Via Francesco Mario Pagano Napoli

È una delle vie della città di Napoli tracciata nel complesso e variegato sistema viario insediato nell’antica valle dei Vergini alle spalle dell’omonima piazza dei commestibili.
Si immette a ”T” tra i comparti e le giaciture dei palazzi fondati sul promontorio del Quartiere Stella e via Arena della Sanità, una sorta di fondaco commerciale destinato al progetto di fondazione di strada carrabile tra le sezioni interne del Rione Sanità ed il centro storico permanente anticipato, da questo lato dal comparto urbano di Fuori Porta San Gennaro ed il bastione degli Incurabili di Caponapoli.

Tuttavia, la scelta di insediare questo settore con una strada che si inoltrasse all’interno fu molto criticata, segnata dall’opzione sbagliata di riprodurre un fatto del genere già accaduto con l’apertura del vico Freddo alle Pigne nel settore di Santa Maria della Misericordia alle Crocelle, dove, invece, a prevalere, si denuncia, esser state le sole esigenze economiche e funzionali tipiche di una strada di collegamento qualsiasi.

È dedicata al noto giurista Lucano, naturalizzato napoletano, attivo persecutore dei disegni di legge popolari pensate e dedicate alla lotta politica antiborbonica a mantenimento vitale per la Repubblica Partenopea del 1799.


Il tracciamento di Via Francesco Mario Pagano.

È stato uomo di cultura, un intellettuale sedotto dal positivismo europeo, che, per le sue idee e per la sua remissività alla libertà di pensiero, fu arrestato, tradotto dalle galere sotterranee del Maschio Angioino a Castel Capuano di Forcella, ed ivi, giudicato colpevole fu condannato all’impiccagione assieme a Domenico Cirillo, eseguita per legge in piazza Mercato.

  • Il suo nome è apparso sulla lapide commemorativa dei martiri della Repubblica Napoletana affissa sulla facciata di Palazzo San Giacomo a piazza del Municipio. Fino alle trasformazioni dell’Ottocento, via Mario Pagano è stata la più grande area napoletana pianeggiante sorta nel primo Cinquecento, poi centralizzata dalla costruzione fondiaria di palazzi per famiglie nobili o per abitanti semplicemente ricchi ed agiati. Con il tracciamento secentesco del vico Tagliaferri, poi rinominato via Antonio Villari, visto inoltrasi nei territori di Fonseca anche dalla carta di Alessandro Baratta del 1629, ed il percorso non lineare di via Santa Maria del Pozzo inclinata nella direzione di Santa Maria Antesaecula, l’area ha assunto la forma impostata dalla prevalenza di palazzi ed abitazioni unifamiliari affacciandosi sullo slargo di piazza Cavour col palazzo Petina ed il palazzo del dottor Onofrio delle Donne. Mentre in direzione di Capodimonte, via Mario Pagano, spunta di fronte al palazzo Traetto, separato dal palazzo dei marchese di Peschici, al quale, fu per molti anni annessa la cappella dei nobili di sotto il titolo di Santa Maria della Purità all’Arena e poco più avanti ancora oggi si ricorda la cappella gentilizia di Santa Maria del Pozzo, appartenuta ai nobili proprietari del palazzo Andrassi e Sersale.

Le relazioni formali del territorio e sue caratteristiche.

La via si assesta per molto spazio ancora sottratto al vastissimo giardino che si sviluppava fino al tardo ottocento, dal palazzo De Liguoro nelle direzione lungo via dell’Arena alla Sanità e del comparto dei Crociferi.

  • Non essendo mai stata oggetto di fondazioni di sorta, tuttavia questo tratto di strada si teorizza col tempo con la costruzione negli anni Venti del Novecento di un edificio scolastico oggi occupato dal diciassettesimo circolo didattico, Andrea Angiulli, allineata quasi perfettamente al tratto della cortina edilizia sul fronte dello slargo dei Vergini, attraversando anche la facciata di palazzo dello Spagnuolo, giunge fino all’antico palazzo del Conservatorio di Santa Maria Succurre Miseris, in angolo al vicolo della Misericordiella. Questa strada è installata all’interno di un delicatissimo sistema morfologico e tipologico che ancora presenta i segni di trasformazioni ripetute del XIX secolo ed un processo di frazionamento particellare è visibile proprio dal mutamento di destinazione di tutta l’area avvenuta all’indomani della secolarizzazione di gran parte del territorio sacro, molto tempo prima affrancato dal dominio della diocesi napoletana. Fu pertanto definito tipologicamente un intervento urbanistico, detto sbagliato, poiché, anche se all’inizio del XVIII secolo l’occupazione di una zona verde o a giardino accrescesse indubbiamente il valore dell’immobile, come tra l’altro già avvenne per il Vico dei Lammatari, la sperimentazione di occupare suoli e giardini con manufatti di pubblica utilità, ha mancato nell’effetto di concorrere alle relazioni formali col territorio e le sue caratteristiche.


Spazio note

  (1) Estratto da: [5]: *Stella, Vergini, Sanità / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2007]. - CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri; Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007 Considerazioni su Mario Pagano. Qui il PDF dell'Istituto Italiano degli Studi storici e filosofici Benedetto Croce; qui il PDF dell'Old Consiglio della Basilicata.