Chiesa Ritiro Mondragone a Napoli

E' la chiesa di Santa Maria delle Grazie al Ritiro Mondragone, sulle alture dei Quartieri Spagnoli a Napoli1.

E' stata edificata come nuova chiesa del conservatorio ottenuto dalle case Francucci, visibilissima dalla veduta Baratta sulla quale è ben vistoso anche un piano cantonale tutt'intorno ad un cortile porticato composto di tre ordini di logge sovrapposte. 

Il conservatorio, va ricordato, fu costruito assecondando il volere pio e devoto della duchessa di Mondragone, Elena Aldobrandini per il ricovero delle dame, dice il Galante, che avessero manifestato il volere di indossare la veste gesuitica della penitenza.

E comunque a detta del Celano, fatta costruire su di una cappella preesistente inglobata alla costruzione della quale poi ne diverrà la sacrestìa2


Per nascondere i piccoli, insignificanti ma fastidiosissimi salti di quota, venne costruito un loggiato di uguale altezza al corpo di fabbrica.

Proprio sulla via per la
chiesa di San Carlo alle Mortelle. Splendido e meraviglioso il pavimento del 1726, opera di Pietro Barberio, che ancor'oggi veste tutta quanta la navata della chiesa con decorazioni a racemi3. 

  • Il pochissimo spazio trovato a disposizione sul quale si sarebbe dovuto operare l'edificazione stessa della chiesa suggerì ad Arcangelo Guglielmelli, allievo di Dionisio Lazzari, entrambe coautori del perduto complesso monastico di Santa Maria in Betlemme, nella stessa zona, di realizzare una chiesa che avesse per navata, accentuata dalla profondità della cappella maggiore. Nient'altro, in verità, che un'aula a pianta centrale ottenuta con la sovrapposizione di una croce greca ed un ottagono e al centro dell'invaso quattro coppie di colonne composite atte ad inquadrare facce oblique di piloni generando così uno spazio ottagonale coperto da una cupola. Questo tipo di soluzione dettato dalla precarietà di spazio, conferisce alla chiesa napoletana una straordinaria somiglianza con la chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone nell'area perimetrale del Borgo Santa Lucia, ma più semplice, poiché mancano le cappelle collocate sugli assi obliqui, che nella chiesa di Pizzofalcone ne accentua la centralità dell'invaso. Diversamente dalla chiesa di Sant'Agnese in piazza Navona di Roma, eretta su disegno dell'architetto Carlo Rainaldi, dove invece, ad ottenersi un effetto ottagonale piuttosto dinamico e vivace son le colonne che entrano in rapporto coi piloni della cupola. Non restano escluse le analogie con la Cappella del Tesoro di San Gennaro Martire interno Duomo di Napoli, con pianta ottagonale impostata dal Grimaldi, ottenuta col taglio delle facce dei piloni secondo un angolo di 45 gradi. Queste diciamo trovate architettoniche in verità va detto son state date dalla rinuncia degli autori di queste chiese a dilatare spazio esistente sulla componente longitudinale dell'impianto originario, ponendo l'attenzione al di sotto della cupola con le colonne alveolate inquadranti le pareti dei piloni dove, in effetti, si genera spontaneo dello spazio ottagonale. Nel caso della chiesa di Santa Maria delle Grazie al Ritiro Mondragone utilizzando senza modifiche di sorta le testuali parole del Ricciardi diciamo che quattro pennacchi trapezoidali assicurano il raccordo con il tamburo circolare, diviso in otto settori con altrettante finestre, di cui quattro finte, alternate a volute fungenti da paraste con triglifi in funzione di capitelli, che si prolungano nella cupola evidenziando il sistema tettonico. Detto ricordato evidenzia la luminosità degli ambienti data dalla posizione delle finestre poste nel tamburo della cupola non molto dissimile dalle egregie soluzioni adottate anche alle chiese di San Giovanni Maggiore in Santa Maria dell'Aiuto ai Banchi Nuovi, la chiesa di San Severo alla Sanità non ultimo anche il complesso ed ingegnoso disegno architettonico per la chiesa oggi chiusa del Rosariello alle Pigne a piazza Cavour4 . Alla morte del Guglielmelli capitata nel 1723, vi succederà il Nauclerio, che trascura le spazialità interne attardandosi su quelle esterne, modificando uno spazio fino a quel momento informe, collocando la facciata della chiesa medesima, che ancor'oggi occupa una superficie ridotta, tra due edifici simmetrici creando una piccola esedra ordinando un portale in piperno grigio vesuviano che rimanda alle architetture dell'interno conclusa in inquadramento delle paraste minori che si chiudono con dei triglifi apparentemente dei capitelli. La Vergine titolare è ritratta in un ovale collocato al centro del portale con architetture decorative già adottate per la chiesa di San Francesco delle Cappuccinelle a Napoli e comunque presente in tutte le chiese tradotte dalla mano di Ferdinando Sanfelice. Per concludere e lasciando parlare a piena voce lo stesso autore delle ricerche effettuate si dice che nell’Ottocento per ricavarvi un edificio per abitazione sul solaio della casa fu costruita una piccola ma elegante altana a tre fornici per garantire ai nuovi inquilini la veduta della riviera di Chiaia, riprodotta da questo punto di osservazione in molti dipinti sei e settecenteschi5  


Spazio note

(1) Estratto dai testi di Emilio Ricciardi, Dottorato in ricerca su “Il Poggio delle Mortelle in Storia dell’Architettura e della città” XVII ciclo COORDINATORE: PROF. ARCH. FRANCESCO SAVERIO STARACE, TUTORE: PROF. ARCH. MARIA RAFFAELA PESSOLANO)
(2) “Per essere la di loro chiesa picciola, ne hanno fatto a proprie spese un’altra più grande, sotto la direzione del Regio Ingegniere Giovan Battista Nauclerio, ed in breve si vedrà terminata”. (C. CELANO, Notizie…, cit., ediz. Paci, IV, Napoli 1724, pp. 86-87
(3) Cfr. G. AMIRANTE, Arcangelo Guglielmelli…cit; EAD., Architettura napoletana tra Seicento e Settecento..., cit.. 83 “D. Anna Sanfelice Priora del Ritiro di Monteragone supplicando espone a Vostra Signoria Illustrissima come da molti anni furono date in offerta alla Vergine Santissima molte galanterie di perle e gioielle, ascendendo alla valuta di docati duecento incirca, e perché dette gioielle stanno come inservibili al Culto divino, vorrebbe quelle smaltire, e commutarle in edificio dell’altare magiore che si ritrova di semplice fabrica, e con poco stucco, commutarlo in edificio di marmo. Che perciò ricorre alla bontà di V. S. Ill.ma a concederli detta licenza di potere quelle vendere, ed applicare il denaro della vendita di esse a detto edificio dell’altare di marmo, essendo tutto ciò di maggior gloria a Dio, esponendosi la supplicante sudetta alle cautele che giudicherà V. S. Ill.ma ut Deus. Io Anna Sanfelice superiora del Regal Ritiro di Mondragone supplico ut supra.” (ASDN, Acta apostolica, lit. M, inc. 28,. n. 5, f. 2 [1743])
(4) Su queste chiese cfr. R. MORMONE, Dionisio Lazzari e l’architettura napoletana del tardo Seicento, in “Napoli nobilissima”, III s., VII (1968), III s., pp. 158-167; G. CANTONE, Il complesso conventuale di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, in “Napoli nobilissima”, III s., VIII (1969), pp. 93-106; G. AMIRANTE, La chiesa del Rosario al largo delle Pigne, in “Napoli nobilissima”, III s., XVII (1978), pp. 139-150; C. LAPEGNA, La chiesa di S. Maria dell’Aiuto in Napoli, Napoli 1989, G. RASSELLO, S. Severo fuori le mura, Napoli 1985
(5) Il punto di vista di una veduta della riviera dipinta da Leonardo Coccorante sembra essere proprio l’edificio del ritiro della duchessa di Mondragone. Cfr. All’ombra del Vesuvio…cit., p. 371