Via Nuovo Tempio a San Pietro a Patierno

Via Nuovo Tempio unisce il quartiere di San Pietro a Patierno con il centro città di Napoli1 e i paesi vicini.

Era parte integrante della Strada Regia di Caserta voluta da Carlo III di Borbone, il cui intento era di facilitare i collegamenti viari tra Napoli, zona orientale, a ridosso di Secondigliano e Caserta partendo da Piazza Giuseppe Di Vittorio, l’attuale unico ingesso al Corso Segondigliano, fino ad arrivare alla Reggia di Caserta, passando per i territori di San Pietro a Patierno, Casoria e Caivano.  E’ collegata alla principale arteria del quartiere, Viale IV Aprile.

In origine era chiamata semplicemente Via Nuova, la parola "Tempio" fu aggiunta nel 1902 quando il canonico Alfonso Iodice edificò la "Casa delle suore riparatrici di Gesù Sacramento", sul luogo dove nel 1772 avvenne il cosiddetto Miracolo Eucaristico: il 27 gennaio di quell’anno alcuni ladri entrarono nel santuario di San Pietro Apostolo, nell’attuale Piazza Guarino, e rubarono arredi e oggetti sacri, compresa una pisside contenente ostie consacrate; circa un mese dopo, precisamente il 28 febbraio, il giovane Giuseppe Orefice, notò strane apparizioni luminose nel campo del “duca delle Grottelle”, nella località Ducis Criptarum2.


Il prodigioso ritrovamento delle ostie consacrate fu dichiarato ufficialmente “fatto miracoloso” da una sentenza del 9 agosto 19742. Della vicenda si occupò in prima persona l’allora vescovo S. Alfonso Maria de Liguori, che ricorda il Miracolo Eucaristico nel suo scritto Opere Ascetiche.

In memoria del miracoloso evento, all’interno della casa religiosa che attualmente ospita l’Istituto Suore degli Angeli, sito all’inizio di Via Nuovo Tempio, dal lato che congiunge San Pietro con Via De Pinedo, è stato posto un monumento con al centro un mosaico raffigurante la storia del ritrovamento delle ostie.

Dal punto in cui Via De Pinedo finisce nel bivio che porta da un lato sulla Strada provinciale di Caserta (alla quale Via Nuovo tempio è collegata attraverso Via Giovanni Pascale) e dall’altro nel territorio di San Pietro, percorrendo la strada dal lato dell’Istituto Suore degli Angeli, prima di incontrare fabbricati costruiti tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, è possibile imbattersi in un lotto di case popolari nate dopo il terremoto del 1980, mentre di fronte lo spazio è chiuso dal muro di cinta dell’Aeoroporto, che conduce fino all’entrata dello Stabilimento Alenia di Capodichino, adiacente ad un negozio di scarpe per anni fiore all’occhiello del commercio di calzature, da sempre tra i punti di forza dell’economia del quartiere.

Verso la fine di Via Nuovo Tempio si trova la Chiesa di S. Maria della Purità, costruita nel 1894 per volontà del Barone Antonio Colella.

La posizione di raccordo tra il quartiere e il centro della città, la vicinanza con i comuni limitrofi e la presenza di importanti strutture religiose, commerciali e industriali, fanno di Via Nuovo Tempio una strada cardine della vita del quartiere, punto di forza dal punto di vista storico, urbanistico e socio-economico.
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Spazio note

(1) Memorie di corpi urlanti : San Pietro a Patierno : le diastasi della memoria / di Simona Chiapparo ; presentazioni di Raffaele Porta, Pietro Mastranzo ; prologo/epilogo di Giovanni Galano, Enzo Grano ; prefazioni di Vincenzo Esposito, Subarna Ghosh ; saggio introduttivo di Maria Teresa Catena ; epigrafe di Gilberto Di Petta ; opere fotografiche di Aniello Barone ; collaborazione di Nadia Chiapparo … [et al.]. – Napoli : Filema, [2006]. – 243 p. : ill. ; 23 cm. ((In cop.: Accademia delle scienze, delle comunicazioni e delle arti mediterranee. E da: Antico Casale Napoletano di San Pietro a Patierno- Antonio Esposito Centro Studi "L'Idea" Napoli, San Pietro a Patierno 1994; e da: Notiziario dell'82/ I Commissaro Straordinario di Governo-Sindaco di Napoli: avviso pubblico pag. 27
(2) La località era chiamata dal popolo “Piscinella ‘o Bravo”. Il terreno era proprietà Mola, in precedenza della famiglia Macedonio, altrimenti detto del Duca delle Grottelle.
(3) La collina di Capodichino – Alfonso Caccavale, Antonio Esposito, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999