Cimitero Fontanelle Napoli

Si tratta di uno speco naturale1, una delle tante cave della città aperta nella direzione ad occidente della chiesa del Monacone al Rione Sanità di Napoli.

Ha l'ingresso scenico realizzato nel 1930 in una rientranza sulla strada per le cave nel distretto urbano detto delle Fontanelle in corrispondenza di via Mazzella, che scende dall'alto rione Materdei, e nonostante non vi siano mai stati registrati rinvenimenti archeologici di uso cimiteriale rappresenta tuttavia il massimo rapporto che la gente di Napoli ha con l'architettura della morte.


E' di competenza della municipalità Stella San Carlo all'Arena, con un modestissimo sviluppo ottocentesco quasi scomparso per il sopraggiungere degli edifici di costruzione moderna, rivisitata nella forma complessiva della valle che ne occupa il fondo dalle pendici dello Scudillo, e in alcuni casi anche scritto Scurillo, fino alle falde dell'accosta collina del Vomero e quella di Capodimonte al di sotto del tracciato del Parco Regionale delle Colline di Napoli.

E' detto Cimitero delle Fontanelle a partire dalla dismissione della Cava, che, sulla Carta Schiavoni del 1880, risulta col nome di Cava Fontanelle, un antro nascosto alla luce solare e profondo per gli scavi operati dai costruttori di edifici in tufo.
 

Storia e breve descrizione del cimitero della Fontanelle a Napoli.

E' storicamente più nota per aver dato sepoltura agli appestati del 1656 e le vittime della carestia del 17642, oltre alla notizia infondata di sepolture dei cittadini napoletani uccisi durante l'occupazione nazista.

  • Il sito è chiaramente individuato sia nella veduta Lafréry del 1566 sia nella veduta Baratta del 1629 tra due imponenti solchi scavati da remotissime colate d'acqua pluviale, nota anche come la ”Lava delle Vergini”, l'unico in tutto il tracciato della città antica che ha mantenuto intatto il carattere formale della sua origine naturale, ovvero principale vallone di erosione della conca di Neapolis, con solchi di erosione molto sviluppati nei lati e sul fondo e per pochi tratti appaiono affioramenti di tufo giallo antichissimo3.

Il Cimitero in quanto tale è stato riordinato nel 1872 dal canonico Gaetano Barbati.

Come dell'edifico battesimale di San Giovanni in Fonte sotto Santa Restituta al Duomo di Napoli, dalle fonti ecclesiastiche ritenute certi di fondazione paleocristiana, la presenza sul posto della chiesa di Santa Maria della Vita e di una cappella sacra a San Vito entrambe della stessa epoca, lasciano pensare che le Cava sia d'origine molto vicina alla fondazione della stessa città di Napoli.

  • Il primo tratto della via del Monastero di Santa Maria della Vita, fino alla traversa del vico Santa Maria della Catena, cingeva nel XVII secolo la Masseria della dinastia Ramirez, il capostipite della quale diede in censo al Monastero della Sanità l'area più prossima alla Cava che in fondo alla via aveva ospitato i morti del colera e della fame, divenuto ufficialmente poi il cimitero delle Fontanelle solo nel 1836. Nella Carta Carafa è possibile osservare che la strada detta delle Fontanelle sul punto della cava che porta il nome medesimo, si biforca avviandosi per il verso sinistro alla Villa De Vivo, mentre l'altra che appare nella toponomastica di fine Settecento come la Via di Mezzo prenderà poi nome di Via del Serbatoio derivante dal Collettore dello Scudillo, attivato dalle aziende che operano sulla gestione delle risorse idriche del tratto napoletano del fiume Serino. Nel novembre del 1866 il Consiglio comunale inserisce tra i lavori urgenti da esplicarsi sul tratto interessato l'inalveamento della Lava delle Vergini e nel 1868, l'Amministrazione del Comune approva con decreto il progetto disegnato dallo Schisani e da Siniscalchi, presentato innanzi alla giunta del Comune dall' ingegner Tessitore e dal Gruppo Giura-Saponieri; sottoposto alla Commissione sulle opere pubbliche nominata con delibera del 1866 solo nel 1870 inizia l'opera di bonifica degli ettari di spazio aperto attorno alla Cava delle Fontanelle e nel piazzale antistante all'ingresso della medesima Cava verrà realizzata l'apertura fuori terra per l'ispezione al condotto. Da allora, mantiene la forma singolare realizzata con massicci conci di piperno grigio vesuviano, con arco acuto e torrette laterali su cui è sorta edilizia detta spontanea. Il Cimitero delle Fontanelle come tale non esiste; nella cava detta delle Fontanelle dentro alla quale è di fatto immaginato un Cimitero non vi sono importanti tracce di un passato religioso se non un ammasso di teschi esibiti come reliquiari; non vi sono mai stati registrati rinvenimenti archeologici di uso cimiteriale né prima né dopo l'uso che se ne è fatto realmente, eppure esso rappresenta il massimo rapporto che la gente di Napoli ha con i resti fisici e materiali di ciò che è la forma e l'architettura della morte: le ossa umane.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Stella, Vergini, Sanità / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2007]. - CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri - Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007
(2) [F. Caso , in “Napoli Sacra. Guida alle chiese di Napoli” 14° itinerario, Napoli 1996]
(3) [Antonio Scherillo Suolo e sottosuolo, in “Storia di Napoli”, in AA.VV, vol. I Cava dei Tirreni 1967, pag. 36; vedasi anche: L. Di Vivo L'estrema propaggine occidentale del Borgo e la tradizione cimiteriale delle Fontanelle, in “Il Borgo delle vergini”, a cura di Buccaro per Napoli 1991].