Palazzo Serra di Cassano a Napoli

Venne donato con tutti i mobili, gli arredi, gli oggetti e i cimeli di famiglia, tra i quali va tenuto in conto anche l'Archivio Serra Cassano.
Ricordando che l'Archivio Serra Cassano fu composto all'ultimo riordino datato 1990 dal laborioso archivista salernitano Antonio Silvestri, di:
- duecento volumi,
- duecento buste,
- centosettanta registri sistemati su scaffali in armadi lignei di ottima fattura;
- una poliedrica varietà di documenti, elenchi, scritture, inventari e collane e collezioni di storia patria, redatte da membri anche estranei alla famiglia d'origine genovese, stabilitasi nel napoletano con la cooptazione dei Sedili di Portanova e nel 1680 a Napoli, la dinastia genovese diveniva una realtà consolidata2.
Storia e presentazione breve di Palazzo Serra di Cassano.
Un primo incarico sui lavori venne dato nel 1718 a Ferdinando Sanfelice, e comunque terminato in età barocca.
- Di proprietà della famiglia patrizia partenopea Serra di Cassano con la parte di maggior estensione dell'edificio che rappresenta invece il nucleo del posseduto da parte di Serra Principe d'Ascoli, divenuta con strumento del notaio Michele Gaetano Campanile datato 24 luglio 1679 proprietà del marchese Giuseppe Serra, a lui ceduta in forza della vendita condotta dalla signora Chiara Maria Penchi vedova del Regio Consigliere Luigi Gamboa per 9.500 ducati. Oltre a qualche altra cosina, tipo sei ducati ogni anno da girare in favore dei monaci del Monastero degli Olivetani, nell'arco di quarant'anni, la proprietà dei duchi di Cassano, risulterà nelle successive aggregazioni per lo più facenti parte del patrimonio Galzarano e del Monastero di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone. A partire dalle veduta Lafrery del 1566 ove la costruzione sorge accanto ai mulini descritti effettivamente nelle fonti cartografiche, attraversato da due strade parallele oggi via Monte di Dio e via Egiziaca. Ed ancora il palazzo è circoscritto da orti e giardini e dalla villa dei Carafa di Santa Severina alla sua sommità sulla pianta catastale dove anche si possono leggere i vari nomi e sotto i vari titoli ai quali è venuta a cadere la proprietà del Palazzo medesimo. Altrimenti dalla veduta dell'Antonio Galluccio del 1689 assai deteriorata, accompagnata dalla relazione dell'ingegner Galluccio sulle censuazioni del territorio di Echia, proprietà del Monastero di Monteoliveto la descrizione diventa molto interessante per l'andamento delle linee di confine che detteranno la definitiva sistemazione del Palazzo negli isolati ad esso prospicienti. Il confronto con le planimetrie offre l'opportunità di individuare, non senza suggestione, la chiesa di Santa Maria degli Angeli e la chiesa oggi non più esistente di Santa Maria a Monte di Dio, facente parte dell'omonimo convento domenicano abolito anch'esso durante il decennio francese, l'originaria chiesa della Nunziatella inglobata poi nel Noviziato, costituente l'attuale atrio del Collegio Militare ospitato in questa sede dal 1787 ed ancora ben disponibile alle antiche cartografie la Solitaria, demolita nel 1882 in concomitanza con l'edificazione ad ente dell'Istituto d'Arte Industriale. Inversa sitauzione invece nella pianta del Duca di Noja ove non è presente il cortile ottagonale del palazzo già fatto realizzare dall'architetto Giuseppe Astarita, il più vicino alla via Egiziaca e assai simile alla corte del finto palazzo del Sanfelice, ovvero la residenza Atienza, meglio noto col nome di Palazzo dello Spagnuolo al Borgo dei Vergini; carta topografica si ricorda redatta in seguito ad un accordo preso di parte con uno dei confinanti del palazzo che si lagnava dell'accresciuta altezza e del Palazzo Serra e della chiesa dell'Egiziaca.
Descrizione di Palazzo Serra di Cassano dal prospetto di Via Monte di Dio.
Il prospetto su via Monte di Dio in realtà non è quello principale; l'effettivo ingresso al palazzo era su via Egiziaca sottolineato da un grande portale stilisticamente riconducibile ai modi del Sanfelice.
- L'arcone costituisce una sorta di grossa serliana dalla parte curvilinea molto più sviluppata rispetto alle parti lineari in piperno massificato; l'intradosso è in pietra liscia sottolineato da un doppio toro evidenziato da conci separati; nel prospetto dell'estradosso alterna la pietra una sorta di rinforzo in bugnato giungente solo all'altezza delle reni dell'arco. La parte superiore, invece, a tutto sesto, è sempre in piperno articolato in conci separarti. Il prospetto invece su via Monte di Dio appartiene ad una tipologia settecentesca che avrebbe invece voluto sottolineare l'importanza della scelta di abitare questa sede, in questa zona della città; perfettamente consono ai canoni dell'architettura che all'epoca contestualizzava l'aspetto urbano della città, sviluppato particolarmente in lunghezza, definito a nastro, aspetti di un'architettura fortemente inquinata dalle espressioni di potere dell'aristocrazia regnante. Il primo cortile quello più vicino alla via Egiziaca è stato studiato per esser realizzato in asse ai lati obliqui ove son ospitate le scale di servizio, con ancora ai muri i mascheroni spegnifiaccola, introducenti ai vari ballatoi di smonto e a diverse altre entrate, realizzato comunemente accettato molto tempo dopo l'imponente scalone, che invece, manufatto di piperno grigio vesuviano e di marmo bianco di estrazione carrarese, più o meno in linea coi progetti del Belvedere viennese è stato realizzato con tutta una serie di raffinatezze per condurre esclusivamente al piano nobile; oggi un'enorme vetrata costituisce un diaframma tra le due strutture.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Palazzo Serra di Cassano : alla luce di documenti inediti/ Teresa Leone. - Napoli : Paparo, [2000]. - 109 p., [16] c. di tav. : ill. ; 24 cm.(2) [Inventario scritture- Casa Serra 1741- Libro 1, Scritture di Napoli, fascicolo 1]
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