La Camorra
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I componenti di questa organizzazione usano definirsi appartenenti ad un Sistema.
Si tratta di un'esigua consistenza demografica di sodali, i cosiddetti Camorristi, associazione di persone elevata al rango di superbanda, dediti alla occupazione di spazi di mercato5 contestualmente ad una manifesta volontà di espansione per il dominio dei territori concretizzata il più delle volte col solo metodo dell'estorsione6.
La Camorra vive a stretto contatto con comunità più ampie e nazionali e con le quali fissa rapporti difficili ma costanti7 . L'itinerario ricostruito di tutti quanti gli usi estensivi che si son fatti nel corso della storia del termine che la rappresenta ha indicato alla fine del lavoro svolto con Camorra il reato di ”tangente” che però acquisisce durante tutto l'Ottocento e fuori dalla città di Napoli dove conoscerà un grande successo, il significato di setta.
A Napoli, invece, cioè, nel cuore del problema, Camorra è e resterà fino all'era moderna il termine esatto per indicare qualsiasi comportamento estorsivo, questo riferibile anche prima dell'Unità d'Italia.
La geografia dei Luoghi di Camorra.
Le Vele di Scampia, cuore insediativo della 167 di Secondigliano a Napoli sono considerate in tutto il mondo massima espressione del senso pieno di appartenenza dei marginali al sistema della Camorra.
- Ma la geografia dei luoghi della malavita, vuole invece che il territorio dominato da questo sistema sia circoscritto ben oltre i limiti fisici della provincia di Napoli. Densamente interessato da questo problema sociale, infatti, ne è compreso anche il territorio vesuviano e le periferie al di là del sistema delle Colline nel vasto circondario dei Campi Flegrei. E viceversa, vi sono un numero enorme di siti minori di rappresentanza installati nei rioni del centro storico laddove emerge con forza la rigida visione dello scacchiere. Sono questi tra i più noti il quartiere di Santa Lucia al Monte, il Pallonetto di Santa Chiara ed il quartiere spagnolo di Montecalvario. Restano famose per esser le sedi storiche della Camorra i settori urbani tracciati all'interno del sistema Historic Urban Landascape; sono questi i rioni di Forcella e la Sanità, due sacche di territorio particolarmente afflitte da questa condizione sociale nonostante siano sotto stretta osservazione da parte dell'Icomos Italia, l'advisor body ratificato UNESCO, altrimenti incastrati come sacche di contenimento d'origine, essendo questi due rioni senza fondamento alcuno considerati come le due sedi storiche di Napoli dove la camorra avrebbe avuto modo di prosperare e sviluppare un modello che sarebbe stato reiterato ed amplificato in luoghi e tempi diversi.
La Camorra nella letteratura.
La designazione antica e moderna del termine Camorra vuole che proprio questi due elementi del lessico "Camorra e Camorristi" siano due voci emerse dal gergo dei delinquenti.
- E poi finite per insediare l'uso della lingua italiana durante i fatti di sangue napoletani legati all'avvento dell'Unità d'Italia8. A rendere contributiva un'analisi dello stato sociale della città di Napoli in ordine al problema Camorra negli ultimi dieci anni dell'Ottocento si trova alla Biblioteca Nazionale di Napoli un libro di 130 anni, scritto da Giuseppe Alongi, trattato come fosse un'anticipazione a ciò che sarà poi considerata un'approssimazione settaria del concetto di Camorra; ne seguiranno dopo autori che spiegheranno chiaramente il confuso ordine politico che pervase l'Italia Unita del 1860 relativamente ai fatti di Camorra che stavano capitando proprio in quegli anni. Mentre invece, un ricordo appassionato va agli eventi traumatici scoppiati tra il 1814 e sedati non prima del 1867, tratteggiati a tinte fosche da Giacinto De Sivo e confermato dal rapporto Silvio Spaventa compreso negli studi di Marcella Marmo del 1990 su tutto ciò che nella storia di Napoli e della Camorra " ... sapeva di Piemonte, di Francia e di politica liberale" ed un sonetto fu poi dedicato all'estorsione. Pur se tuttavia a darle il massimo del significato possibile come vero e proprio atto di nascita della parola Camorra in italiano sono le pagine del libro scritto da Renato Fucini dal titolo, Napoli ad occhio nudo. Lettere ad un amico9. Ma l'impiego di altre fonti nuove ha reso meno ardito individuare esperienze editoriali che abbiano medesima funzione di testimonianza circa le apparizioni in lingua italiana del termine Camorra qualche anno prima di Fucini e di Marco Monnier. Ad esempio, Pasquale Villari, illustre ex scolaro di Basilio Puoti si interesserà al problema inviando alle sedi giornalistiche del nord Italia copiose lettere appassionate su cui chiede espressamente di rendere nazionale un problema da tutti a quell'epoca definito solo locale.
Il Camorrese gergale.
Le difficoltà per ricostruire le origini etimologiche di un qualsiasi termine della lingua italiana o del solo singolo termine qui preso in esame, come quello di Camorra, son dovute a diversissimi fattori.
- Primo tra tutti le complicazioni di natura lessicale. Non è ben chiaro se la parola sottoposta ad indagine etimologica sia una parola ereditaria proveniente dalla lingua ospite o se sia appartenuta alle lingue allotrie, e quindi potrebbe trattarsi di un termine germanico, arabo, o comunque, pre-latino. Il termine da ricercarne le origini dopotutto potrebbe anche esser una parola dotta, e quindi inversamente un latinismo, o un neologismo ed in alcuni casi un prestito con forme assai intense di adattamento. A rendere ancor più difficile il lavoro di ricostruzione storica di un termine è l'insidiosa irregolarità del cambiamento fono-morfologico di essa, come il cita il Sanga ad esempio, l'inserzione di r, l non etimologiche, lo scambio delle consonanti, specialmente le velari K e G con le dentali T o labiali P B, o labiodentali F ed infine l'apofonia vocalica. Altra difficoltà da superare nella ricostruzione etimologica di un termine è il processo analogico di rimotivazione, o anche detta etimologia popolare o associativa o secondaria o anche e più scientificamente nota come paretimologia, ovvero associare ad una parola essenzialmente immutata un significato nuovo10 col chiaro obiettivo di renderla comprensibile a partire solo ed esclusivamente da competenze proprie. Alla paretimologia soggiacciono a trasformazione più o meno dotta tutti quei termini nativi dell'età del Ferro, come i cultismi, i germanismi, i prestiti, che i parlanti cercano di familiarizzare nella capitalizzazione di un nuovo dialetto. Per quanto riguarda il termine, Camorra, essenzialmente si tratta di un gergalismo che ha cambiato significato e significante nel tempo per intervento diretto dei parlanti, attraverso l'associazione di un'intera classe di parole più note. Secondo quanto dichiarato dal Sanga la genesi storica della forma di una parola non conta niente, ciò che conta invece è l'aspetto in sincronia, la percezione attuale che è sempre fonte di giudizio e di nuova mitigazione, questo, applicabile certamente anche al termine Camorra, che più di altre, presenta grandissime difficoltà etimologiche di ordine semantico. Vuoi per la segretezza e la limitata diffusione dei gerghi al di fuori della ristretta comunità dei gerganti, vuoi anche per la scarsissima documentazione scritta sopraggiunta all'era moderna e ad ogni modo, del termine Camorra, anche causa la rapidità dei mutamenti del lessico dei marginali, è quasi impossibile raggiungere il suo referente più antico. Piuttosto è compito del ricercatore specialista comprendere l'ambito esperienziale, lo spazio ed il tempo in cui un termine ha cominciato ad esistere, come il termine Camorra di perdurante vitalità, senza, sembra, un'effettiva obsolescenza quanto altrimenti un'incessante mutamento del significato.
Il gergo della Camorra ha un nucleo centrale che appare come fosse dialetto.
Ma è solo la parte integrante della lingua parlata e mai scritta dei sodalizi criminali11(12).
- Il gergo è costituito da parole importate dalla lingua ospite, il napoletano in questo caso, e modificata nel suo significato o nel suo significante e in alcuni casi tutti e due entrambe. Il camorrese gergale è stato spessissimo usato dagli artigiani, ma, seppur poco disposti a socializzare con altri gruppi o altre comunità, il Camorrese gergale è però stato prevalentemente usato solo dai delinquenti ed dai vagabondi facenti parte della comunità alla quale hanno sentito fortissimo il senso di appartenenza. Il lavoro svolto per la ricerca semantica del gergo di Franca Brambilla Ageno(13) e le indagini condotte sui marginali di Ottavio Lurati(14) offrono addirittura tutto un elenco di questi meccanismi lessicali che servono a modificare significato e significante di una parola adottata. All'apice dell'elenco vi sono state poste le formazioni elementari prelinguistiche. Come l'abitudine a strutturare un termine a partire da una consonante + una vocale + una consonante liquida. Ed è citato come semplice esempio il termine, birbone, per indicare il ”vagabondo”, e da qui, il ”senza fissa dimora ha trovato rappresentazione linguistica di ”barbone”. La formazione elementare prelingustica come anticipato è solo la prima di una lunga lista di strumenti specifici per la formazione dei nuovi gerghi, che per un buon esito del racconto sulla storia del termine Camorra è utile riportare anche se solo sommariamente. La formazione dei nuovi gerghi avviene anche per deformazione, alterazione o troncamento di una parola già esistente, per inversioni di sillabe, e cioè il fenomeno linguistico chiamato, Metatesi; per finta derivazione anche solo a livello di significante con aggiunta di prefissi deformanti o di suffissi che hanno la funzione di modificare l'originale lessema. Entra nella neofomrazione dei gerghi anche l'onnipresente suffisso, èsia; per derivazione di parole estratte dal medesimo ambito d'uso, per conversione da imperativo a participio e viceversa, per composizione di due verbi o di un verbo con sostantitivo, e poi per metafore, sineddochi, le metonimie, i paragoni ingiuriosi, tipo per esempio, gli sbirri braccano; per perifrasi, per scelta di termini semanticamente contigui o per irradiazioni sinonimiche.
Spazio note
(1) L'incertezza delle origini etimologiche della parola Camorra ha indotto gli studiosi di filologia romanza a documentare gli usi ed i significati di questo termine attenendosi ai metodi di Angelico Prati ed Alinei. Normalmente gli studiosi di etimologia ottengono la base pre-romanza di un termine attraverso la ricostruzione dei rapporti genetici che legano le unità lessicali studiati a tutte le forme affini anzitutto da un punto di vista semantico e fono morfologico che siano appartenuti ad altre lingue o dialetti derivati direttamente dal latino. E per raggiungere un risultato eccellente bisogna studiarne gli usi che se ne sono fatti nel tempo del termine e di tutti i suoi derivati. Qualsiasi base etimologica proposta potrebbe trovare la sua accettazione dalla comunità degli studiosi solo se si è giunti alla sua ricostruzione conformemente con i dati geo-linguistici e storico-linguistici noti e condivisi in consonanza con i fattori extralinguistici che possono individuarsi nelle forme antropologiche, economiche e culturali che sono intervenute nella formazione della stessa parola. Così trovato scritto a pagina 11 di Francesco Montuori, Lessico e Camorra. Storia della parola, proposte etimologiche e termini del gergo ottocentesco. Fridericiana Editrice Universitaria deposito legale 1762772 Bnn Distribuzione 2008 B 2555 Pubblicazione realizzata col finanziamento ministeriale. Studi del professor Montuori hanno raccolto periodi diversi della Camorra da èlite fino alle ipotesi deonomastiche del termine Camorra.(1bis) Molto materiale è stato estratto liberamente da: Francesco Montuori, Lessico e Camorra. Storia della parola, proposte etimologiche e termini del gergo ottocentesco. Fridericiana Editrice Universitaria deposito legale 1762772 Bnn Distribuzione 2008 B 2555 Pubblicazione realizzata col finanziamento ministeriale.Si vedano pure: Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione Forcella, la kasbah di Napoli / Vittorio Paliotti Napoli : Bideri, [1970] 224 p., [14] c. di tav. : ill. ; 22 cm Codice SBN SBL0433155 BNI 7110961 Autore Paliotti, Vittorio Soggettario Firenze Napoli - Rioni e quartieri-Forcella Luogo pubblicazione Napoli Editori Bideri Anno pubblicazione 1970 Bnn GUERRIERI B 637; Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione Forcella : la strada che nel dopoguerra salvò Napoli dalla fame ma che divenne ostaggio della camorra : [la Casbah di Napoli] / Vittorio Paliotti Napoli : Pironti, 2005 167 p. ; 21 cm. Codice SBN RAV1350961 ISBN 8879373250 Autore Paliotti, Vittorio Soggettario Firenze Napoli - Rioni e quartieri-Forcella Luogo pubblicazione Napoli Editori Pironti Anno pubblicazione 2005 Bnn SEZ.NAP. 8. B 0498; Bnn Lucchesi Palli Racc.Nap. 5. 052; Vittorio Paliotti, Storia della Camorra. I riti, le vicende, i protagonisti di una setta che da cinque secoli impone tangenti ai napoletani. Gesta, delitti e amori di capintesta, guappi, mammasantissima e giovanotti onorati dal Cinquecento a oggi. Roma, Newton Compton 20042 [prima edizione 1993]; Testo a stampa (moderno) Titolo Non Significativo Descrizione 14. Congresso internazionale di linguistica e filologia romanza : atti : Napoli, 15-20 aprile 1974 3 / [a cura di Alberto Varvaro] Napoli : G. Macchiaroli ; Amsterdam : J. Benjamins, 1979 ((stampa 1980) 561 p. : ill. ; 25 cm Note Contiene: Comunicazioni. Codice SBN SBL0346957 ISBN 9027209448 BNI 817803 Autore secondario Vàrvaro, Alberto Luogo pubblicazione Napoli Editori G. Macchiaroli Anno pubblicazione 1979 Fa parte di 14. Congresso internazionale di linguistica e filologia romanza : atti : Napoli, 15-20 aprile 1974 , 3 Bnn 1987 B 0200 oppure Bnn distribuzione C 2100 oppure D 701; Le origini della camorra : l'onorata societa' tra storia e letteratura fino al processo Cuocolo / scritti di Carlo Del Balzo ...[et al.] ; a cura di Alfonso Paolella. - Napoli : Tullio Pironti, 2008. - 262 p. ; 21 cm. Bnn Sezione Napoletana SEZ.NAP. 8. C 0177; Il *processo Cuocolo / Rocco Salomone. - Milano : Corbaccio, stampa 1938. - 278 p. ; 20 cm. Bnn V.F. 268 A 0030
(2) Così trovato scritto nel primo capoverso 5.8, a pagina 55 del medesimo testo preso in esame e citato alla nota numero 1. Che un vocabolo straniero venga accolto nel gergo di una comunità marginale, per quanto possa questo stesso gergo esser già abbastanza ampio, non è per forza di cose un prestito di necessità come avviene per gli scambi da una lingua all'altra nei frequenti contatti culturali, in quanto esso può come nel caso di Camorra non apportare nessun concetto nuovo, piuttosto invece effettua una sostituzione di una successione di sillabe con altre, evocando identicamente la stessa idea. Franca Brambilla Ageno, Per una semantica del gergo, “Studi di Filologia italiana”, XV (1957) 401-437.
(3) Il gergo: parole in scena di Patricia Bianchi .
(4) Nicola del Blasi Conferme gergali per scugnizzo
(5) Federazione italiana dei pubblici esercizi. Libro bianco su racket e criminalità. Roma, 1992, pagina 8.
(6) Codice penale italiano Libro II, Titolo XIII, Capo I Disposizioni art. 629 Competenza (comma 1) tribunale monocratico; (comma 2) tribunale collegiale Procedibilità d'ufficio Arresto obbligatorio Fermo consentito Pena reclusione da 5 a 10 anni e multa da 1 000 a 4 000 euro. Leggi il documento on line. Vedasi anche: L'estorsione nei mercati leciti ed illeciti. Paola Monzini. Leggi il documento on line
(7) Il ricercatore Francesco Montuori, autore del testo elencato alla nota numero 1, a pagina 16 della sua monografia, premette che alcuni termini della lingua italiana hanno avuto diverse sedi locali nel Paese nelle quali pare siano cresciute quasi contemporaneamente con metodo pressocchè identico ed antico. E fatto straordinario è che le comunità individuate sedi ospitali di termini associativi lessicografici di sostanza semantica uguale son molto distanti tra loro tanto da risultare praticamente impossibile credere a punti di contatto in tempi relativamente remoti tra loro. Conclusione vuole l'esistenza di una comunità itinerante semi nomade che ha trascinato con sè molto materiale nativo da luoghi estranei ai contesti in cui il termine stesso ha però fissato la sua dimora per sempre. Nel prosieguo che il ricercatore compie sul discorso del termine Camorra aggiunge che le comunità marginali gerganti vivono a stretto contatto con comunità più ampie e nazionali con le quali hanno da sempre fissato rapporti difficili ma comunque costanti. In termini di presa linguistica questa condizione ha invece facilitato il passaggio di parole e termini gergali nel lessico comune della lingua ospite più spesso attraverso canali detti popolari e talvolta attraverso varietà di termini e parole diafane.
(8) Questo tipo di informazioni molto suscettibili di quella saldezza propria della ricerca le si possono ottenere da un uso migliore del dizionario semplificato, GRADIT, sottolineando, secondo le parole stesse del ricercatore Montuori, che sul GRADIT le parole Camorra e Camorrista sono attestate le prime apparizioni nei documenti ufficiali dell'esercito dell'Italia Unita al comando del potentissimo ministro Liborio Romano nel 1861. Sul GRADIT la parola camorra è qualificata col numero 1, 1a, 1b, 1c, in neretto laddove indica l'uso comune che se ne è fatto, e con 2 e 3 gli usi espunti dal linguaggio comune. Ed ovvero: 1a: organizzazione ceriminale di stampo mafioso, costituitasi con leggi e codici propri già nel '600 e che attualmente esercita il controllo su attività illecite specialmente nell'area napoletana. 1b estens., associazione di tipo mafioso. 1c estens., associazione di persone prive di scrupoli che per vile illecite si procurano favori, guadagni o sim.2 imbroglio. 3 chiasso, cagnara. Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione Grande dizionario italiano dell'uso / ideato e diretto da Tullio De Mauro Torino : UTET v. ; 30 cm + 1 CD-ROM. Codice SBN RMG0033630 ISBN 8802055238 9788802078052 Autore secondario De Mauro, Tullio Soggettario Firenze Lingua italiana - Dizionari Classificazione Dewey 453 LINGUA ITALIANA-DIZIONARI Luogo pubblicazione Torino Editori UTET Anno pubblicazione 1999 Contiene 4 Titoli Non Significativi 1 EJOURNAL_ 2 Titoli Non Significativi Sul testo del Montuori sono segnalati 6 voll. e 2 voll. suppl. Infine, si aggiunge per correttezza dell'informazione stessa che la controversa decisione del ministro Liborio di assumere nella polizia locale gente camorrista, scelta che tra l'altro si rilevò alquanto efficace per mettere fine ai saccheggi, i tumulti, le ruberie, fu ben presto revocata con una linea di governo dello stesso ministro di combattere con ogni mezzo e reprimere le associazioni di cui se ne era appena servito. Iniziandosi questa battaglia con lo sciogliere proprio il comando di Polizia Locale napoletano con la promulgazione della storicissima legge Pica del 15 agosto del 1863. Giulio Machetti., Le leggi eccezionali post-unitarie e la repressione della camorra: un problema di ordine pubblico? in: Francesco Barbagallo Camorra e criminalità organizzata in Campania, Napoli, Liguori 1988. vedasi anche: Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione La città e il tribunale: diritto, pratica giudiziaria e società napoletana tra Ottocento e Novecento / a cura di Giuseppe Civile e Giulio Machetti Napoli : Dante & Descartes, [2004] 459 p. ; 21 cm. Codice SBN NAP0331246 ISBN 8888142673 Autore secondario Machetti, Giulio Civile, Giuseppe Soggettario Firenze Giustizia - Napoli - Sec. 19.-20. Luogo pubblicazione Napoli Editori Dante & Descartes Anno pubblicazione 2004. I suoi vertici son sempre in continuo avvicendamento. E son presieduti da soggetti istruiti a non riconoscere nessun potere politico, economico e commerciale chedi volta in volta ne insedia i luoghi della residenza della Camorra. Marcato definisce questo comportamento come il chiaro obiettivo di costruirsi un linguaggio proprio, nativo del gruppo, e di definire con il linguaggio rinnovato il senso dei tempi nuovi, nuovi intesi come tempi ultimi. Quindi, l'attività dei gerganti è proprio quella di far confluire materiale nuovo da parassitare all'interno del proprio codice ed innovarlo secondo le antichissime regole pastorali. Al di sotto dei vertici sopravvivono famiglie imparentate tra loro nella necessità di garantire copertura all'assetto ereditario con metodi visibilmente importati dal sistema del vivere magnatizio, e tutte le famiglie hanno in comune tra loro la libera scelta di restar inattivi ed esclusi dall'esercizio del diritto patrimoniale ed immobiliare. La presenza di un gergo come lingua dei parlanti marginali napoletani ha impedito da sempre lo sviluppo di sovrastrutture nei gerganti per cui ne deriva che il movente di ogni marginale napoletano di restare inattivo stia nell'incapacità di comprendere la fondatezza di un valore etico e di uno scopo socialmente positivo insito nei progressi raggiunti dalla scienza, dalla tecnica e dalla morale.
(9) Napoli a occhio nudo: lettere ad un amico / Renato Fucini (Neri Tanfucio). - 2. ed. / corretta dall'autore ; con prefazione del sen. Giustino Fortunato. - Roma : La voce, [1913?]. - 189 p. ; 19 cm. ((Data della prefazione. L.PARENTE 2039 R.FIENGA A 0475
(10) Max Pfister - Antonio Lupis, Introduzione all'etimologia romanza 2001, Soveria Mannelli, Rubbettino. Vedasi anche: Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione La metafonia napoletana: evoluzione e funzionamento sincronico / Michela Russo ; presentazioni di Max Pfister e Patrick Sauzet Bern [etc.] : Lang, ©2007 XXV, 469 p. ; 23 cm. Codice SBN UMC0711343 ISBN 9783039112951 Autore Russo, Michela Autore secondario Pfister, Max Sauzet, Patrick Soggettario Firenze Dialetti campani - Napoli - Fonetica Luogo pubblicazione Bern Editori Lang Anno pubblicazione 2007
(11) Per queste premesse son già state condotte, accertate e verificate ricerche di studio encomiabili e raccolte negli ”Atti del Sodalizio Glottologico di Milano” postillato da Glauco SangaGlauco Sanga, Postille gergali al DELI, in ”Atti del Sodalizio Glottologico Milanese”, XXVII (1985-1986), 30-39
(12) Carla Marcato, Dialetto e Gergo, in M. Cortelazzo, C- Marcato, N. De Blasi, G.C. Clivio, I dialetti italiani. Storia, struttura, uso. Torino, UTET 2002, 1056-1062
(13) Franca Brambilla Ageno, Per una semantica del gergo, “Studi di Filologia Italiana”, XV (1957), 401-437;
(14) Ottavio Lurati, I marginali e la loro mentalità attraverso il gergo, “La Ricerca Folklorica”, 19 (1989), 7-16
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