Grotta di Matermania a Capri

E' la Grotta di Matermania o anche detta Matromania1 uno dei due grandiosi e lussuosi Ninfei imperiali, dell'isola di Capri.

E' estratto dall'orrido e malagevole speco, originariamente trapuntato di gingilli giunti dal mondo marino, assieme agli elementi di formazione stalattitiche più propri dell'ambiente interno. Fu utilizzata per le polle d'acqua sorgiva oltre che servita alla monumentale sistemazione dell'isola di Capri, scelta a dimora di un imperatore2.

La Grotta è aperta tra le ascose bellezze di formazione archeologica, a mezza costa tra l'”Arco naturale” ed il mare lungo un canalone che a valle che ne convoglia rovine e pietrame, su terreno roccioso, accidentato, frugato e rifrugato per ogni dove dall'insana mania dei ricercatori di anticaglie su uno dei più reconditi e pittoreschi luoghi dell'isola.

Avvolta dal grandioso scenario delle rupi calcaree denudate che cadono a strapiombo sulle acque marine, a fior d'acqua, la grotta si trova tra:

  • i recessi della “Grotta dei Polpi” e la ”Grotta Bianca”, 
  • sul versante sud-orientale tra la Punta del Monaco e la Punta Massullo formatasi in un' area interessata dalla presenza sul posto di ritrovamenti imprecisati ma fortemente significativi della prima età dell'Impero.

Venne scoperta ed intuita come elemento di fortissima attrazione turistica durante il periodo d'oro di vagabondaggio spirituale e letterario imperniato sulla leggenda di Tiberio, all'indomani di quegli anni in cui per le corti europee giravano curiose lettere che rendicontavano certi scavi e rinvenimenti sull'Isola registrati a nome dell'austriaco Hadrawa, segretario dell'Ambasciata alla Corte di Napoli, il quale, dopo aver messo a soqquadro tra il 1786 ed il 1804 i ruderi delle più importanti ville imperiali dell'Isola di Capri, trafugò molto del materiale giacente nella Grotta a vantaggioso mercato con la Reggia ed il Museo Borbonico3.

Descrizione breve della Grotta di Matermania.

Si presenta come un varco nel viscere del monte, sommerso per il suo 90% di volume, irradiato di luce naturale solo per breve arco d'orizzonte.

  • Tra lembo e lembo dei costoni che ne fiancheggiano l'ingresso, oltre il quale, non potendo l'occhio spaziare di più, son ben visibili Capo Atheneo col Capo d'Orso della Costa d'Amalfi; approfondita invece dalle ombre nella cavità del burrone nel quale si trova il suo antro, di forma irregolare, compattato da banchi di calcare e da un conglomerato di pietre e ciottoli, dai Romani regolarizzato da grandiose opere oggi sottoposte a lento logorìo, per questo e per altro, quasi invisibile dalla baia caprese. Alla grotta si accede per l'impervia costruzione in roccia naturale, sistemata a mo' di scalinata arrancata sul costone, volutamente perforata di molti cavi, o altrimenti raggiungibile dall'opposta Punta di Tragara seguendo il sentiero rupestre alle falde del Monte Tuoro per un versante dell'Isola che si presenta spoglio con pochi cespugli di Mirti e Lentischi e qua e là un folto di Pini Marittimi. Essa è cavità destinata allo stillicidio delle acque che colano da più parti nelle naturalissime feritoie delle pareti, per quanto il disboscamento, lo scoscendimento interno al monte e a qualche sua frattura limita lo stillicidio alla sola stagione invernale con un abbandono del fenomeno in primavera e praticamente assente d'estate. Il limitare della Grotta medesima venne realizzato da un piantato e poderoso muro di terrazzamento onde provvedere ad eguagliare il suolo della caverna irregolare, inclinato a valle. 

Lo stato della grotta durante gli scavi e le spoliazioi borboniche.

  • Si presenta come una gran sale rettangolare di 8,40 di lunghezza per 6, 11 metri compreso la volta, che, non avendo avuto, questa, alcun rivestimento, ma solo due alti podi semicircolari a forma di una doppia esedra, un po' sbozzato il podio superiore per fissarvici l'opera musiva, le hanno connotata un aspetto d'abside. Con un piccolo avanzo di rivestimento dello spessore di meno di due metri di quel ch'era l'ossatura dei muri di volta. tutt'ora, la volta è in opera a getto con quasi tutto materiale a scheggioni di pietra calcarea, con qualche raro pezzo di tufo cementati tra loro da una gran quantità di calce arenosa, ed un reticolato di tufo bigio di Sorrento. Più accuratamente eseguito per le pareti del vestibolo con un doppio intonaco signino, il reticolato forma le parti basse della struttura portante dei muri, i quali, almeno in origine supportarono due poderosi muri di contrafforte, di cui quello di Sud-Ovest si appoggiava alla parete di roccia ed il corrispettivo muro di Nord-Est costituiva un muro divisorio con un piccolo ambiente occupante un anfrattuosità della grotta.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Grotte ninfei imperiali nell'isola di Capri/ Amedeo Maiuri Fa parte di Bollettino d'arte del Ministero della pubblica istruzione : notizie dei musei, delle gallerie e dei monumenti d'Italia , Anno 25, ser. 3, n. 4 (ott. 1931), p. 149-160 AutoreMaiuri, Amedeo Soggettario Firenze Capri - Grotta dell'arsenale Capri - Grotta di Matromania
(2) [Per una più attenta bibliografia: Furcheim Bibliographie d. Insel Capri u. d. Sur. Halbinsel, sowie von Amalfi, Salerno, u. Paestum Napoli, 1899; vedasi anche Weichardt, Das Schloss des Tiberius u. andere Roemerbauten, Leipzig]
(3) [Matromania è anche il nome che viene dato a tutta la piccola regione di pietrisco e salsedine tutt'attorno alla Grotta medesima in ricordo dello scomparso tempio di divinità pagana o molto più probabilmente fatto derivare da Mater Magna sulle vestigia di un santuario sacro a Cibel. Attestato da un passo di Stazio in Silv. III, I, 128; vedi anche Beloch negli elementi bibliografici per queste voci; vedasi anche: *Ragguagli di varii scavi, e scoverte di antichità fatte nell'isola di Capri dal sig. Hadrava, e dal medesimo comunicati per lettere ad un suo amico in Vienna .. - Napoli : presso Vincenzo Orsino, 1793. - [4], 132, [4] p., IX c. di tav. : ill. ; 8º. ((Sul front.: vignetta calcogr. - Iniziali e fregi xilogr. - Segn.: p² A-H⁸ I⁴ Autore Hadrawa, Norberto Editore Orsino, Vincenzo Autore Hadrawa, Norberto Luogo pubblicazione Napoli Editori presso Vincenzo Orsino Impronta a-ha e.ri noto teri (3) 1793 (A) Anno pubblicazione 1793 ] [Da un manoscritto inedito pubblicato da Ignazio Cerio, Napoli, 1894]