Cappella dell'Annunziata ai Santi Apostoli Napoli

È l’imponente Cappellone del Borromini costruito a Napoli e centralizzato dal tema della Santissima Annunziata, posto al vertice del sistema delle cappelle a sinistra del presbiterio interno alla chiesa dei Santi Apostoli di Napoli1, di fronte alla Cappella dell'Immacolata.

E' anticipato da una balaustra di marmo bianco di Carrara, realizzato dalle mani di Francesco Mozzetti e completato nel 1647 anche grazie al servizio reso dai suoi dipendenti: quattordici scalpellini e dieci polidori. Un'opera d'arte di valore universalmente riconosciuta.

Il complesso devozionale manifesta chiaramente  l'impronta artistica di scuola romana, centrato dal Mosaico dell’Annunciazione e dalle Quattro Virtù ai suoi lati, composti da Giovan Battista Calandra, capo mosaicista di San Pietro in Roma.
L’opera dei mosaici trae fonte ed ispirazione dai soggetti precedentemente dipinti da Guido Reni per il Quirinale.


Sempre al Calandra vanno attribuiti i dipinti di Ascanio e Scipione Filomarino.

Condotti a termine sul finir degli anni Cinquanta del XVII secolo. Turba, aggiungere che la preziosità di questo ambiente è poco conosciuta.
 

  • Ed è anche poco celebrata e dopo tutto, intorno continua a vivere e crescere il borgo di Santa Sofia, che stenta la rinascita popolare. La cappella fu poi impreziosita nell’uso del codice classico applicato all’altare, opera del Borromini, che qui a Napoli non ci è mai venuto, ma fece giungere i suoi disegni da Roma direttamente, assieme alle rifiniture che verranno poi applicate ed eseguite da Andrea Bolgi. Ed ancora ad Andrea Bolgi vanno attribuite anche le Teste di Cherubini ed i Festoni di Frutta sul pannello sovrastante la mensa dell’altare; a Roma vennero anche eseguiti i Putti sulla mensa dell’altare dallo scultore belga François Duquesnoy, estratto dalla cerchia di Gian Lorenzo Bernini. E sempre a Roma vennero tratte le decisioni meglio descritte nelle clausole dettate da papa Urbano VIII Barberini, laddove si prescrisse specie per la pastorale arcivescovile di Ascanio Filomarino a lui più vicino, di concludere l’impianto architettonico col proposito di superare in ricchezze e magnificenza tutte le altre chiese di Napoli, nella ferma intenzione di determinare la propria signoria contro lo strapotere spagnolo dei Vicerè e dei Gesuiti nel Regno di Napoli. Nel 1642 venne, quindi, concessa ad Ascanio Filomarino e dedicata all’Annunziata solo nel 1647. Il disegno dell’altare del Borromini presenta un congegno unitario diviso in tre parti e visibilissimo nella forma nuova delle quattro colonne composite che lo spezzettano e lo ispirano, lo si vede senza dubbio, al repertorio dell’architettura romana. Sui plinti delle colonne gli stemmi del casato di famiglia Filomarino e a chiuderle tutte un timpano mistilineo, con varie decorazioni floreali che lo avvolgono. La mensa è sorretta da I due Leoni di Giuliano Finelli, a bordo i triglifi, le metope ed i simboli degli Evangelisti, opera del 1647, tra cui, anche il bellissimo medaglione di stile schiettamente veneto, di Giulio Mencaglia, ritraente Il Sacrificio di Isacco, del 1646, con ampi e genuini riferimenti alle arti plastiche e alle tradizioni tardo cinquecentesche.


Spazio note

(1) Napoli Sacra *2. itinerario pag 107/ [testi di] Leonardo Di Mauro ... [et al.]. - Napoli : Elio De Rosa, ©1993. - P. 65-128 : ill.; 33 cm. Codice BN NAP0159853 Fa parte di Napoli sacra: guida alle chiese della città. Napoli 19-5-1622.