Salita Principi Napoli

E' tracciata in pendenza sul colle medio dell’antichissima Masseria Ramirez, oltre la quale, ricevendo l’imbocco di Via Buonomo arranca per altri tornanti verso le falde dei Colli Aminei, nella macchia di verde isolata dal centro urbano e circoscritta dal perimetro del Sistema Regionale Colline di Napoli.
Assieme a Via Buonomo ed alla Salita dello Scudillo, la Salita Principi è stata resa carrabile dall’azione del Risanamento classe 1875, nell’ambito del progetto più ampio di riorganizzare il territorio che ruota nello specifico attorno al sistema greco romano delle catacombe extramoenia di San Gaudioso e San Gennaro, fermo restante la sua appartenenza al ventaglio delle antiche strade del polo religioso di San Gennaro dei Poveri.
Dal Vicoletto San Vincenzo, dunque, Salia Principi muore in Via Buonomo alle pendici di Capodimonte su cui giacciono collocate tra isolati stretti e lunghi, sugli antichissimi condotti viari tracciati dalle millenarie alluvioni, le costruzioni moderne di fabbricati ad uso residenziale per gli stanziali della città.
È profondamente legato allo sviluppo storico e culturale delle emergenze monumentali.
Quelle ad essa più vicine si distinguono per interesse storico ed artistico, la chiesa della Vita nell’omonimo Rione.
- Ma anche la chiesa del Monacone sul fronte conclusivo del Rione Sanità, e la chiesa al Ritiro dell’Immacolata, l’edificio sacro che nel secondo Ottocento ha rappresentato il nucleo di vita distrettuale del Cavone a San Vincenzo. Tra la Salita Principi e Via della Sanità vi è una collinetta già registrata anche questa sulla carta del Duca di Noja del 1775, disegnata impervia in tutta la sua naturalezza e spoglia delle architetture che oggi la insediano; in parte è la medesima collinetta riportata anche sull’anonima pianta della città di Napoli del 1685 e qui, forse la prima volta, ricordata come Masseria Ramirez, giustificata dalla presenza sul posto della casa Ramirez, e questa dovrebbe individuarsi almeno sulla pianta, forse probabilmente sventrata in epoche successive, a monte del complesso di Santa Maria della Vita, una casa a pianta quadrata. Dopo tutto, Salita Principi è anche la via che maggiormente ha determinato l’arresto dello sviluppo del Supportico della Vita, un piccolo borgo appiccicato al Monastero della Vita, dal quale ha tratto nel corso dei secoli, seppur con estrema lentezza, motivo unico di vita e sostentamento. Alla fine del Settecento, mentre i fronti aperti direttamente sulle strade di San Vincenzo e Via Sanità risultavano completamente edificati, sulla pianta del Duca di Noja, 1775, Salita Principi è altrimenti interessata dalla costruzione di edifici a schiera interrotta ad un certo punto da una vasta area coltivata a verde di cui la sua massima parte affaccia, e non si evincono sostanziali modifiche all’assetto sia urbano che immobiliare se si osserva la strada sulla carta topografica del Real Officio del 1830 circa. Fatta salva la sola eccezione degli ultimi spazi liberi occupati da costruzioni, non escluso abusive, a ridosso del supportico della Vita, lo spazio verde sul fronte della Salita Principi verrà invece insediato da costruzioni di ulteriori edifici a schiera alla fine dell’Ottocento, gli stessi palazzi, che, ancor oggi, ognuno veste di un portone di ingresso con arco a tutto sesto, dai quali si accede ad una scala stretta e fabbrica con pietra vesuviana. Nella planimetria del 1872-1880 Salita Principi mostra variazioni di rilievo nell’insula determinata da essa stessa ed il Vicoletto San Vincenzo, là dove sono sorti due palazzi di medesima fattura corrispondenti agli attuali numeri civici 2 e 5; sono simili poiché al cortile interno vi si accede attraverso un androne di medesime dimensioni, ed all’interno della corte, sui primi passi del giardino è già possibile osservare le alberature della strada angusta, una tipica caratteristica questa che si ripete più volte all’interno di più palazzi della Salita Principi. Infine, sulla mappa dello Schiavoni, è visibile una lottizzazione già definitiva tra la Salita Principi, Vicoletto a San Vincenzo e Via Sanità pur presentando tuttavia, pochi ed ulteriori frazionamenti e la sola differenza che, laddove, sulla mappa del 1685 vi era stato rilevato un edificio, ora ne corrispondeva un altro costruito in sua vece. I locali del convento di San Vincenzo furono perciò restaurati un’ultima volta nel 1861 per opera dell’architetto Sirignano e destinati all’assistenza ai minori.
Spazio note
(1) (1) Liberamente estratto da: Germano Romano, l’Area di San Vincenzo alla Sanità e l’antica Masseria Ramirez da pagina 223 a pagina 227 di Il *Borgo dei Vergini : Storia e struttura di un ambito urbano / a cura di Alfredo Buccaro; prefazione di Giancarlo Alisio. - Napoli : CUEN, [1991]. - 388 p. : ill. ; 24x22 cm. Codice SBN NAP0007472 ISBN 8872951011 Collana Architettura e città; 3 BNN sez. nap. VII B 159(1bis) Informazione senza alcuna fonte.
(2) ASN. Monasteri Soppressi, vol. 983., p. 111
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