Chiesa del Gesù Nuovo Napoli

Si tratta della chiesa basilicale della Trinità Maggiore, proprietà dello Stato Italiano, data in usufrutto ai Gesuiti napoletani nel 1900.

Per decreto di Concordato del 1929, ai Gesuiti è stato concesso anche l'uso in comodato gratuito e perpetuo di tutti gli immobili del circondario ad essa connessi, e che di fatto, rappresentano la sede giuridica della Compagnia di Gesù a Napoli1. Ed infine, dagli anni Novanta del Novecento ha ripreso la sua funzione di chiesa globale per la predicazione4.


Sta situata nel punto nevralgico e sensibile del Centro Storico UNESCO, al quale appartiene anche l'omonima piazza, sulla quale affaccia con caratteristica veste bugnata condivisa in Italia per magnificenza solo col Palazzo dei Diamanti di Ferrara1bis.

Gli ingressi all'impianto, che ne formano l'ampia e principale cortina edilizia, interessano il tracciato viario, meglio noto, come Spaccanapoli ed un fronte aperto sulla forma urbana della basilica di Santa Chiara Vergine, segna il limite e l'andamento della città romana1ter  iniziando da questo punto in poi, Via Benedetto Croce. Confina con l'istituto Ugo Foscolo, accosto al celebre liceo classico Genovesi e a sud con l'Istituto magistrale Eleonora Pimentel Fonseca col quale ancora forma tutto un corpo di fabbrica, a sua volta, questo, è vicinissimo all'imbocco di Via Benedetto Croce nel punto esatto in cui la strada incrocia Via di San Sebastiano delimitata dalla minutissima facciata della chiesa chiusa di Santa Marta.


Presentazione brevissima della chiesa del Gesù Nuovo.

E' opera dell'architetto gesuita Giuseppe Valeriano, progettista e costruttore di parecchie chiese del Gesù disperse dentro e fuori il Regno.

  • Fu aiutato dal Provedi, altro industrioso progettista e costruttore di razza ricavato dal vivaio dei laboriosi intagliatori di gioielli dalle scuole orafe del borgo degli Orefici.  Si presenta a croce greca, riccamente affrescata alle pareti, sottolineato soprattutto per la Cappella di San Carlo Borromeo opera di Giovan Bernardo Azzolino sulle committenze di Giovan Tommaso Borrello, accosta alla controfacciata della chiesa medesima occupata dal gigantesco dipinto di Francesco Solimena. Il Cappellone di Sant'Ignazio da Loyola nell'area del transetto sinistro contestualizza la campata di questo lato della chiesa in un'esposizione mistico-architettonica di eccezionale qualità storica ed artistica, ed è lateralmente opposta al Cappellone di San Francesco Saverio provveduto nelle decorazioni e nei dipinti da Luca Giordano. Vicina a quest'ultima, si segnala la Cappella del Crocifisso, la Cappella del Sacro Cuore realizzata nei marmi commessi da Belisario Corenzio meglio conosciuta come la Cappella Degli Angeli. Diversamente la Cappella Maggiore, anticipa quella dei Ravaschieri, che, a sua volta è vicina a quella del Crocefisso o di San Ciro, intereressante per esser stata decorata circa ottant'anni dopo rispetto alla Cappella della Natività ad essa subito successiva. E' questa, infine, la chiesa napoletana in cui si è intensamente sviluppato il pellegrinaggio attorno alla fama di santità dell'illustre ed insigne medico Giuseppe Moscati, al quale, il popolo dei fedeli attribuisce molti miracoli. Il Medico, è stato canonizzato, fatto santo, dalla Chiesa Cattolica nell'anno 1987, dal pontefice, San Giovanni Paolo II. Prima della soppressione dei Sedili, fu la penultima delle chiese di Napoli, che a turno ospitavano tutti gli anni i sacerdoti concelebranti la festa dell'Inghirlandata, nell'ottava di maggio, durante la quale, si portavano in processione il Busto d'Oro e le Ampolle del Sangue di San Gennaro

Indice degli argomenti.

 Cronostoria del Gesù Nuovo di Napoli   La chiesa nel Quattrocento e Cinquecento
 Le vicende della chiesa nel Seicento   La chiesa del Gesù Nuovo nel Settecento
 La chiesa durante l'Ottocento   Il Gesù nuovo nel Ventesimo secolo
 La facciata della chiesa   La controfacciata
 Cappella San Carlo Borromeo   Cappellone di Sant'Ignazio da Loyola
 Cappellone San Francesco Saverio   Cappella del Crocifisso
 Cappella del Sacro Cuore   Cappella Maggiore
 Cappella Ravaschieri   Cappella della Natività


Spazio note

(1) Estratto da: Iappelli, "Guida Storica del Gesù di Napoli", Napoli BUR 2000
(1bis) Roberto Pane, saggio di Architettura e Urbanistica nel Rinascimento, in Storia di Napoli, vol. IV, tomo I, pagina 319. Estratto dalla nota 14 a pagina 56 di Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Napoli Fondazione Pasquale Corsicato Spaccanapoli. Centro Storico Electa Napoli 1992 Sez Nap VII A 1602 A cura di Ugo Carughi Via Benedetto Croce. Lineamenti storici Pag 47 note a pagina 56. Diritto di stampa 1181609
(1ter) Giancarlo Alisio e Alfredo Buccaro Napoli Millenovecento. Dai Catasti del XIX secolo ad oggi. La città, il suburbio, le presenze architettoniche per la Electa Napoli 2000 BNN SEZ NAP VII A 1613 pagg. 105 106 107]
(2) ARSI, Ital. 161 f. 61; Neap. 5, f 178 in ERRICHETTI, ”La Chiesa...”, 1974 pagg.43 44, e note 22 25: il Bosel in ”Jesuitenarchitektur...” 1985 alla pag. 486 informa che per la costruzione della chiesa medesima venne istituito un “praefectus fabricae”).
(3) Arnaldo Venditti Napoli Nobilissima: rivista di topografia ed arte napoletana. Napoli Nobilissima NAP0632510. A proposito della Chiesa Sant’Anna a Portacapuana . Collocazione BNN Sala dei Periodici. Per. Ital. 355 anni 1961/1963.
(4) Chiesa globale della predicazione significa che grazie ad interventi di ripristino e alla moderna letteratura il luogo sacro di culto è "uscito fuori dall'oblio del passato che cela fatti e uomini", ha ripreso a partire dalla fine degli anni 90 del '900, la sua funzione di chiesa globale per la predicazione. Cioè si sono riprese le catechesi, l'ascolto delle confessioni incessanti e la direzione spirituale per i singoli, i movimenti e le associazioni. Ed è segnata primariamente per la particolare devozione ai Santi della Compagnia specialmente i fondatori Ignazio e Franesco Saverio e a San Geronimo, Gesuita morto nel 1716 che per 40 anni ha esercitato il ministero sacerdotale a Napoli e nel Mezzogiorno d'Italia; segnata anche per la devozione a San Ciro, martire egiziano nella persecuzione diocleziana ed in modo assai particolare per gli ultimi tempi al medico ed insigne taumaturgo San Giuseppe Moscati. Viva per le opere apostoliche e sociali e dalle iniziative del dopoguerra si ricordano fruttuose di figli e figlie la Crociata Mariana, la Domenica del Fanciullo, le Colonie estive, il Villaggio del Fanciullo ed il settimanale Vera Vita; si ricordano anche le opere dei Ritiri di Perseveranza, all'Associazione padre Aromatisi, la Congregazione Mariana oggi Comunità di Vita Cristiana più singolarmente nota come CVX; ed ancora il Centro Loyola, il Consultorio familiare, l'Associazione Medici Cattolici, le Cappellanie per gli immigrati dalle Filippine e dallo Sri Lanka, la Caritas ed il Centro Antiusura, il Cineforum, la Biblioteca e le riviste, Societas ed Il Gesù Nuovo. Giuridicamente e moralmente afferenti a questa chiesa sono, funzionanti dal 1922, le scuole medie e liceali dell'Istituto Pontano per la gioventù napoletana presso il Palazzo Spinelli di Cariati ai Quartieri Spagnoli, lo Studentato gesuita di Posillipo, la Casa di Formazione e Facoltà Teologica di San Luigi presso l'antichissima chiesa domenicana di Santa Brigida, dal 1962 il grande complesso Sant'Ignazio a Cappella Cangiani e le più piccole e meno note e non per questo meno prestigiose chiese e Case di residenza gesuita al Rione Traiano, Pomigliano d'Arco, Marianella e Scampia nella zona orientale della città. Il sentimento di fierezza dei napoletani legati alla chiesa del Gesù Nuovo è espresso nel comune sentirsi appartenere a questa chiesa che ha molto sacrificato alla storia il Palazzo forse più bello e più nobile di tutta quanta la città del Rinascimento poiché vista la travagliata politica di conservazione dei monumenti a Napoli in tutte le epoche forse lo stesso Palazzo non si sarebbe potuto salvare.