Cappella Del Balzo a Santa Chiara Napoli

E' la Cappella dedicata a San Francesco d'Assisi, interno Monastero di Santa Chiara a Spaccanapoli, la settima a sinistra dell'aula in direzione dell'ingresso.

Sull'altare maggiore di questa cappella vi è la preziosa statua del Santo Poverello d'Assisi attribuita alla scuola del Caccavello del XVII secolo ivi portata da San Lorenzo Maggiore ai Tribunali dai conti nobili Del Balzo che ne detengono il patronato riscattato nel 1615 da Girolamo Del Balzo e poi passata ai duchi di Andria.



Dentro la medesima Cappella vi furono collocate le due tombe trecentesche che si trovavano un tempo nella terza e seconda Cappella della Basilica, attribuiti alle maestranze locali, molto povere di qualità tecniche ed espressive, attenendosi solamente ai modelli già visti nell'operato che ha realizzato la tomba di Maria di Durazzo1.

  • A sinistra è la tomba di Raimondo Del Balzo morto nel 1375, conte di Soleto. Costui, rapido, asceso al potere feudale per le indiscusse origini nobiliari provenzali, molto vicine ai casati Angioini, finì tra i più fidati consiglieri di Giovanna la prima regina di Napoli. E qui in cappella è ritratto sul frontale della cassa in età avanzata, circondato di giovani nobili cacciatori, intenti forse a discutere dei molti simboli sulla morte che arricchiscono la scena, nella quale egli stesso occupandola per intero seduto autorevole riceve gli omaggi dei vassalli.

  • Di fronte ad essa la tomba di sua moglie Isabella Apia morta nel 1375 anch'essa rigidamente ritratta, non più giovane, austera, severa matrona, vestita di abiti semplici, con un cagnolino nelle mani, reca in volto i danni di una vita travagliata, segnata da tre matrimoni e due mariti, dai quali avrà un figlio maschio, Tommaso d'Aquino, conte di Belcastro, oggi sepolto alla chiesa di San Domenico Maggiore e Niccolò Merloto, alla Cappella Cabanni nella stessa chiesa2.

Le due tombe è più probabile pensare che nello spostamento da un ambiente all'altro siano state private dei baldacchini.

I medaglioni marmorei sono ai lati dell'altare:

  • a destra quelli di Girolamo ed Isotta Del Balzo principessa di Altamura;
  • a sinistra quelli di Battista e Beatrice Del Balzo contessa di Caserta.

Al santo Francesco d'Assisi si riferiscono i due affreschi sulle lunette al di sopra dei due sarcofagi, anch'essi miracolosamente scampati ai crolli, alla predoneria e alla furia bellica del 1943; le decorazioni secentesche degli affreschi sono state lasciate intatte, di natura essenzialmente barocca, a memoria, sarebbe giusto aggiungere, delle epoche precedenti che videro splendere il sacro edifico di un gusto assai ben diverso dall'attuale.

Esistono pezzi degli affreschi medesimi conservati presso i depositi del Museo Nazionale di San Martino ed altri ancora meglio conservati oltreché esposti alla Cappella Palatina di Castel Nuovo a piazza Municipio, tutti estratti dal ciclo degli affreschi preesistenti alle rovine narranti la vita di Cristo e le rarissime storie di Guglielmo Gellone, un poco santo e un poco cavaliere, contestualizzante la favolistica cultura tardogotica, con imprese parallele in perdute iniziative napoletane rimaste documentate solo nella chiesa dell'Incoronata di regia fondazione della prima regina Giovanna pur detta chiesa della Spina Corona a via Medina.

Si ricorda che ai Del Balzo è riconosciuto il patronato anche alla terza cappella a destra della unica navata; in questa cappella ivi vi sono due sarcofagi sia a destra che a sinistra e che poggiano su appena esili colonnine abbinate;

  • nel sarcofago di destra siede al centro la Vergine con Gesù Bambino benedicente; ai lati genuflessi due guerrieri pii oranti giungono le mani; a destra San Pietro e a sinistra Santa Caterina d'Alessandria chiudono la lastra frontale. Sulla faccia laterale destra è Santo Stefano protomartire sulla faccia opposta un altro santo martire.
  • Mentre invece il sarcofago di sinistra ha al centro della lastra frontale un Cristo benedicente e a fargli da corona il San Giovanni l'Evangelista e San Giacomo, mentre San Giovanni il Battista e San Paolo stanno a sinistra; alle facce laterali, a sinistra San Bartolomeo e San Frencesco a destra. Al di sopra della tomba medesima, nel mezzo dell'epigrafe alate da due ghirlande ovali di festoni di lauro il monumento funebre attribuito al Sanmartino di Marchesi Carlo e Teofilo Mauro (1762-1764).

Sul fondo della parete un affresco rappresenta si dice Sant'Agnello.
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Spazio note

(1) Estratto da: La chiesa e il chiostro maiolicato di S. Chiara in Napoli / Antonio Iovino. – Napoli : edizioni Centro Studi, [1976?]. – 85 p. : ill. ; 20 cm.
(2) Paola Vitolo sul Corriere del Mezzogiorno, 26 agosto 2009