Via San Vincenzo alla Sanità Napoli

Si tratta di una strada larga e lunga tale da determinare un borghetto molto piccolo e discreto1.

E' risultato dall’opera di lottizzazione risalente al XVIII secolo, ed ampiamente urbanizzato nel settore sub orientale del Borgo dei Vergini, sulla zona di confine col rione Sanità di Napoli, cuore insediativo dell'omonimo comparto detto anche O' Cavone di San Vincenzo, all'inizio del quale si apre il Supportico della Vita. 

Tra l'altro, il supportico è l'unico elemento superstite dell’area fedelmente tracciata sulla mappa del Duca di Noja del 1775, ed oggi incastrata tra le abitazioni native del primo Ottocento ad angolo con Via Sanità.

Gli ultimi spazi liberi tutt’intorno al supportico verranno occupati da altra edilizia evidenziata nella mappatura planimetrica del Real Officio Topografico, anno 1830.

E' però principalmente importante poichè esso determina la reale efficacia di collegamento tra il centro storico UNESCO ed il sistema delle catacombe extra moenia di San Gennaro. 

All'interno si sviluppano strade di collegamento ancora fortemente accidentate.

Quanto è vero anche che, tutto il settore del Cavone a San Vincenzo è stato identificato sulla mappa del francese Lafrery del 1566 come area incolta e senza alcuna costruzione umana. 

  • L’orografia terrestre, rimasta pressocchè intatta fin dai tempi remoti, occupa la posizione centrale rispetto al percorso nevralgico scavato dalla forza alluvionale dell’acqua, passata poi alla storia ed alla letteratura dei luoghi col termine di Lava dei Vergini. Disegnata netta a rappresentare chiaramente gli antichi impluvi del bacino imbrifero di Capodimonte, percorsi naturalmente terrestri e trasformati in epoca moderna in comode strade carrabili. Comunemente detto dint o Cavone, oggi quest’area può dirsi determinata al di là del ponte della Sanità, in direzione del rione della Vita fino all’omonimo monastero ed il comparto urbano di San Gennaro dei Poveri, limitato dalla zona detta anche qui, Cavone a San Gennaro. Su due disegni, entrambe di autore ignoto, datati 1685, ed in custodia presso l’Archivio di Stato ai Santi Severino e Sossio2 si osserva, senza alcun dubbio nella zona descritta sul finir del XV secolo, un edificio che anticipava la stradina che portava all’apice del colle, oggi praticamente al numero civico 99 di Via Arena alla Sanità e nell’altro disegno, mentre è riconoscibilissimo l’andamento curvilineo di Via San Gennaro dei Poveri, in un ampio spazio a verde, sul fronte occidentale è schematicamente disegnata appunto, la scomparsa chiesa di Santa Maria di Nazareth. A partire da questo edificio, nella direzione della Masseria Ramirez, si sviluppano strade di collegamento interne ancora fortemente accidentate, alla stessa maniera di come furono lastricate agli inizi del Settecento, tra i quali spiccano per interesse toponomastico ed orografico la Salita Principi ed il Vicoletto a San Vincenzo, interessati tra l’altro da un impressionante frazionamento fondiario delle proprietà immobiliari minuziosamente descritte sulla mappa antica del Duca di Noja, data 1775.

Ancor più frenetico è il gioco delle scale per accedere agli appartamenti superiori.

Su questo documento iconografico, storico ed urbanistico, si osservano, caso unico in tutta Napoli, la lunga cortina di case date in affitto nel Settecento.

  • E che oggi ancora esistono e sono le stesse che accompagnano l’ampia e profonda curva di Via San Gennaro dei Poveri, le medesime case costruite dal medesimo costruttore del complesso del Ritiro dell’Immacolata, progettate in effetti, si legge sui testi antichi, per esser date in affitto sia come abitazioni che come botteghe. È suggestivo rientrare nello studio di questo fenomeno immobiliare che non si è mai più ripetuto nella storia dell’architettura napoletana; infatti, ancora presso l’Archivio di Stato, nel fascicolo sulla Beneficenza del Ministero dell’Interno, si evince come questo lungo corpo di fabbrica, attaccato al convento, di cui né proprietà, sia stato pensato seguendo una linea immaginaria e soprattutto spezzata, e composta da cinque corpi minori rettilinei, le cui dimensioni corrispondono a moduli abitativi dignitosi, espressi in palmi napoletani di lunghezza e di larghezza. Ancor più frenetico è il gioco delle scale per accedere agli appartamenti superiori: queste sono state allogate nello spazio ricavato dagli spigoli della spezzettata. Il primo segmento che parte dall’edificio religioso di sei vani abitativi certamente fu ottenuto riparando preesistenze immobiliari ed al centro del quarto segmento, un fornice murato, un tempo venne usato come porta carraia per accedere con le portantine all’interno del convento.

Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Germano Romano, l’Area di San Vincenzo alla Sanità e l’antica Masseria Ramirez da pagina 223 a pagina 227 di Il *Borgo dei Vergini : Storia e struttura di un ambito urbano / a cura di Alfredo Buccaro; prefazione di Giancarlo Alisio. - Napoli : CUEN, [1991]. - 388 p. : ill. ; 24x22 cm. Codice SBN NAP0007472 ISBN 8872951011 Collana Architettura e città; 3 BNN sez. nap. VII B 1592
(2) ASN. Monasteri Soppressi, vol. 983., p. 111