Via Partenope Napoli

Via Partenope, o più precisamente il Lungomare di Via Partenope, già Via Litoranea, è una delle vie di Napoli1.

E' considerata il raddoppio di Via del Chiatamone, e a partire dal Borgo dei Marinari, di fatto l’accompagna fedelmente seguendone passo passo l’orografia terrestre, collegandosi ad essa tre volte con Via Padre Dumas Alessandro, Via Ugo Foscolo e Via Nicolò Tommaseo.

Riceve lo sbocco delle rampe del Molo Siglio, l’uscita a sud di Via Cesario Console, Via Vincenzo Giordano Orsini, Via Serapide all'interno, queste ultime due, del borgo di Santa Lucia, Via Tommaseo, Via Dumas e Via Ugo Foscolo.

Questa strada di fatto replica il successo ottenuto con la carrabilità di Via Chiatamone anche se la sua apertura ebbe come obiettivo il massimo dello smaltimento del traffico veicolare pesante, negli anni in cui ancora non era attivo il sottopasso della Galleria Vittoria.
Ma alloraquando, realizzato il passaggio tra Via Acton e Via Giorgio Arcoleo, Via Partenope ha iniziato a solcare il taglio di un territorio adeguatamente adattato dall’artificio della natura e delle architetture dell’uomo che ne replica le valenze paesistiche nelle quali la stessa strada è calata.


Via Partenope e l'edilizia dei grandi alberghi.

Abbandonando quindi l’utilità carraia ha piuttosto acquisito un valore immobiliare inestimabile per la presenza sul posto del Borgo dei Marinari ed il Castel dell’Ovo rivalutati alla luce dei fatti nuovi dell’urbanistica del Novecento.

  • Su di essa quindi sono prospiscienti le facciate del Grand hotel Excelsior, Grand hotel Santa Lucia, Grand hotel Vesuvio, Grand hotel Royal Continental, il palazzo della facoltà di Economia e Commercio ed infine il palazzo Cosenza. Fu iniziata ad opera dall’ingegner Giletta, grazie ad un contratto stipulato il 5 agosto del 1869 con l’allora Comune di Napoli in persona del suo sindaco, Domenico Capitelli ed il Barone Belga, Herman Du Mesnil, tracciandola lungo la linea di costa sul fronte del golfo, con inizio ad angolo di Via Nazario Sauro all’altezza della Fontana dell’Imamcolatella e concludendola a piazza Vittoria, sul luogo detto della Colonna spezzata, laddove il tragitto prosegue con Lungomare di Via Caracciolo. Dai contratti firmati le previsioni stimavano la fine dei lavori in due anni, pur tuttavia, i relativi termini di consegna furono prorogati fino a tutto il dicembre del 1872, anno in cui veniva ultimata solo parte del primo blocco di Via Partenope. Il 6 maggio del 1873 il Consiglio Comunale delibera lo stato di pubblica utilità di Via Partenope e rinvia ulteriormente il termine dei lavori per il secondo blocco al 1 maggio del 1877 e poi la sposterà ancora ed un'ultima volta fino al 4 settembre del 1878. Fu collaudata il 20 novembre del 1883.

Le trasformazioni di Via Partenope ed il confronto con Via Chiatamone.

Via Partenope a quel punto rientrerà nelle opere urbanizzate e catalogate sulla Carta dello Schiavoni che come noto fu redatta tra il 1872 ed il 1880.

  • Da allora, si registrerà la sostanziale trasformazione di questo comparto urbano determinato da due strade, una antica, Via Chiatamone, e l’altra, moderna, Via Partenope, venutasi a trovare la prima strada poco più in alto rispetto alla seconda, alla quale è comunque, magistralmente raccordata dalla gradinata del Vivo d’Aquino Caramanico, a testimonianza della presenza in quel punto dell’omonimo palazzo con ingresso al numero civico 7, di Via Chiatamone e dall’altra stradina di collegamento, Via Dumas in ricordo dello scrittore Dumas, per aver costui soggiornato per qualche tempo presso il casino reale.  Ad occidente, in prossimità di piazza Vittoria, le due strade raggiungono di poco la parità altimetrica all’altezza di Via Ugo Foscolo che le unisce entrambe prima che entrambe sfocino nel territorio della Vittoria, laddove cioè le due strade assumono la definitiva difformità proseguendo, la strada esterna, verso il fronte della Villa Comunale e la strada interna, ripiegando sotto il monte, muore allo storico incrocio tra Via Domenico Morelli, Via Giorgio Arcoleo ed il Fronte Occidentale della Galleria Vittoria.

I progetti di realizzazione di Via Partenope e gli anni del collaudo della strada.

Fu già pensata come strada possibile in un progetto più generale per la città di Napoli redatto da Enrico Alvino nel 1862.

  • Una sorta di piano regolatore elaborato già qualche anno prima, all’interno del quale era largamente prevista la bonifica dei quartieri a ridosso di Pizzofalcone, salvo però, due anni più tardi, vedersi effettivamente presentare un progetto di un imprenditore privato, Antonio Gabrielli, che sembrava riprendere quasi identico il progetto di Alvino, con la sola differenza di sistemare tutto il Lungomare puntando semplicemente sul riutilizzo dei materiali di risulta dai lavori di urbanizzazione precoce. La proposta del Gabrielli verrà superata da quella del Giletta, forte della richiesta che quest’ultimo faceva accompagnare il progetto di bonifica del Chiatamone senza risparmiare il casino reale ed il suo annesso giardino. Il casino reale in quegli anni ospitava l’Hotel Washington. Quattro anni più tardi, l’ennesimo evento franoso dalle pendici del Monte Echia, costrinse la municipalità ad erigere la murazione di contenimento con l’uso speciale dei pilastri a barbacane; la struttura in tufo avrebbe dovuto rispondere a quel tipo di emergenza solo provvisoriamente, ma tutt’oggi l’impianto di contenimento esiste ancora.


Spazio note

(1) [7]: *Pizzofalcone e Le Mortelle / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, 2010. - p. 606 : ill. ; 31 cm. ((In calce al frontespizio : Fondazione Premio Napoli ; MN Metropolitana SpA Codice SBN NAP0544539 ISBN 9788890147883 BNN sez nap VII A 1638/7 LIII