San Carlo di Napoli: la torre scenica

La struttura di copertura del palcoscenico, realizzata nel 1927, si presentava fino a tutto il 2002 con quattro capriate ad arco e spinta eliminata. La vecchia struttura venne sostituita da 4 capriate in legno d’abete rosso lamellare.
557 tonnellate complessive e rispettive di 87 tonnellate per ognuna al netto delle travi longitudinali.
Le capriate erano collegate ad una catena inferiore rialzata, sulla quale tra l’altro scaricavano altre travi longitudinali ed un ordito di travetti in legno attraverso i quali trovavano passaggio tiri scenici.
Le capriate erano collegate anche ad una catena intermedia. E sia quest’ultima che la catena inferiore, tutte e due, al loro volta si presentavano collegate a tiranti verticali.
Le capriate erano tutte in cemento armato di oltre 30 metri di luce ad interasse di oltre 5 metri. Nel 2003 le capriate vennero placcate in acciaio in corrispondenza dei nodi sottoposti a maggior sollecitudine e lamine in fibra di carbonio vennero aggiunte lungo gli elementi ad arco ed ai tiranti.
Nel 2011 tutto il sistema del tetto a capriate della torre scenica venne demolito durante la fase di massiccio intervento di restauro in occasione del 150° dell’Unità d’Italia che coinvolse tutto quanto il complesso teatrale. La struttura nuova, controventata da tiranti e puntoni è incollata con puntoni ad intradosso poggianti tutti su un cordolo in cemento armato; la copertura è ancorata al cordolo da forcelle in metallo, bullonato a dime e tirafondi annegati nel calcestruzzo in fase di getto. L’orditura secondaria è costituita da arcarecci posti ad un metro di interasse tra loro.
Il Graticciato.
Il cosiddetto graticciato, alla rassegna del lavori datati 2011 si presentò profondamente mutato.
- Perse ogni carattere originario all’indomani della caduta delle tecniche antiche di scenografia e soprattutto in seguito alla dismissione delle macchine primitive all’uso di tali pratiche sceniche. Nel frattempo s’era anche persa la maestria professionale necessaria al buon funzionamento degli apparati, ed, in termini economici, anche la drastica riduzione del personale addetto ormai non più compatibile con le risorse disponibili. Fu proprio nel 2011 rinnovato. I sistemi di contrappeso manuale, vennero tutti quanti sostituiti con profili in metallo posti al lavoro con 150mm di passo. La sostanza dei portanti è in lamiera taglio laser presso piegata, sulle quali son state installate le pulegge di manovra dei tiri occasionali. I tiri previsti sono 49, tutti elettrici, multipli per oltre 1.000 chili di tesa-traino, per una velocità massima di un metro al secondo, dotati di sei punti di sospensione ed argani provvisti di tamburo scanalato. Al graticciato son stati previsti 17 tiri scenici puntuali: 12 per sollevamento carichi da 250 chili ciascuno e altri due per carichi di 500 chili per un velocità variabile che non supera il mezzo metro al secondo. 9 bilance luci da 650 chilogrammi, 8 bilance luci laterali da 650 chili. Il comando ed il controllo degli argani, in modalità singola o sincronizzata, ha sede su di una centrale remota posta nel ballatoio macchinisti.
Il Palcoscenico.
Il Palcoscenico del teatro San Carlo di Napoli fu ammesso al progetto di Ferdinando Bibiena del 1738.
- Come elemento architettonico appartenente alla meccanica inferiore, sul quale, è prevista un’area di 15 metri per 14 in grado di ottenere una variazione di quota elettromeccanica del piano di inclinazione. Cinque diversi ponti, posti in opera parallelamente al proscenio, attraverso guide e pattini solidali nel sottopalco, sono capaci di produrre movimento variabile della porzione del palcoscenico in verticale, la cui escursione massima in altezza è data fino anche oltre i due metri. Attraverso l’uso più proprio dei ponti è possibile inclinare il piano di camminamento anche del 10 per cento. Al palcoscenico si affiancano due piattaforme di compensazione a destra e a sinistra; si tratta di due aree mobili a scenografia carrellata e movimentazione in verticale ottenuta per mezzo di marinetti a vite trapezoidale, assicurati da guide a pantografo. L’accesso delle scenografie al piano del palcoscenico ed il loro stoccaggio è eseguito per mezzo dell’uso elettromeccanico di due argani ad avvolgimento di fune, capaci di sollevare in movimento la piattaforma a carico sia vuoto che piena fino a 4.000 chili e fino a 13.000 chilogrammi di carico in portata statica. La corsa totale delle piattaforme è di quasi 17 metri d’altezza, senza contare il primo e secondo sottopalco ed il livello della falegnameria.
Il sipario di Giuseppe Mancinelli.
Il sipario del palcoscenico del San Carlo di Napoli, assieme alla tela di Giuseppe Cammarano sul soffitto, appartiene al complesso decorativo della sala teatrale.
- Si tratta di un gigantesco dipinto foderato in tela di lino, fatto planare grazie all’suo di uno stangone cucito in un sacca sull’orlo inferiore. E’ larga 17 metri ed alta 12, sulla quale è stata dipinta nel 1854 dall’artista di corte, Giuseppe Mancinelli, Il Parnaso, una sorta di olimpo dei grandi personaggi illustri della storia. E' stato restaurato una prima volta nel 1987 dopo cento anni di attività ed una seconda volta ed ultima volta nel 2011. Da quella data la tela del sipario è stata messa in tensione da un telaio interno cucito tutt’uno con la nuova fodera che ne riveste l’esterno ed ancora una tensione anti drappeggio è prodotta dai trefoli d’acciaio spessi 5 millimetri. Un irrilevante aumento di peso dello stangone ha corretto la rigidità della tela; coppie di piastre in acciaio inox di 2 centimetri correggono a loro volta le deformazioni della tela in rapporto con i montanti verticali. Il grado di umidità variabile ipotizza un cambio di dimensioni del dipinto nella misura di 5 o 6 centimetri ed una risposta del sistema elastico che ne segue i mutamenti risulta talvolta assai ridotta, con la conseguente verifica di ondulazioni più che visibili oltre che impossibile da compensare.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Maurizio Lorenzoni e Antonio Rava, con Francesco Esposito e Claudio Falcucci. Teatro di San Carlo. Memoria e Innovazione Napoli ArtE'M 2010 BNN SEZ NAPVI A 353 pagg 102-109. Stratex, azienda specializzata nella realizzazione di strutture in legno lamellare, ha contribuito alla ristrutturazione dello storico teatro San Carlo di Napoli, inaugurato lo scorso 27 gennaio alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Leggi l'articolo sul Corriere del Mezzogiorno.Categorie delle Guide
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