San Carlo di Napoli: il nuovo ridotto

E' accessibile dall'ingresso aperto su via San Carlo e dai varchi realizzati privi di barriere architettoniche e lasciati liberi al passaggio a partire dal 2010 su piazza Trieste e Trento lato Palazzo Reale.
Il ridotto è raggiungibile anche per il vano ascensori collocato alle scale monumentali, prolungato oltre che al sottopiano anche ai piani superiori e fino al sottotetto del teatro.
Le modifiche agli accessi da e per il ridotto del teatro San Carlo, risalgono all'opera posta in essere da Antonio Niccolini, architetto di Corte, interessato al teatro e all'alloggiamento di fronte alla sala teatrale della forma dell'avancorpo che tutt'ora esiste in maniera pressocchè originaria al progetto.
Diversamente le modifiche sostanziali al sistema moderno degli ingressi hanno determinato il ripensamento del sottopassaggio detto il Tunnel, il quale, a seguito di un totale rinnovo negli intonaci e nel sistema di illuminazione inizialmente utilizzato in maniera secondaria, oggi addirittura è diventato spazio per mostre espositive tematiche, un'autentica galleria d'arte contemporanea.
Le operazioni di scavo, con procedure archeologiche son state condotte talvolta anche a mano.
Gli scavi sul terrapieno, tutt'attorno alla muratura di fondazione anulare dell'immobile sotto la sala teatrale, hanno anzitutto comportato la rimozione e totale distruzione della superficie del pavimento preesistente.
- Ed un raggiungimento fino a quota massetto posta a quattro metri di profondità a livello del terreno di base, che a sua volta, composto per lo più da materiale di risulta, e solo in parte da materiale di sedimentazione naturale, ha restituito alla luce bocche di superficie corrispondenti a due cavità perfettamente cilindriche, di sostanza tufacea, profonde fino a dieci metri. Semplicemente definiti ”i pozzi” per somiglianza a questo tipo di elemento, fatta salva la sola eccezione, secondo la quale fu stabilito, nel corso degli scavi, che presumibilmente queste condotte sotterranee vennero realizzate col proposito di non restare a vista per motivi tecnici e contingenti alle funzioni del teatro tutt'oggi non ancora spiegata scientificamente. A completamento dell'opera di colmata, le bocche dei pozzi son state chiuse con lamine di ottone a filo di pavimento in breccia campana, sostituito all'ultimo minuto al pavimento in marmo disegnato da Adolfo Natalini e sotto quota restano attive le condotte verticali corrispondenti. Le operazioni di scavo, con procedure archeologiche son state condotte talvolta anche a mano, con personale addetto alla stratigrafia del sottosuolo e alla raccolta e successiva catalogazione dei dati emersi, dati estratti dalla rassegna a mano del materiale terroso asportato con sistema di nastrificazione alla velocità di 14mc/ora consentendo la metodica e puntuale iscrizione delle operazioni medesime a notizie sul giornale di scavo.
Il gruppo di lavoro convalida le verifiche strutturali eseguite nel 1927, coincidenti con le successive del 2008.
E cioè, che il muro di fondazione del teatro San Carlo di Napoli poggia sulla formazione tufacea giallo litoide di base, a circa 10,5 metri sotto il livello del suolo.
- Gli scavi medesimi hanno solo aggiunto che allo stato dei fatti la materia grezza del muro di fondazione si presentava costituita in parte da pozzolanica, lesa e ceduta in più punti e la presenza di materiale incoerente, subito denunciato, è stato immediatamente rimosso allo scopo di fissare la nuova base cementizia rappresentata dallo zatterone di 50 cm di spessore, esteso al perimetro curvo del toro murario, quattro pilastri a sezione circolare del diametro di mezzo metro, sostengono un reticolo di travi estradossate ed il solaio sospeso chiude l’area del nuovo ridotto. Il nuovo ridotto e la nuova sala espositiva ottenuta dal corridoio sono serviti da impianto illumino-tecnico dotato del sofisticato congegno Zumtobel curatore anche del sistema di controllo delle luci Dali. L’impianto è posto lungo le fessure murarie preesistenti, delle quali la prima corre lungo il perimetro del corridoio e della sala e la seconda occupa lo spazio centrale di quest’ultima; peculiarità di tutto quanto il sistema di illuminazione sta nella fornitura elettrica garantita a tutti i pezzi singolarmente e gestita da una centralina elettronica alla quale via a via vengono rese le istruzioni necessarie per la composizione di relativi giochi di luce, ottenendo così la cosiddetta versatilità sufficiente sia in tonalità che in intensità di luce, oltre all’utilizzo ottimizzato dei proiettori. Per il ridotto è stato pensato anche un impianto di diffusione sonora all’avanguardia, con casse per la distribuzione del suono nascoste al di là di quadri dipinti per questo proposito; sono state installate anche prese audio e video, schermi per le immagini provenienti sia dalle esibizioni di teatro sia dalla rete Internet. Ed infine il controllo climatico dell’ambiente è affidato all’impianto a tutt’aria collegato all’UTA-5, ubicata nella ex falegnameria, oggi la modernissima sala prove per l’orchestra.
Spazio note
(1) [Liberamente estratto da:Teatro di San Carlo. Memoria e Innovazione Napoli ArtE'M 2010 BNN SEZ NAPVI A 353 pagg 102-109](2) [Il Cosiddetto Foyer è invece ubicato al piano nobile, diventato nel 1861 sede del Circolo dell'Unione, sottratto all'uso di spazio per ritrovo di pubblico tra un intervallo e l'altro. Elisabetta Fabbri precisa che il dizionario di Sabatini Coletti definisce il termine Foyer come sinonimo di ridotto e a sua volta ridotto come “ ...salone nel quale possono trattenersi gli spettatori durante gli intervalli” L'*italiano nel mondo moderno : storia degli usi e della norma, la scuola, i dialetti, il latino, modelli teorici, la Crusca, l'Europa / Francesco Sabatini ; saggi dal 1968 al 2009 a cura di Vittorio Coletti ... [et al.] ; bibliografia degli scritti 1952-2010 a cura di Riccardo Cimaglia> Tomo 1 / Francesco Sabatini. - Napoli : Liguori, 2011. - XIX, 283 p. : 1 ritratto ; 24 cm codice SBN CFI0776007 ]
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