Sala della Storia a Santa Chiara di Napoli

La Sala della Storia è la sezione dedicata alla Storia del complesso convenutale di Santa Chiara a Spaccanapoli1, dalle sue origini fino all’avvenuta ricostruzione dopo il disastroso crollo della basilica durante i bombardamenti di Napoli del 4 agosto 1943

L’esposizione in sala tiene in conto di non separare mai la basilica, il convento dei Frati Minori ed il Monastero delle Clarisse dal contesto dalla forma urbana da dove nascono e verso la quale hanno da sempre esercitano assoluto dominio.


E’ la seconda sala rispetto alla Sala dell’Archeologia e la Sala dei Marmi nell’ambito del Museo dell’Opera, all'interno del quale, ricade anche la Sala dei Reliquiari.
Ad essa vi si accede grazie ad una breve passerella in grigliato metallico che scavalca l’area archeologica subito sotto.
La storia del complesso è raccontata con supporti e cronologia essenziale; aprono la descrizione storica di Santa Chiara i due busti di legno dei fondatori della basilica, Re Roberto il Saggio e Sancia di Majorca ai lati dell’ingresso alla Sala.


Descrizione della Sala della Storia.

La narrazione della storia di Santa Chiara è approntata anche per mezzo dei supporti grafici che si articolano dai dettagli al più vasto disegno storico.

  • I pannelli che ne raccolgono le immagini trattano della basilica aulare, l’incendio che la distrusse e lo stato della chiesa dopo il crollo della struttura, la ricostruzione, la torre campanaria, l’altare maggiore, il convento, i dormitori, il chiostro maiolicato, la sistemazione esterna e la ruota conventuale. La storia di ogni singolo pezzo messo in esposizione in questa sala è rappresentativo di tutta quanta la storia medesima del monastero. I pezzi sono dati in mostra attraverso un percorso che non rispetta proprio un asse cronologico, quanto piuttosto una prosecuzione repertistica delle indicazioni estratte dalle foto messe a pannello. In maniera longitudinale la sala è suddivisa da archi e pilastri addosso ai quali sono applicate le installazioni; sul primo di questi pilastri è dato a vedere l’unico frammento sopravvissuto del portone angioino distrutto dalle bombe alleate; a terra una base di pietra dolce vesuviana. Espressiva, nonché carica di pregnante significato storico per i Francescani di Napoli, la prima di due campane del Cinquecento appese ad una barra d’acciaio pendono secondo le ascendenze originarie. Al centro della Sala della Storia di Santa Chiara un calco in gesso ricopia l’originaria colonna tortile che sovrastava il ciborio di Santa Chiara andate perdute tutte quante per sempre. Di queste colonne furono ritrovate, campionate e poi messe in rassegna museale anche gli originali capitelli svevi, oggi in mostra al secondo pilastro divisorio, assieme a delle foto scattate su di essi momenti prima della totale distruzione del baldacchino. La presentazione di un numero di frammenti non catalogati per area geo-storica, restano sistemati su due panche di legno al centro della sala, della quali, sulla seconda in prossimità della parete, due vasi da fiori opera di Domenico Antonio Vaccaro, testimoniano della suprema bellezza architettonica di cui era impreziosito il chiostro delle Clarisse. Accosta all’ultimo pilastro della sala una vasca in marmo del Trecento utilizzata per altri usi nel 1761, anticipa e posticipa la chiusura della visita alla sala data dalla ruota delle Clarisse; quest’ultima si trovava laddove, nel 1960 venne realizzato l’ingresso al chiostro grande.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Monastero di Santa Chiara Guioda Electa Napoli a cura di Annalisa Alabisio BNN SEZ NAP VI B 1625