
(7) [A.S.B.N. Banco dello Spirito Santo, g.m. 420. Partita di 12.000 ducati del 15 febbraio 1656. O anche:A.S.N. Sezione Giustizia, Pandetta Corrente, processo n. 5751, fascio 1016. L'atto redatto in data 17/4/1685 riferisce che i D'Avalos l' alienarono nel 1685 a favore di D. Giuseppe M.a Pignatelli e D. Fabrizio Pignatelli ]
(8) [C. Finora - S. Attanasio, Ville e delizie vesuviane del Settecento, Napoli, 2004, p. 31-32.]
(9) [A. Alabiso, Aniello Falcone's frescoes in the villa of Gaspar Roomer at Barra, in " The Burlington Magazine ", (1989), p. 30-36.] (10) [ B. De Dominici, Vite dei Pittori, Scultori ed Architetti napoletani, Napoli, 1742-1744, p. 72-73. Si veda anche: R. Ruotolo, Ricerche sul '600 napoletano: Mercanti-Collezionisti fiamminghi a Napoli. p. 7-8 e p. 20 n. 13. H. Honour, L'arte della Cineseria, Firenze, 1963. Ed ancora: E. Catello, Cineserie e Turcherie nel '700 napoletano, Napoli, 1992.]
(11) [ A.S.N. Archivio Privato Sanseverino di Bisignano, inc. n. 4, fasc.1. E anche: A.S.N. Sezione Giustizia, Pandetta Corrente, processo n. 5751, fascio 1016. Tale perizia risulta interessante per la conoscenza dello stato della villa all'epoca del passaggio ai Sanseverino.] (12) [La planimetria allegata alla perizia, firmata e datata 6 Aprile 1768 é in passi napoletani, cm. 30 x 40, disegno a penna, eseguita dallo stesso estensore della perizia il tavolario Ing. Gennaro Papa. Riporta la seguente intestazione: " Masseria e Casino con tutti i Censi annessi dell'Ill.e Principe di Marsiconuovo posti nel Casale della Barra" e le proprietà confinanti.]
(13) [ M. Tenore, Catalogo delle piante che si coltivano nel botanico giardino della Villa del Signor Principe di Bisignano alla Barra", Napoli, 1805. Un altra edizione del catalogo fu edita nel 1809, voluta da : Pietro Antonio Sanseverino(20/8/1790 + 20/5/1865), 15° principe di Bisignano, 22° conte di Chiaromonte, 8° principe di Sant'Agata, 4° principe di Luzzi Maggiordomo Maggiore di Ferdinando II di Borbone, sposato il 13/1/1807 con Maria Antonia Serra, figlia di Luigi Serra 4° duca di Cassano e Giulia Carafa Cantelmo Stuart dei principi di Roccella, con patronato nell'omonima Cappella alla chiesa di San Domenico Maggiore a Spaccanapoli]
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