Chiesa San Severo al Pendino Napoli

E' una delle chiese chiuse del quartiere Pendino a Napoli12, eretta nel 1575 in luogo della chiesa di Santa Maria e Selice, già annessa ad un ospedale e ricostruita una prima volta nel 1448.

Tra il 1599 e il 1620 fu riedificata su intercessione dei padri Domenicani, a cui era stata concessa, i quali affidarono i lavori all’architetto Giacomo di Conforto, lo stesso che si occupò del restauro del complesso conventuale dell’annesso Palazzo Como, di cui mantenne, come ricorda il Celano, l’elegante facciata in bugnato, d’ispirazione toscana.

All’interno3 è presente un’unica navata con cappelle; la cupola è ornata da stucchi settecenteschi e il monumentale altare del braccio destro del transetto è ornato con elementi decorativi e statue provenienti dallo smembramento del monumento sepolcrale a Gianalfonso Bisvallo marchese d’Umbriatico4.

Nel 1879 furono avviati i lavori per l’apertura del tratto meridionale di via Duomo che stravolsero completamente il tessuto urbanistico di questa parte della città: il livello stradale fu innalzato di diversi metri, la scalinata di ingresso alla chiesa fu demolita cosi come gran parte della parte anteriore, venne inoltre completamente demolito il complesso conventuale.

Le facciate superstiti del palazzo Como furono ricomposte nel 1881 lungo il nuovo fronte stradale, a fianco alla chiesa, come ornamento della sede del Museo donato alla città da Gaetano Filangieri, inaugurato nel 1888.


Spazio note

(1) Estratto da: [testi di] Leonardo Di Mauro ... [et al.]. - Napoli : Elio De Rosa, ©1995. - P. 577-640 : ill. ; 33 cm. Codice SBN NAP0159934.
(2) Il palazzo era stato edificato nel seconda metà del XV secolo per il mercante fiorentino Angelo Como in uno spazio donatogli da Alfonso II; siamo di fronte quindi ad un fatto non inusuale per la città di Napoli e cioè il riadattamento di un’abitazione civile a sede di un’istituzione religiosa, senza particolari modifiche dell’aspetto esterno. Santa Maria del Rifugio, insediata in quello che fu il palazzo degli Orsini e l’Ospedale della Pace che riutilizzò il palazzo di Sergianni Caracciolo.
(3) Da diverso tempo non visitabile. La chiesa, a partire dal 2008 è diventato spazio espositivo gestito dal Comune di Napoli.
(4) Opera documentata di Girolamo D’Auria (1617).