Chiesa di San Domenico Soriano a Napoli

E’ una delle chiese di Napoli1, complesso conventuale di origini domenicane, costruito nel corso di 41 anni, tra il 1619 ed il 1660 sulla preesistente cappella di Santa Maria della Salute2 e sulle proprietà di Sara Ruffo, la nobildonna calabrese che ha partecipato all’impresa di costruzione dell'edificio per 800 ducati.

Ed è stata anche sede dell’Arciconfraternita del SS ed Immacolato Cuore di Maria, aggregata alla primaria "Arciconfraternita del SS ed Immacolata Cuore di Maria per la conversione dei Peccatori" eretta come tale, nella chiesa di Nostra Signora delle Vittorie a Parigi.

La chiesa fu anche primizia della rivista I Gigli di Maria, sulle quali pagine ha preso forma, per mano di Giuseppe Nicodemo, la fantastica storia della statua della Madonna della Neve, oggi nell’omonima chiesa in piazza Aprea a Ponticelli.

E’ la quarta chiesa con facciata prospiciente piazza Dante Alighieri, la quinta se si considera la chiesa di Santa Maria dell’Avvocata nell’omonimo quartiere praticamente alle sue spalle, ed annessa come parrocchia fondata dal cardinal Gesualdo nel 1547 solo verso la metà dell’Ottocento in San Domenico.


La collocazione spaziale della chiesa di San Domenico in Soriano. 

Questa chiesa condivide con le chiese del Monacone alla Sanità e di Santa Maria di Costantinopoli al Museo la mano dell’architetto e mastro d’ascia di fra’ Giuseppe Nuvolo.

  • Al quale, è assegnato con certezza il disegno del coro e la miglioria dello schema piatto della chiesa modificato essenzialmente per un’impostazione terminale più rilevante nel 1638. A differenza del disegno del monastero, che invece, va attribuito a fra Bonaventura Presti3 e realizzato tra il 1675 ed il 1680, a cui fece seguito l’intervento di Francesco Antonio Picchiatti e alla morte di quest’ultimo il progetto passò nella mani di Francesco Caracciolo ed infine a Tagliacozzi Canale, già attivo per la chiesa di Santa Maria Ognibene a Spaccanapoli, si devono i lavori di ampliamento avviati nel XVIII secolo. Il monastero di San Domenico in Soriano venne soppresso assieme alla vicinissima chiesa di Santa Maria del Caravaggio nel 1808 e dal 1850 ad oggi è stato utilizzato in medesima sorte del monastero di Sant’Agostino alla Zecca, come sede distaccata della guardia di pubblica sicurezza. Attualmente all'interno del convento di San Domenico si conserva ancora il monumento funebre di Diego Chiros y Mayorca opera di Domenico Moisè del 1675. La lettura della facciata della chiesa di San Domenico a piazza Dante è resa alquanto impedita, poiché la versione primitiva della chiesa ha subìto mutazioni specie nella seconda metà del XIX secolo; tuttavia non è stato modificato il prospetto generale della chiesa che resta scandito da paraste su base in pietra vesuviana; su di essa restano collocate le statue a destra e a sinistra dei Santi Tommaso d’Aquino e Domenico di Guzman. Sulla parte a termine del terrazzo di facciata spunta l’ultima versione mai modificata di un campanile aggiunto postumo alla costruzione probabilmente tra il 1759 ed il 1760. In sacrestia una lastra marmorea ricorda l’attività del padre Ciro De Pasquale molto attivo anche per il riordino della facciata, l’ultimo dei suoi anni, avvenuto nel 1903 per mano dell’architetto Federico Garzia.

L'interno della chiesa di San Domenico. 

La chiesa al suo interno si presenta a tre navate con cappelle laterali, una centrale e due laterali, delle quali, l’altezza complessiva, inusitata per le chiese d’architettura e fondazione domenicana, rimanda il quadro spaziale complessivo alle architetture chiesastiche del tipo del nord Italia.

  • Le arcate sono ampie, impostate sul centro, sistemate trasversali e longitudinali allo spazio centrale dell’immobile coperto in quel punto da volta a botte, mentre un’architrave costituita da una cornice dentellata scompatta lo spazio corrispondente delle navi laterali. Questo tipo di frammentazione dello spazio laterale aiuta a percepire la navata centrale complessivamente come un’unica sala, accentuata dall’altare maggiore sistemato pressocchè al centro del percorso, laddove ricade lo spazio della cupola, impostata sull’estradosso delle arcate del transetto. Gli affreschi con le Storie di santi Francescani e Domenicani di Vincenzo Galloppi e Salvatore Cozzolino entrambe del 1882 occupano la navata centrale; i capolavori di Mattia Preti del 1664 raffiguranti la Gloria di San Domenico di Guzman sono andati perduti per sempre3bis

Il coro della chiesa ed il sistema delle cappelle. 

Il coro della chiesa è attribuito al maestro fra’ Giuseppe Nuvolo e si presenta di forma rettangolare concluso da un abside semicircolare sul quale insiste una piccola cupola sfinestrata. 

  • L’altare maggiore è opera congiunta di Cosimo Fanzago che ne diresse i lavori di sovrastruttura nel 1639 assieme alla bottega artigiana di Matteo Pelliccia e Giovanni Mozzetti. Le decorazioni aggiunte ai marmi policromi originali sono superfetazioni sette-ottocentesche ed il tabernacolo è in pietre preziose. Nella prima cappella di sinistra si conserva il sepolcro di Alessio Falcone Rinuccini opera certa di Giuseppe Sanmartino su disegno di Ferdinando Fuga del 1758; a sinistra della medesima cappella Crocifisso di autore ignoto, stile tardo barocco, forse scuola napoletana. Nella cappella successiva sta la tela della Vergine con i santi Anna, Nicola, Giovanni il Battista, Santa Caterina e le anime del purgatorio, estratto dalla scuola di Fabrizio Santafede e di fronte la tomba del servo di Dio Vincenzo Maria Sarnelli del 1835, parroco di questa chiesa e arcivescovo di Napoli. Nella terza cappella sempre di sinistra viene presentata la tela di Giacinto Diana raffigurante la Vergine che presenta l’immagine miracolosa di San Domenico Soriano. Il cappellone di sinistra è stato disegnato oltreché realizzato da Cosimo Fanzago e sull’altare la tela del 1690 di Luca Giordano che ritrae la Madonna del Rosario; di medesimo soggetto il bassorilievo che decora il paliotto dell’altare; ancora in questa zona della chiesa sul pavimento lastre tombali ricordano la famiglia Ruffo. A sinistra dell’altare maggiore ancora disegnata da Cosimo Fanzago la cappella che ospita il monumento funebre di Felice Cherubino, disegnato e realizzato nel 1643 e sull’altare di questa cappella la tela di Nicola Russo ritrae i Santi Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino e Bonaventura. Per tutte quante le altre decorazioni circoscritte a quest’ambiente, gli stucchi, gli angeli e le ghirlande, il presbiterio ed il transetto sono di Vincenzo Alfano databili 1878, mentre per il coro al di là dell’altare maggiore, l’organo è di Petillo, dello stesso anno e stesso secolo; gli affreschi che figurano San Domenico di Guzman che predica contro le eresie albigesi a sinistra e lo stesso santo a destra che Si mostra supplice innanzi a Cristo, è invece opera del Castelli al quale vanno attribuite, secondo i resoconti del sacerdote napoletano Aspreno Galante, tutti gli affreschi di tutte quante le cappelle. Sicuro è che gli affreschi nei pennacchi sono di Luigi Fabron del 1874. Ed infine per chiudere, la cappellina a destra del presbiterio conserva affreschi nei sottarchi sotto i quali furono incise lettere costituenti la sigla G.AP., e la tela di San Vincenzo Ferrer, scuola vaccariana e la tomba di Giandomenico Coscia del 1649. Nel cappellone di destra sull’altare c’è la tela di Luigi Scorrano, raffigurante San Luigi Gonzaga; ancora sulla mano destra la prima cappella è dedicata al beato Nunzio Sulprizio e quindi nella successiva la memoria raccontata della vita di Giacinto Dragonetti, uomo della nobiltà aquilana, morto nel 1818. Al di là del cappellone a destra del transetto, si accede alla cappella dell’Arciconfraternita della Madonna del Rosario, datata 1620 ed in effetti n questa cappella tutt’oggi si conservano le reliquie di Nunzio Sulprizio; l’interno è a navata unica e volte a botte con stucchi realizzati nel tardo Ottocento; alle pareti di questa cappella, di Giacomo Farelli del 1703, ritraenti quella a sinistra l’Annunciazione a Maria, la Visitazione dell’Angelo e la Natività; a destra invece, la Caduta sotto la Croce, l’Incoronazione di Spine, la Flagellazione e la Presentazione al Tempio. Sull’altare maggiore, attribuita ad Onofrio Palumbo sta la tela della Madonna del Rosario.


Spazio note

(1) [Napoli Sacra *2. Itinerario / [testi di] Leonardo Di Mauro ... [et al.]. - Napoli : Elio De Rosa, ©1993. - P. 65-128 : ill. ; 33 cm. Codice SBN NAP0159853 BNN 2° itinerario Leonardo di Mauro Napoli Sacra Misc Busta D40/12]
(2) Una pianta della platea di Santa Maria della Salute, spesso erroneamente accomunata alla chiesa di santa Maria della Salute nei pressi di Salvator Rosa è custodita al Fondo Monasteri Soppressi vol.921 foglio 770 bis, collocato e firmato a nome del regio ingegnere Onofrio Tango del 1663.
(3) Il Carletti lo descrive in un suo saggio come: "l'inavveduto Bonaventura; prima falegname, poi frate certosino e poi finalmente anche finto architetto".
(3bis) Affreschi di Mattia Preti a San Domenico in Soriano a pagina 141 del fascicolo Bollettino d'arte, A. 39, s. 4, n. 2 (apr.-giu. 1954), p. 141-147. Testo alla BNN S. C Arte Periodico 4 Bollettino d'arte / Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale delle antichità e belle arti. - 4. ser., a. 33, fasc. 1 (gen.-mar. 1948)-a. 49,fasc. 4 (ott.-dic. 1964). ; 5. ser., a. 50, fasc. 1/2 (gen./giu. 1965)-a. 61, fasc. 3/4 (lug./dic. 1976). ; 6. ser., a. 64, fasc. 1 (gen./mar. 1979)-a. 93, n. 146 (ott.-dic. 2008). ; 7. ser., a. 94, n. 1 (gen.-mar. 2009- . - Roma : La libreria dello Stato, 1948-. - v. : ill. ; 29 cm. ((Trimestrale; bimestrale (1983-1997). - Denominazione di resp. (1975-): Ministero per i beni culturali e ambientali [poi] Ministero per i beni e le attivita culturali. - L'editore varia. - Dal 2009 editore: Firenze : Olschki. - Non pubblicato dal 1969 al 1971. - Indice storico 1907-1976, Sommari e indici 1979-2002. Codice SBN PAL0042687 ISSN 03919854 03944573 ACNP P 00045115 P 00230340 Autore Italia : Ministero per i beni culturali e ambientali Italia : Direzione generale delle antichità e belle arti Soggettario Firenze Arte - Italia - Storia Arte - Periodici Arte italiana - Periodici Allo stesso volume appartiene anche il foglio 68 quater che riporta il depositato progetto di Andrea Tagliacozzi Canale del 1752 sulla sistemazione del convento dei frati domenicani in piazza Dante Alighieri a Napoli.