Statua di Vittorio Emanuele II a Napoli

E’ di Francesco Jerace, l’ultima delle otto statue alloggiate nelle nicchie sulla facciata principale della Reggia di Napoli1.

Ierace è anche l'autore del gruppo scultoreo ritraente le Storie di San Gennaro ai lati del finestrone centrale facciata del Duomo di Napoli.

Posta subito dopo la statua di Gioacchino Murat, essa ritrae la figura di Vittorio Emanuele II. Ed è oltremodo la più criticata, la meno piaciuta alla critica rispetto a tutte le altre che la precedono.

Vincenzo Della Sala, che nel 1896 scrisse una sorta di recensione di stampo giornalistico usa toni severi giudicando l’opera come la peggiore, la mal riuscita.

Il plinto di marmo, si legge nel documento datato fine Ottocento, non è conforme col masso di pietra sul quale poggia tutta la statua. La medesima alla quale è lasciata compiere la mossa di tenere levata in alto la spada col braccio, mossa questa però, poco piaciuta poichè è già stata ripresa nella statua di Carlo V sempre su questa facciata di palazzo. Il braccio sinistro del re è piegato si che la mano poggia sul petto mentre stringe una copia della Costituzione, ed un mantello, ”largo e piegoso come un lenzuolo” avvolge per intero tutto il lato sinistro della statua de re ed il pantalone che indossa è tutt’uno col masso gibboso e informe su cui poggia. Di quest'artista alcune copie d'autore chiudono il catalogo della mostra al Museo Civico del Maschio Angioino a Piazza Muncipio.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Le statue della reggia di Napoli. Note critiche e profili artistici di Vincenzo Della Sala Napoli Facco e C. 1889 BNN RACCOLTA AMALFI Busta A 20/17 idem per i versi Troppo soldatescamente poco audace per un re galantuomo come re Vittorio Emanuele II.