Storia dei Frati Minori Conventuali a Napoli
La prima stagione francescana a Napoli1 dei Frati Minori Conventuali è registrata alle cronache simultanee sulla nomina missionaria del beato Agostino d'Assisi del 12161bis, segnando il primo avvio del nucleo minoritico tra il decumano inferiore e via dei Tribunali in corrispondenza con la chiesa di San Lorenzo Maggiore.Due anni più tardi effettivamente si insediarono i primi Frati trasformando l'egregia chiesa nel polo culturale della minorità conventuale napoletana.
Nella medesima sede sorse a partire dalla metà del XIII secolo una cattedra di Teologia distaccata dalla facoltà civile di Napoli, sussidiata con 40 once d'oro ogni anno, dal 1302 per decreto di Carlo II d'Angiò, altrimenti detto lo Zoppo, confermato dallo stesso nel 1306.
Fu poi convalidato in successione da Re Roberto, sepolto in Santa Chiara Vergine, Giovanna I, Re Lodovico, re Carlo III di Durazzo, re Ladislao sepolto in San Giovanni a Carbonara ed infine, da Alfonso I d'Aragona.
I Conventuali, fra' Bernardino Siculo ed il culto del Sangue di San Gennaro.
Il riconoscimento delle once d'oro annue da parte dei reali dimostra verosimile a quale grado eran giunti i Minori a Napoli sullo studio laurenziano.
- Analoghe ricerche condotte dai Domenicani ed Agostiniani, tra l'altro unite in un'unica sessione con l'avvento degli Angioini interpretato dal genio intellettuale del beato Giovanni Buralli da Parma nel triennio napoletano tra il 1242 ed il 1245 e del suo allievo diretto fra Gualtieri. Seguiti nel 1332 da Pietro da Perugia e Pietro da Gaeta nel 1343. Nel 1680 il Cappellano Maggiore proporrà di sopprimerla. Lungo i secoli XIV e XVI lo studio laurenziano di San Lorenzo Maggiore in Napoli verrà equiparato da Urbano VIII al Collegio sistino di San Bonaventura in Roma eretto da P. M° Felice Perretti da Montalto futuro papa Sisto V più e più volte, anch'egli accolto in San Lorenzo Maggiore e tre dei suoi docenti oltre ad arricchirsi presso lo studio teologico di San Lorenzo Maggiore parteciperanno al Concilio di Trento negli anni tra il 1545 ed il 1563. Molte saranno le personalità che emergeranno dallo studio medesimo, eminenti scotisti, vescovi, cardinali, ed il grande papa Lorenzo Ganganelli/Clemente XIV. Egregia fu l’opera dell’umilissimo fra’ Bernardino Siculo, dottore di diritto canonico e con tutta probabilità docente dello stesso Studium Generale, devotissimo a San Gennaro, sicuramente oriundo avellinese, di cognome siciliano, autore del poemetto in onore a San Gennaro martire e patrono di Napoli, con data ufficiale per le stampe compresa nel triennio 1502-1505. Ricco di sicilianismi, col testo, il frate ufficializza senza volerlo la storia apocrifa sul culto al sangue di San Gennaro della quinta traslazione delle Ossa di San Gennaro dal monastero di Montevergine, oggi contenute nell’urna apposta fatta plasmare nella creta purissima, ed ubicata presso la cappella Carafa al Duomo di Napoli.
I Conventuali di Napoli in rapporto ai confratelli d'Europa.
Il XVII secolo segnerà il periodo di massimo splendore culturale raggruppando i Conventuali napoletani con le Costituzioni Urbane del 1628 ai confratelli delle Province e dei Collegi universitari di Roma, Assisi, Bologna, Praga, Colonia, Malta, Cracovia.
- Nel 1628 lo Studio teologico di San Lorenzo Maggiore di Napoli verrà elevato a dignità di Facoltà Teologica con l'annessione di 25 baccellieri per il conseguimento della laurea in S. Teologia. Il 10 febbraio del 1633 una nuova istituzione culturale si unisce alla già esistente facoltà di Teologia: il nobile Giovan Battista Bonuaiuto, anche a nome del fratello Giulio Cesare Bonaiuto fonda il Collegio della Concezione permettendo un maggior sostegno all'alunnato di San Lorenzo ed un secondo Maestro Reggente. Più tardi a questa data e con propaggini fino al XVIII, lo studio laurenziano di San Lorenzo finirà per accogliere studiosi d'altra fatta, letterati e giuristi, senatori e nobili della città ed il filosofo Giambattista Vico, tutti accreditati allo Studio solo come iscritti all'Accademia degli Infuriati. Le leggi eversive applicate dopo l'Unità d'Italia segneranno il definitivo crollo della secolare istituzione culturale dei Frati Minori Conventuali. Nel XX secolo i Conventuali hanno ripreso una simile attività culturale insediando nelle aree destinate un tempo alla vita claustrale dei frati, la Biblioteca dedicata al P. M° Landolfo Rossi dei Brancaccio, con numerosi incunaboli e volumi rarissimi, l'Archivio della Provincia religiosa Conventuale di Napoli, la tipografia Laurenziana, la direzione della rivista ”Luce Serafica”, la sede della Cattedra Francescana che lo stesso studio di san Lorenzo Maggiore divide col convento dell'Immacolata del Vomero e la chiesa di San Gennaro ad Antignano. Con uno squarcio di Storia patria napoletana lunga quattro secoli, a questa tradizione si è innestata a partire dalla seconda metà degli anni 80 del '900, Sant'Angelo a Nilo con la Cappella Brancaccio dei Frati Minori Conventuali, e parte del materiale membranaceo del fondo omonimo presentandosi in regesto 280 pergamene descritte da un anonimo archivista appartenuto alla potentissima dinastia dei Brancaccio.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Regesti delle pergamene di S. Angelo a Nilo : la cappella Brancaccio dei frati minori conventuali / a cura di Francesco Russo. - Napoli: [s. n.], 1991 (Napoli : Tipolitografia Laurenziana). - 95 p. ; 25 cm. Collana Archivio storico Brancaccio ; 1 Autore secondario Russo, Francesco <1908-1991> Soggettario Firenze Pergamene - Sant'Angelo a Nilo - Archivio storico Brancaccio - Regesti Luogo pubblicazione Napoli Anno pubblicazione 1991(1 bis) Frate Agostino da Assisi sarebbe sepolto in San Lorenzo Maggiore. Apri l'Enciclopedia. Parte della nota 13 a pagina 35 di: L’antichissima chiesa di S. Gennariello (Piccola Pompei al Vomero) Eugenio D’Acunti, edizioni Luce Serafica, Napoli 1978 1957929 BNN distribuzione Misc. B bA 817/1; cfr: A. Mongitore Bibliotheca sicula, Panormi 1707, tomo I, pagina 105; appendice seconda, pagina 38. Il poemetto è conservato alla Brancacciana di Napoli; a sudiarlo: Alfonso Miola Il Succorpo di San Gennaro descritto da un frate del Quattrocento, Trani, Vecchi 1897 ed ancora: Franco Strazzullo, La Cappella Carafa al Duomo di Napoli in un poemetto del primo Cinquecento, in "Napoli Nobilissima" vol. V, fasc. I gennario-febbraio 1966.
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