Sepolcro di Sergianni Caracciolo

E' il monumento sepolcrale dedicato a Giovanni Caracciolo di Francesco, dinastia del Sole, detto anche: Sergianni, discendente dai Caracciolo Pisquizi, altra variante della stessa famiglia nobile di Napoli dominante tutta quanta la scena del patriziato napoletano, i quali, vollero ed ottennero che il sepolcro del Sergianni apparisse magnifico1.

Riprodotto nei disegni di Vianelli del 1845 nei quali è visibile un altare di eccellente fattura oggi rimosso, il Sepolcro medesimo da sempre è in posizione scenografica nella Cappella della Natività della Vergine. 

Anche meglio nota come Cappella del Caracciolo del Sole, essa si trova al di là delle Quattro Virtù Cariatidi del Monumentale sepolcro a Re Ladislao nell'abside a pianta quadrata della chiesa di San Giovanni a Carbonara di Napoli.

Assassinato una notte d’estate del 1432, nelle stanze del dormitorio di Castel Capuano, è probabile per l'indubbia posizione di favorito alla corte angioina e per esser stato amante e personale consigliere della regina Giovanna II.

Il sepolcro si trova in un ambiente da sempre proprietà degli Agostiniani, ricordando per questo che gli anni a Napoli di Sergianni Caracciolo coincisero con gli anni dell'abate Franco del sacro Ordine di Agostino da Ippona e gli anni di suo figlio Trojano altrettanto gli stessi del Priore Desiderio fatto per cui resteranno ambigui per sempre i rapporti tra i committenti del sepolcro con gli Agostiniani che lo ospitano.


La base del monumento funebre è costituita da uno stilobate modanato con cinque cariatidi.

Le cinque cariatidi sono personaggi ben equipaggiati d'armi d'epoca ritraenti sul fronte del sepolcro la Giustizia, la Forza e la Prudenza mentre le cariatidi del Dominio e della Possenza occupano invece in proporzioni minori il piano arretrato.2

  • La cassa sarcofago, sulla quale insiste un attico su cui campeggia stante il Siniscalco, è posta tra le decorazioni del secondo ordine da "Angeli vestiti d'abiti regali reggenti la corona d'alloro che cinge l'emblema del Leone insciritto nel sole raggiante". Ai lati subito si alzano pilastrini provvisti di nicchie in cui si inseriscono le Virtù ed un'Annunciazione. L'epica del casato è celebrata dall'iscrizione di Lorenzo Valla con la quale lo stesso autore ha voluto liberamente esaltare il Sergianni come un novello Cesare dal significato appassionato, avvolto dalla grande importanza delle epigrafi dedicatorie degli umanisti napoletani. Quanto agli scultori del sepolcro si riconoscono due diverse condizioni di fare scultura: nella parte inferiore dei personaggi armati si impone un maestro lombardo dalle forme rigide e compatte, mentre nelle figure delle nicchie ed in particolare nella mirabilissima Vergine Annunciata dal panneggio molto elaborato quanto morbido si vede chiaramente ancora la mano dello stesso Andrea Guardi, singolo autore dei pilastrini come espediente utilizzato nel mausoleo a Ruggiero Sanseverino cappella di Santa Monica nella chiesa medesima.


Spazio note

(1) ( Estratto dal materiale di La cappella Caracciolo del Sole a San Giovanni a Carbonara di Anna Delle Foglie ; presentazione di P. Robert F. Prevost ; saggio introduttivo di Gennaro Toscano. – Roma : centro Culturale Agostiniano ; Milano : Jaka Book, 2011. – XXIV, 166 p., [48] carte di tav. ; 24 cm. F. Abbate, La scultura napoletana del Cinquecento, Roma, 1992 pag. 12)
(2)(Per gli stemmi del casato edi vari Lignaggi ms X.A45, Biblioteca Nazionale di Napoli)