Palazzo Sannicandro a Napoli

E' uno dei palazzi storici di Napoli1, detto "Sannicandro", e non giammai "San Nicandro" e nè tanto meno Cattaneo della Volta.

E' già visibile dal largo di piazza Cavour, oltre che amabilmente ritratto sulla pianta Baratta del 1629 ove è presentato molto dilatato, fatta eccezione per un altro corpo di fabbrica ad esso connesso, ed in più disordinate costruzioni, è comunque visibilmente prospiciente il vico Tagliaferri, oggi via Antonio Villari2 stradina che gli corre alle spalle separandolo dal Palazzo De Liguori

Si apre con facciata su via della Stella, con portale d'ingresso composto di colonne a pesanti rocchi bombati simile al Palazzo Magnacavallo e al Palazzo della Cavallerizza ai piedi della Salita Santa Teresa degli Scalzi.

Edificato sull'impianto urbano ad isole in rappresentanza di un singolare adattamento del tracciato ortogonale detto di Sannicandro sul pendio naturale a rotazione tra i quartieri della Stella e di San Carlo all'Arena.

E' questo il palazzo napoletano unito al Palazzo De Liguoro all'Arena che fornirà la base geometrica e le misure del tracciato compresa una fortissima e reciproca influenza all'area tutt'attorno.

L'ingresso principale del palazzo oggi è posto di fronte al Santuario Santa Maria della Stella3, e l'avvio medesimo dei lavori per arricchire il portale di ingresso fu possibile solo grazie ai fondi privati di Marzio, nuovo duca di Maddaloni, escluso dalle eredità del Palazzo Carafa di Maddaloni a Spaccanapoli, sottrattogli da Gian Battista Carafa alla morte dell'odiatissimo Diomede Carafa.


Storia e breve presentazione del palazzo Sannicandro.

Nonostante non vi siano documenti accertanti la vita dello stabile, è verosimile sia esso il risultato finale del gusto personale di Roomer.

  • Costui, dopo averlo acquistato, lo ha ampliato e vi installò il porticato multiplo in successione ed in quota col cortile primitivo della fabbrica, fino ad estendere la costruzione originaria al vico Tagliaferri alle sue spalle. Roomer alla sua morte sopravvenuta nel 1674 ha lasciato il palazzo in eredità alle monache di Santa Maria Maddalena del SS Sacramento e dalle quali, nel 1684 venduto al Caracciolo duca di Airola; sicché quindi durante i primi dieci anni del '700 lo ha a sua volta ceduto definitivamente al principe di San Nicandro, Domenico Cattaneo. Il quale lo ha primariamente pensato come un unico corpo di fabbrica da dividere in più appartamenti da destinare a domicilio privato: cosa accaduta realmente a partire dal 1821. Il Palazzo si distingue per le forme d'architettura cinquecentesche che ben resistono agli avventi del Seicento e del Barocco del Settecento che ha investito non poco le strutture portanti del Palazzo dello Spagnuolo a Via Vergini; il portale del vestibolo in piperno grigio vesuviano, che ancora conserva in parte affreschi nella volte a botte, la scala a destra potrebbe esser sicuramente originaria alla costruzione del palazzo. E' vero infatti che i due archi laterali che ne serrano al centro la veduta rettangolare ricordano ampiamente il risultato finale ottenuto per il Palazzo Mormando nell'area di San Biagio dei Librai in prossimità del complesso monastico di San Gregorio Armeno. Nel grande peristilio ampliato dalle tre arcate con sei pilastri, tre a destra e tre a sinistra, larghe altrettanto quanto lo stesso cortile formano un dispositivo scenico possente che lascia pensare all'obiettivo di un'esagerata spesa di spazio tipica delle costruzioni del Seicento. Il Palazzo alla sinistra di chi sale ad angolo è occupato dal Palazzo Targiani, significativo nella rappresentanza del sacro nel civile per esser stato nei secoli una sede canonica con un robusto portale ad arco tondo e bugne piatte; esso anticipa di pochissimo la scalinata di Sannicandro al termine della quale ancor oggi resta in piedi la Cappella di San Marco dei Tessitori, un tempo sede della Congrega dell'Arte dei Tessitori della Tela affidati alla pia devozione a Sant'Antonio da Padova; distrutta poi ricostruita nel 1794 col titolo di San Marco di Palazzo poi dei Tessitori. Lasciata ai privati oggi la cappella è diventata un'autorimessa.


Nota aggiunta da alcune ricerche condotte da Bitti Cattaneo della Volta.  

Da alcune ricerche effettuate presso gli archivi storici di Napoli, del Banco di Napoli e militare, su palazzo Cattaneo Della Volta di San Nicandro.

  • Si evince che Domenico Cattaneo non è stato il proprietario del palazzo, sicuramente nel 1717 vi abita come risulta dal processetto matrimoniale dell'archivio diocesano. Il palazzo è stato acquistato da Carlo Caracciolo di Airola nel 1684, nel 1686 Carlo Caracciolo ha sposato Eugenia Cattaneo Della Volta. Carlo Caracciolo muore nel 1709, lasciando vedova e senza figli Eugenia, sorella di Baldassarre Cattaneo II principe di San Nicandro. Erede di Carlo è la sorella Antonia Caracciolo sposata con Giliambattista di Capua principe della Riccia, e madre di Bartolomeo. Antonia,che deve anche restituire ad Eugenia la dote, nomina suo erede il figlio Bartolomeo,che sposa Anna, figlia di Baldassarre. Bartolomeo muore nel 1715, lasciando vedova Anna con tre figli. Anna viveva nel palazzo di Capua oggi palazzo Marigliano, ma Eugenia abitava dal 1686 nel palazzo ed è probabile che dopo il matrimonio di Anna, nel 1712 Baldasarre con il figlio Domenico si sia trasferito alla Stella. È Baldassarre che ristruttura il palazzo dal 1724 al 1730, Domenico lo ristrutturera' una trentina di anni dopo e suo figlio Francesco alla fine del XVIII secolo.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Stella, Vergini, Sanità / Italo Ferraro. – Napoli : Oikos, [2007]. – CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI – Rioni e quartieri – Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007
(2) [A questo vicoletto son state installate le diverse fabbriche che ad ogni modo anche se in apparenza sembrerebbero separate appartengono tuttavia al medesimo Palazzo: l'edifico al numero 27 di questo vicolo ne è una parte con portale e scale certamente riferibili a successive fasi di rinnovamento databili fine Settecento: in ASN Catasto Provvisorio, 1° inventario del Quartiere Stella, vol. 315, stato di sezione a. 1814, isola 2 detta Sannicandro artt. Da 29 a 31; ed anche l'edificio al numero 32]
(3) [L. De Ville-surYllon Il Palazzo dei duchi di Maddaloni alla Stella, in “Napoli Nobilissima”, vol. XIII, Napoli 1904, pag. 45.] è stato acquistato nel 1587[La data di fondazione del Palazzo Sannicandro è data presunta dal Ceva Grimaldi in Memorie storiche della città di Napoli, Napoli, 1857 alla pag. 357]