Biblioteca Oratoriana dei Girolamini di Napoli

E' la biblioteca dei Padri Girolamini di Napoli1, annessa alla collezione antiquaria napoletana per un'estensione complessiva di 1496 mq, contemplata nell'organico progetto importato dai Filippini Ancina, Borla, Talpa e Tarugi, giunti a Napoli dalla chiesa di San Girolamo della Carità di Roma sulla formazione di una biblioteca pubblica ottenuta come tale solo nel 1617 e che potesse dar luogo ad una vita letteraria e scientifica2 ai membri della Società di Vita Apostolica chiamati ad appartenervici.


Destinati a locupletare la biblioteca oratoriana, i testi suggellano definitivamente il valido contributo apportato alla collezione da Giambattista Vico, assieme alla Collezione Valletta3.

Infine, i testi acquistati liberamente dagli stessi Filippini non affatto legati dal vincolo di povertà, sono in assonanza ai principi regolatori ed ispiratori dell'Ordinamento proprio dei Filippini, i quali restano di fatto lontani dall'arido sistema dettato dal controriformismo e piuttosto sensibili invece ad uno spirito più vicino ai laici in tema di creatività dottrinale.
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Descrizione massima della Biblioteca Oratoriana dei Girolamini di Napoli.

Costituito da 94 incunaboli, 5000 cinquecentine, e da 130.000 volumi stampati compresi gli opuscoli sciolti, con parte preponderante del '600 e '700.

All'Oratoriana appartengono:

  • 514 manoscritti,
  • 635 pergamene sciolte,
  • 720 volumi musicali manoscritti,
  • 137 volumi musicali stampati

e dal 1978 la Biblioteca si è arricchita di altri 2000 volumi acquistati da fondi privati. da Organizzata pienamente in otto sale numerate dalle lettere che vanno dalla A alla G (le Sale A, B, e C e la sala Bellucci al secondo piano dell'edificio, le sale D, E, ed F al primo piano).

Fatta eccezione per la sala A dedicata al filosofo napoletano Giovan Battista Vico, le altre sale seguenti l'ordine decrescente delle lettere, compiono:

  • la Sala B già sala di Ricreazione dei Padri Girolamini è stata allestita come biblioteca agli inizi del '900 e dotata di scaffalature intorno agli anni '50 di quello stesso secolo, costituendo quella che è la sala di consultazione e di lettura nella quale son presenti anche gli schedari metallici.
  • Nella sala C trovano alloggio secondario 940 volumi in miscellanea appartenenti al Fondo Gervasiano, Trojano e Valieri ed accosta a questa stessa sala un piccolo ambiente protegge con cassaforte alcuni incunaboli e manoscritti ritenuti preziosissimi per rarità.
  • I testi della Giurisprudenza vengono collocati nella sala D già refettorio della Congregazione fino al 1942. Si presenta spaziosa con scaffalatura in legno ed un fondo detto Ferrigni per lo più dato da testi settecenteschi di storia ecclesiastica.
  • La sala E detta anche Sale delle Colonne, un tempo la cucina della Congregazione anch'essa come tale fino al 1942; si presenta con scaffalatura in legno che accoglie parte del materiale librario moderno, a carattere monografico e parte del fondo Borrelli-Spada.
  • Nella sala F suddivisa in altri cinque ambienti (Fa, Fb, Fc, Fd, Fe) sono raccolti numerosissimi opuscoli di fine '800 e di inizio '900 per la letterature, saggistica, narrativa di lingua inglese risalente agli acquisti del Bellucci del 1954-1955.
  • Le enciclopedie e le miscellanee moderne si trovano nella sala G al piano terra.
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Per quanto riguarda i manoscritti, vista l'impossibilità di attuare il prontuario datato 1980 del padre Giovanni Ferrara, al momento i cataloghi rispettano ancora l'inventario dato dal Mandarini alla fine dell'800.

Esistono cataloghi aggiornati secondo il sistema dizionario del 1975 e 1976 con altre schede successive a quegli anni che rispettano il formato europeo di cm. 12,5 x 7,5.
In questa biblioteca si conservano le annate: XVI, XVII, XVIII della primaria parigina Arciconfraternita del SS ed Immacolata Cuore di Maria per la conversione dei Peccatori , eretta alla Chiesa di San Domenico Soriano a piazza Dante, amplificazione delle tesi di teologia discusse dai francesi in fatto di Biblioteca Mariana con articoli storico-dogmatici, archeologici, parenetici, liturgici, polemici e predicabili.

Alla collezione Valletta per effetto delle Leggi sull'incameramento dei beni ecclesiastici, la Biblioteca, gestita dai Filippini, divenne governativa alla soppressione degli Ordini religiosi sottoposta alla stessa sorte legislativa caduta sulle eccellenze librarie del Territorio liberato4.

Sul posseduto alla fine si conteranno le collaborazioni preziose di Girolamo Basilicapetri, Mandello Orsini, Giacomo Antonio del Monaco, Scipione di Cristofaro, Annibale Marchese, Francesco Colangelo, Tommaso Valperga di Caluso, Luigi Tilesio, ai padri Coppola e Terralavoro, i quali, va aggiunto, che tra il 1727 ed il 1751 spesero per l'acquisto librario 1112 ducati napoletani girati in favore dei librai Giulio Piccolo, Stefano Monlievier, e Francesco Altobello e non ultimo Gennaro Ferrigni.

Il quale apre la lunga serie delle collezione di vario materiale oltre a quello librario che andò ad aggiungersi nel corso dei secoli dalla sua istituzione.

Non passi inosservata:

  • la Collezione sui Vasi Greci illustrata coi disegni di Millingen5;
  • segue la Notizia dei Vasi dipinti rinvenuti a Cuma nel 1856 illustrato dal Fiorelli6;
  • Le Prime Quattro edizioni della Divina Commedia ristampate per cura di Warren Lord Vernon7;
  • con riguardo particolare per l'Inferno di Dante disposto in ordine grammaticale dall' autore anzidetto, dal catalogo Baracchi;
  • segue l'Istoria Diplomatica di Federico II pubblicata nel 1858 dal Duca di Luynes8;
  • tutte quante le Opere del Borghesi, fatte stampare a Parigi da Napoleone III in persona9;
  • la bellissima edizione col titoli di *Dantes Spuren in Italien, wanderungen und untersuchungen von Alfred Bassermann10 alla quale viene allegata la carta d'Italia e 67 tavole figurate.
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La Sala Grande dell'Oratorio detta Sala Giambattista Vico.

Per disposizione sul riordino sul Fondo Valletta, nel 1726, il Fondo Filippini venne approntato nella Sala Grande dell'Oratorio detta anche la Sala Vico, un tempo accessibile dalla porta originaria in noce a due bande, ancora spiegabili dall'interno, ciascuna divisa da triplice incasso a margini modanati e quello di mezzo con decorazioni a straforo. Impossibile significare l'autore dell'allegoria dipinta sul magnifico soffitto, mentre è certo attribuire al Malerba e allo Schisani il progetto del pavimento maiolicato poi eseguiti da Giuseppe Barberio e Domenico Attanasio.

La scaffalatura, dal Bellucci che ne studiò le polizze dei pagamenti, è ritenuto con sufficiente credibilità che fosse stata disegnata da Arcangelo Guglielmelli per il suo ordine inferiore e da Muzio Nauclerio per quanto riguarda quello superiore.
Esso accoglie materiale librario diviso per formato e per materia ricoprendo le alte pareti del salone rettangolare, scostata dalla parete nell'ordine inferiore delle doghe per spaziare un breve ma sufficiente passaggio alla tribuna con balaustra del secondo ordine superiore, al quale è possibile accedere attraverso scalette interne; scaffalatura dell'ordine inferiore inframmezzata da lesene con basi e piedistalli quello superiore diviso da pilastri nonché poggiato ugualmente all'inferiore a ridosso delle pareti.

Gli stessi volumi son suddivisi in vari pacchetti o caselle a seconda del formato e via a via per varia dimensione occupano scansie dette strategiche.
Di fatto le scansie del primo ordine contano 27 caselle, 19 quelle del secondo ordine.
Al di là di ogni ragionevole chiarezza sulle informazioni fin qui trattate, prevale tuttavia la suggestione dei testi sopravvissuti:

  • la Biblia Sacra et Bibliorum Interpretes,
  • i Concionatores,
  • gli Ascetici,
  • Historici Sacri,
  • Historici Porphani,
  • Geographi et Chronologi,
  • i Poetae,
  • gli Oratores e gli Oratores Miscellanei;
  • gli Antiquarij,
  • i Grammatici et Lexicographi,
  • i Mathematici,
  • Philosophi et Medici,
  • Jus Civile et Poltici,
  • Jus Canonicum et Concilia,
  • i Theologi Morales,
  • gli Scholastici,
  • i Theologi Dogmatici,
  • i Sancti Patres.

I testi del primitivo fondo Filippino eran stati riportati durante il corso del '600 napoletano su tre diversi cataloghi, compilati da Basilicapetri nell'Index Librorum Bibliothecae Congregationis Oratorii Neapoli erectae Extractus poi tradotto con foglio a margine nella Descrittione De Libri Della Libreria Comune dell'Oratorio di Napoli.

Ma dopo l'ultimo accesso prontuario al Fondo Librario del 1736 ne venne fuori la compilazione di un nuovo catalogo, ordinato alfabeticamente per nomi degli autori, in due volumi corrispondenti l'uno a 699 pagine incluse l'ordine delle lettere A ed L e l'altro di 622 pagine numerate dalla M alla Z; legatura curata da Francesco Altobello ed il copista materiale fu Giovan Paolo Gasparini, accosto a lui un anonimo attese all'indice dei testi in lingua inglese.
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Spazio note

(1) Estratto liberamente da: La *Biblioteca oratoriana di Napoli, detta dei Girolamini / Marco Santoro. - Napoli : Societa editrice napoletana, 1979. - 54 p. ; 21 cm. Vedasi anche: Chiose filippine : Ms. CF 2 16 della Bibl. oratoriana dei Girolamini di Napoli / a cura di Andrea Mazzucchi>> 24: Chiose filippine 2. - Roma : Salerno, [2002]. - P. 601-1356 ; 25 cm. Fa parte di 24: Chiose filippine : Ms. CF 2 16 della Bibl. oratoriana dei Girolamini di Napoli , 2 BNI 814920
(2) I *codici manoscritti della Biblioteca Oratoriana di Napoli / illustrati da Enrico Mandarini dell'Oratorio. - Napoli ; Roma : Festa, 1897. - XIX, 401 p., [1] c. di tav. : facs. ; 40 cm. ((Sul front.: "Opera premiata dalla R. Accademia di archeologia, lettere e belle arti di Napoli". Autore secondario Mandarini, Enrico Soggettario Firenze MANOSCRITTI - Napoli - Biblioteca dei Girolamini.
(3) [Melchionda La cultura inglese nei libri seicenteschi della Biblioteca Oratoriana dei Girolamini di Napoli, in “English Miscellany. A Simposium of History literature and the arts”, n° 21 in Roma, Edizioni di Storia e Letterautra p.268]
(4) [Compreso le biblioteche dell'Abbazia di Casamari a Veroli in Frosinone, l'Abbazia Benedettina di Cava de'Tirreni a Salerno, l'Abbazia di Farfa e Fara-Sabina di Rieti nel Lazio, della Badia Greca di Santa Maria in Grottaferrata oggi l'Istituto che ha collaborato ampiamente al mantenimento del Fondo Archivistico dell'Annunziata di Napoli; ed ancora: le Abbazie di Montecassino, Montevergine di Mercogliano nell'avellinese, di Santa Giustina e di Praglia a Bresseo entrambe a Padova, la Benedettina di Santa Scolastica a Subiaco, la cistercense di Trisulti a Collepardo nel frosinate]
(5) [a Roma, de Romanis un solo volume in fol. gr. 1813]
(6) [un solo volume in fol. 1856]
(7) [a Londra C. Whittingham, 1858, un solo volume in fol.1858]
(8) [a Parigi, Plon. Vol. 12 in 4° 18559-1860]
(9) [presso la tipografia imperiale, tomi 6 in 4° 1862-1868 incomplete]
(10) [ *Dantes Spuren in Italien / wanderungen und untersuchungen von Alfred Bassermann. - Heidelberg : Carl Winterʼu Universitätsbuchhandlung, 1897. - VII, 303 p., 67 c. di tav. : ill. ; 36 cm. Autore Bassermann, Alfred Luogo pubblicazione Heidelberg Editori Carl Winterʼu Universitätsbuchhandlung Anno pubblicazione 1897]