Vele di Scampia

Le Vele2(2bis), dette anche: "i Mostri", sono quattro dei sette impianti3(4)5 per la residenza popolare6, offerta agli abitanti del comparto urbano di Scampia a Napoli.

Continuamente destinate alla demolizione questa non è mai avvenuta per le note condizioni di irreperibilità dei fondi necessari per spesarne il collasso, calcolati tra crollo e contestuale rimozione delle macerie in 18 milioni di euro, costo ritenuto eccessivo, motivo per cui non si è mai proceduti ad abbatterle.

Furono costruite nelle aree disponibili del comparto urbano di Secondigliano dalla legge 167 del 19626bis in loco ubi dicitur Sette Ponti, dal progetto di Francesco Di Salvo datato 1968, autore quest'ultimo del lotto B del quaritere popolare Cesare Battisti a via Stadera, zona Poggioreale.

Quindi furono elevate a rango di macrostrutture col proposito di sintetizzare architettura ed urbanistica divennero però di fatto famose in tutto il mondo per esser state insediate dalle macchine da ripresa a sfruttamento di luoghi e spazi disponbili in cui girare scene della prima e seconda stagione di Gomorra La Serie.


Sono strutture giganti la cui forma rimanda all'idea di un triangolo isoscele.

Lunghe quasi 100 metri, angolate di 45 gradi rispetto alle strade e poste a schiera con intervalli di 80 metri7.

  •  Nonostante siano state definitivamente abbandonate dai residenti già dal Febbraio del 1993 e nonostante le sempre attuali condizioni di degrado in cui versano, per le ragioni superiori dell'architettura che rappresentano sono ancora oggi un elemento significativo del panorama urbano di Scampia e del suo patrimonio immobiliare. L'inconfondibile elemento di riconoscibilità ed il profilo volutamente costruito per esser percepito da grandi distanze ne segnano il comune destino con le case popolari di Pazzigno e Taverna del Ferro  di San Giovanni a Teduccio nella zona orientale della città. Nel tempo furono fatte oggetto di una consulenza tecnico scientifica per il piano urbanistico esecutivo del Lotto M del rione Scampia. In forza della legge 382 del 19807 vennero legate convenzionalmente tra il Comune di Napoli, Servizio di valorizzazione delle periferie urbane col Dipartimento di Progettazione Urbana dell'Università degli Studi di Napoli, Federico II. Vi fu però posta in atto già dal 1993 un altro tipo di convenzione tra lo stesso Comune di Napoli e la Federico II sempre sul recupero delle Vele nell'esecuzione del Lotto M e delle Vele che insistono sul Lotto L in luogo dello spostamento dei residenti in altre strutture e di lasciare il patrimonio ad un eventuale riuso con diversa destinazione o altrimenti alla demolizione delle stesse. Altra idea ipotizzata e mai più considerata fu l'annessione di questo patrimonio ad alcuni dipartimenti afferenti la Federico II. Contrariamente a quanto fino ad oggi creduto però, vi è da aggiungere che la riqualificazione del territorio di Scampia avviato sull'idea del recupero del materiale immobiliare ha fatto si che fossero completate azioni ed iniziative volte a realizzare un complessivo recupero dell'area urbana circostante alle Vele. Sono questi gli edifici dei residenti delle Vele con annesso grande parco urbano, il centro per la Protezione Civile, il ridisegno di Via Gabetti. La Stazione Metropolitana di Piscinola, la Fattoria dei Bambini, la piazza per la socialità, il Complesso Polifunzionale di Viale della Resistenza ed infine il Centro della Polizia di Stato.
 
La questione di abbattere le Vele di Scampia.

Perno della riqualificazione del quartiere di Scampia è la demolizione degli edifici noti col termine le Vele.

  • L'ultima ipotesi di abbatterle è stata avanzata dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, durante l'ultimo comizio a soddisfazione della campagna elettorale del 20167Quindi l'abbattimento delle Vele fu riproposto un'altra volta nel cosiddetto "Piano De Magistris sulle Vele" a sua volta estratto dal Piano per la Campania, legge 208 del 2016, col quale si è stabilito in giunta comunale di spesare parte dei 120 milioni di euro, promessi dal governo Renzi per la rinascita urbana della città, e far collassare al suolo tre delle Vele ed una quarta di lasciarla ad un uso diversificato. Prima di questo intervento sull'abbattimento delle Vele si erano espresse le personalità coinvolte nel dibattito sesta edizione del World Urban Forum ad agosto del 20157bis. Gli spazi lasciati vuoti dagli ingombri abbattuti andrebbero rioccupati dalla ricostruzione di altro patrimonio immobiliare da destinarsi ugualmente all'edilizia pubblica. Ammessa la sola eccezione differente di attrezzare i nuovi impianti di apparecchiature per il sociale di livello superiore ed un'integrazione infrastrutturale con edilizia residenziale privata ad uso commerciale, le reti locali di trasporto, il miglioramento in assoluto delle condizioni del sottosuolo a partire dai collettori, la rete idrica sommersa e tutto l'universo dei sottoservizi. La particolare attenzione del Comune di Napoli nella questione Vele di Scampia è comunque ad ogni modo focalizzata nella realizzazione di 926 alloggi di nuova assegnazione, un polo per le attività di lavoro artigianale, la destinazione dei luoghi alla didattica universitaria, un campo di calcio, nuove aree da realizzarsi solo nell'esclusivo interesse di promuovere la socialità tra i giovani del posto con i residenti più disagiati come gli anziani. Ed infine, una sede distaccata dell’università Federico II, facoltà di Medicina e Chirurgia. Il comune di Napoli tuttavia rende noto sul sito ufficiale, lo stato di attuazione del programma di riqualificazione urbana del quartiere di Scampia laddove esistono ancora le Vele, programma avente l'origine dalla Variante al piano regolatore generale e dalla delibera comunale dichiarata di costituzione della STU. E con questa si rende noto che degli alloggi popolari di nuova assegnazione, 926 in tutto, ne sono stati già occupati legalmente 435, e 228 sarebbero in corso di costruzione (maggio 2016) ed altri 203 di prossima cantierizzazione (agosto 2016). I tempi relativi al completamento dell'opera, a partire dal 2015 è di 5 anni; i costi di investimento per questo tipo di operazione sono pari a 180.000.000 € ai quali si aggiungono altri 15.000.000 € per l'eventuale fabbisogno; per gli interventi pubblici si specifica che si tratta di fondi CIPE ai quali vi si aggiungono altri 10.000.000 € per un eventuale fabbisogno. Solo per quanto riguarda le nuove sedi universitarie i costi di investimento sono di 30.000.000 € coperti dal P.O.R.  

L'esperienza in Italia degli alloggi popolari a tendenza mega-strutturista. 

Le Vele furono costruite in gara d'appalto per le imprese affidatarie afferenti la Cassa del Mezzogiorno, su progetto di Franz di Salvo. 

  • E Franz di Salvo è stato, tra l'altro anche autore del Lotto B al rione Cesare Battisti a via Stadera in zona Poggioreale, ed il rione Cavour uno dei quartieri di Barra. Vale ricordare che esse sono il risultato rielaborato dal progetto pilota del 1966, con rivisitazione nel 1967, interessanti i lotti H ed L. Un anno più tardi, rispetto a quella data, alle verifiche, si presentò la necessità di una terza edizione del progetto plano-volumetrico determinata dalla sostituzione del lotto H con il lotto M in linea con il lotto L. Tutto fu progettato di modo che entrambe i lotti potessero restare prospiscienti all'anello stradale che circondava l'anzidetta area contigua ad i Comuni di Melito, Arzano ed il quartiere periferico di San Pietro a Patierno. Sviluppatasi in quasi tutti i paesi occidentali e in Italia si ricordano anologhe imprese nel Biscione presso il Forte Quezzi di Genova, il complesso residenziale Aymonino e Rossi a Gallarte, dallo Spinaceto di Lucio Barbera ed il Corviale di Marco Fiorentino a Roma, le Minime di Firenze e la Zona di Espansione a Nord di Vittorio Gregotti a Palermo8(9). Si tratta per la precisione di due corpi di fabbrica paralleli e separati da un vuoto, catalizzato da collegamenti orizzontali ottenuti per mezzo di ballatoi sfalsati di mezzo piano rispetto alle residenze; il dislivello che se ne è prodotto è risolto tramite una rampa che collega il ballatoio agli alloggi. Esempi di residenze di tipo popolare col sistema aggregativo/distributivo attivato per il solo esclusivo utilizzo di ballatoi simplex-duplex è ereditato dalla città di fondazione in cui si sono innestate successive trasformazioni oltre a tutte le inevitabili contaminazioni con le tipologie abitative degli insediamenti rurali.



Distribuzione degli spazi degli impianti Vele di Scampia.

 A)  Superficie territoriale   130.000 ettari
 B)  Superficie residenziale       6.453 stanze
 C)  Superficie servizi pubblici     42.250 m2
 D)  Superficie commerciale     ----------------
 E)  Superficie verde     58.000 m2
 F)  Popolazione insediata     44.000 unità al momeno della consegna
 G)  Superficie per i parcheggi al coperto    16.000 m2


Indice degli argomenti per le Vele di Scampia

Il modello case popolari proposto per le Vele sulla spianata di Scampia nella sua tecnologia complessiva è collocato in un impianto urbanistico che è stato notoriamente un omaggio al movimento partigiano d'Italia contro il regime degli anni Venti e Trenta del Novecento. Non un caso infatti, le strade che permettono lo scorrere del traffico automobilistico attorno alle Vele portano con sé i nomi e i cognomi di personaggi storici che hanno contribuito alla Resistenza italiana, nonché i nomi con cui si ricordano gli eventi storici per questo movimento. E più ci si avvicina alle strutture più eloquente e significativo è il ricordo di quegli anni, di cui, la sua massima espressione è proprio il lungo, circolare Viale della Resistenza.  


  L'urbanistica per le Vele    Vele di Scampia oggi
  Viale della Resistenza    Via Arcangelo Ghisleri
  Via Bakù    Via Antonio Labriola
  Via Annamaria Ortese    Via Tancredi Galimberti



Spazio note

(1) Contributi estratti anche dal dottorato di ricerca: La Grande Dimensione nell'edilizia pubblica. Demolire o riqualificare? Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Architettura Scuole di dottorato in Progettazione architettonica e ambientale. Sezione Architettonica. XXV Ciclo Coordinattore di dottorato, professoressa Piemontese; Coordintaore di Sezione, professor Cuomo; tutor, Stenti; dottorando: Nello Luca Magliulo. Per i versi in epigrafe: Giancarlo Alisio, Galleria Umberto I. architettura del ferro a Napoli di Ugo Carughi prefazione di Giancarlo Alisio, Franco Di Mauro Editore. Il presente volume nasce da una ricerca condotta nell’’ambito dei programmi dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ISBN-88-85263-86-0 BNN distribuzione 2008D12, a pagina 33. Assieme al non lontano Quartiere dell'ISES, edilizia sociale UNRRA-CASAS, tutte quante le case popolari contenute nella zona sono destinate ad insediare il centro direzionale dell'insula nosocomiale più grande del Sud Italia. Ad esso più vicino si accosta per analoga destinazione edilizia, il quartiere detto del "Monte Rosa", tipologia di alloggi costruita dal Piano INA-Casa. Le Vele sono edifici di notevoli dimensioni 956 alloggi, di cui, 640 per il lotto M e 316 per il lotto L; entrambe costruiti a grande distanza l'uno dall'altra, svincolate dal traffico veicolare, con un profilo laterale che rimanda alla sagoma di un traingolo isoscele. L'altezza va degradando dal centro stabilita per legge a 45 metri lineari dal suolo fino alle due testate angolari basse. Infine purtroppo, esse sono convenzionalmente considerate in tutto il mondo la massima espressione del senso pieno di appartenenza dei marginali al sistema della Camorra.
(2) [Estratto da Convenzione tra il dipartimento di progettazione urbana dell'ateneo Federico II di Napoli ed il servizio di valorizzazione delle periferie urbane del Comune di Napoli, Consulenza tecnico scientifica per il piano urbanistico esecutivo dell lotto M nell'ambito del programma di riqualificazione urbana di Scampia Napoli 2010 Giannini Editore BNN 2011 A 235 Ed anche: Le Vele di Scampia che fare. Atti del Convegno; a Cura di Alessandro Castagnaro e Antonio Lavaggi. Napoli 2011 Giuannini Editore BNN 2012/B 12. Vedasi anche Collana “Città e Architettura” diretta da Massimo Clemente Ricerca, formazione e sperimentazione sviluppate per la “città interetnica cablata” dalla Fondazione Della Rocca e, in particolare, al recente Volume 29 della Collana di Studi di Urbanistica, dal titolo “Città Cablata, Carta di Megaride ’94, Città Europea Interetnica. Genetica e Destino di un Percorso”. Fondazione Aldo Della Rocca, Ente Morale per gli Studi di Urbanistica D.P.R. 5-7-1958 n° 1013. Scampia a pag. 209. Ancora altre informazioni a pagina 179-181 di Sergio Stenti, Napoli Moderna. Città e case popolari. 1968-1980. Introduzone di Alberto Ferlenga. Napoli 1993 edizioni Clean BNN 2008 A 855, pagg 66-69 Altri contributi: 80 anni di edilizia a Napoli. Vedasi anche: Il finanziamento dell’edilizia economica e popolare]
(2bis) Le Vele di Scampia furono oggetto di un caso di Studio definito “progetto NEHOM”, Neighbourhood Housing Models, sponsorizzato dall’Unione Europea, ”V programma d’azione 1998-2002”, volto ad identificare i fattori primari che hanno influenzato inclusione sociale della struttura, l’etnia che l’abita e la sua commistione. Al progetto parteciparono anche professori emeriti per le megastrutture torinesi di via Arquata e via Ivrea nel capoluogo piemontese. Per le Vele napoletane, venne editato un report per interessati non di lingua italiana, condotto da Giovanni Laino, professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, è il coordinatore dello studio di caso a Napoli. Consulente del Comune di Napoli, per l’Assessorato alle politiche sociali dal 1996 al 2001, ha coordinato il locale PIC Urban, ha redatto il Piano Comunale per l’Infanzia e l’adolescenza e il progetto comunale per il Reddito Minimo di Inserimento. Per un breve periodo ha seguito direttamente anche parte delle vicende del quartiere Scampia. E’ autore del testo della scheda. Daniela De Leo, Dottoranda presso il Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Napoli Federico II, ha raccolto i dati, realizzando, spesso con Laino, le interviste. Ha cooperato alla composizione complessiva del testo, di cui Laino è responsabile. Neighbourhood Housing Models Contract no. EVK4-CT-2000-00027 Proposal no. EVK4 – 2000 – 00644 Duration: 1. December 2000 – 1. December 2003. Project under the EU 5th Framework Programme: Improving the quality of urban life
(3) Si tratta in sostanza delle Vele superstiti del più ampio progetto planovolumetrico redatto da Franz De Salvo, e le ragioni per cui queste son rimaste in piedi rispetto alle Vele sorelle rase al suolo, sta nelle istanze tattiche di destinarli ad altra funzione. Di fatto in luogo di una ulteriore demolizione si sta cercando il riutilizzo delle strutture con presumibili pesantissimi interventi di recupero delle impostazioni iniziali differenziandole in un disegno di ricollocazione degli immobili. E, cioè, significativamente, tipologie di abitazioni a cellule poste a fondamento di un sistema di vita comune razionato fin nel dettaglio, implementato in un grande parco urbano molto attrezzato e con grandi disponibilità di spazi verdi. Poichè, è anche vero che, non si è ancora detto che le Vele di Scampia furono costruite per vincere le sfide insediative di quel secolo; architettura leggera capace di ottimizzare costi ed esecuzione con prodotti di alta qualità.
(4) Nel caso delle Vele di Scampia a Secondigliano, area orientale della città partenopea, le case popolari di questo settore furono progettate e successivamente realizzate alla luce di considerazioni studiate anticipatamente secondo precise angolazioni di partenza addotte dagli studiosi su spazi da plasmare, come centro di scambi e soprattutto in funzione di polo produttivo, salvo poi tutto ridefinirsi in un’area conflittuale di azioni umane. Così scritto in: Forma e struttura della città moderna Collana di studi di urbanistica, diretto da Corrado Beguinot. Renato Fuccella. Università degli Studi di Napoli Federico II. Facoltà di Ingegneria-Istituto di architettura ed urbanistica. Napoli 1973 BNN DISTRIBUZIONE 2006 B 51 pag. 14
(5) Non le Vele, ma quello che esse significano per chi ci vive dentro, che indisturbati, svolgono vere e proprie attività criminali, e la gente non fa altro che imporsi solo un problema di forma. Così scritto in: *Giovani al margine : una ricerca sulla gioventù deviante del rione Scampia di Napoli / Maurizio Esposito ; con una intervista a Amato Lamberti. - Napoli [etc.] : Edizioni scientifiche italiane, [1998]. - 115 p. ; 21 cm. Codice SBN FER0171575 ISBN 8881147432 BNI 99-7218 BNN distribuzione 2002 A 631 a pagina 17.
(6) Due dei sette edifici di Scampia, detti le Vele, vennero rasi al suolo tra l'agosto ed il settembre del 1997. *1994-2001 : dal rinascimento napoletano al Global Forum. - Napoli : Intra moenia, [2003]. - 211 p. : ill. ; 30 cm. Codice SBN IEI0214865 ISBN 8874210361 Fa parte di Storia fotografica di Napoli
(6bis) LEGGE 18 aprile 1962, n. 167 Disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare. (GU n.111 del 30-4-1962 ) Si veda pure: Legge 20 gennaio 1967, n° 425
(7) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 luglio 1980. 382 Riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione nonche' sperimentazione organizzativa e didattica. (GU n.209 del 31-7-1980 - Suppl. Ordinario ) [ Progetto e recupero delle Vele. Ipotesi A a cura di Gabriele Szaniszlò] Per l'abbattimento delle Vele promesso da Luigi De Magistris vedasi l'articolo pubblicato su L'Espresso copia digitale di Repubblica.it del 20 giugno 2016. Titolo: "Da Scampia a Bagnoli, Napoli laboratorio del futuro nazionale di De Magistris". Sottotitolo: "La promessa di abbattere le Vele. Il reddito di cittadinanza. La questione rifiuti e la sicurezza. Ma soprattutto la riconversione dell'area siderurgica, epicentro del conflitto col governo. In attesa del nuovo movimento politico che lanci la sfida a Renzi". DI PAOLO FANTAUZZI 20 giugno 2016  Vai all'articolo.
(7bis) World Urban Forum, sesta edizione dell'evento internazionale voluto e organizzato da Un-Habitat, agenzia dell'organizzazione delle Nazioni Unite, con sede a Nairobi, in collaborazione con governo italiano, regione Campania attraverso fondazione Campania dei Festival, comune e provincia di Napoli di Vera Viola - Il Sole 24 Ore - Leggi l'articolo su Il Sole 24 Ore. Altra simile dichiarazione in questo senso è da Angelo Pisani, avvocato della VIII Municipalità e seguita dallo staff del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, in occasione di un suo incontro col Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi sul riordino della zona di Bagnoli e Milano Expo 2015. Notizia apparsa su Il Mattino di Napoli, copia di Domenica 19 aprile 2015. Leggi l'articolo. Diversamente, l'architetto Ada Tolla dagli Stati Uniti d'America, pur senza aver diretta contezza del problema resta invece a difesa dell'originarietà del progetto. Adjunct Assistant Professor of Architecture, Planning and Preservation, Ada Tolla. Qui di seguito il link book. Per questo argomento si veda anche: § 38.7.13 - L. 15 febbraio 1963, n. 133. Trasformazione dell'U.N.R.R.A. - Casas in «Istituto per lo sviluppo d ll'edilizia sociale (I.S.E.S.)». Ministero dei Lavori Pubblici n° 425 20.1.1967 Standards Residenziali Nota del Comune di Napoli 9.6.1967 n° 11810 Il progetto planovolumetrico sui lotti L ed M prevedeva la realizzazione degli impianti di residenza immobiliare di tipo industrializzato attraverso l'impiego ripetuto per accostamento e sovrapposizione di elementi costruttivi prefabbricati a matrice comune di grandi dimensione a membrature portanti, divisorie, portanti, normalizzate a tutta sezione di fabbricato, a grandi serie e su struttura basata sul sistema a scheletro con la tecnica dell'accaio-calcestruzzo.] Napoli moderna : città e case popolari, 1868-1980 / Sergio Stenti ; introduzione di Alberto Ferlenga. – Napoli : CLEAN, [1993]. – 195 p. : ill. ; 21 x 24 cm. Codice SBN VEA0051734 BNI 94-8184 Ed infine: Università degli Studi di Roma. Facoltà di Ingnegneria dottorato di ricerca in Ingengneria Edile XVIII ciclo “La demolizione delle opere in Calcestruzzo armato: Teoria, progetto e controllo del rischio” Dottorando: ing. Daniel Raccah Docenti guida: prof. Ing. Gabriele Novembri Prof. Ing. Ruggero Rondinella a pagina 195 del pdf
(8) [Le Vele di Scampia a Secondigliano furono costruite senza un vero e proprio piano regolatore, sul suolo acquistato laddove i privati videro conveniente svalutare il capitale di spesa prevista allungando decisamente i tempi del progetto con quelli esecutivi delle opere. Probabilmente quest'atteggiamento dovette esser stato visto più in profondidità dallo stesso Franz Di Salvo, il quale, non è escluso che per le sue Vele possa essersi ispirato a modelli architettonici già diffusi nel mondo; basta rimandare all'espansione edilizio di questo genere sulla baia di Boston nel 1959, il piano di Tokyo del 1960 entrambe dell'architetto Kenzo Tange, e, cioè uno dei firmatari del progetto di costruzione Centro Direzionale di Napoli; l'habitat che Moshe Safdie realizzò per Montreal nel 1967 ed i progetti del Gruppo Archigram.; ed ancora si pensi alle proposte di Jean Lubicz-Nycz del trienniio 1960-63, quelle di Yona Friedman del 1958, il piano regolatore del nuovo centro di Philadelphia del 1957 di Louis K *Centro direzionale di Napoli : progetto planovolumetrico e sistemazione urbanistica : novembre 1982 / [di] Kenzo Tange e URTEC. - [S.l. : s.n.], 1982 (Cercola : Sograme). - 17 p. : ill. ; 25x33 cm. Codice SBN NAP0369173 Autore Tange, Kenzo Soggettario Firenze Napoli - I - Centro direzionale - Progetti Anno pubblicazione 1982; si veda anche Renato di Fusco: in Le Vele di Scampia e l'Albergo dei Poveri; *Napoli nel Novecento / Renato De Fusco. - Napoli : Electa, [1994]. - 256 p. : ill. ; 29 cm. Codice SBN VEA0066320 Collana Storia della città]