Via Vincenzo Bellini Napoli

Il riguardo per l’architettura e l’urbanistica moderna non ha affatto decentrato la priorità assoluta di via Pessina nel progetto di città realizzata.
E con ciò è confermato fin dall’inizio che i quattro isolati attraversati da via Bellini, offrono le facciate principali su via Pessina e non diversamente. Il livello alto delle decorazioni urbane di questo tratto d’area esprime congiuntamente la volontà di impostare un carattere borghese alla zona, che fino al 1799, ha mantenuto l’impronta borbonica di fatto conclusa sotto la prima porta d'ingresso alla Galleria Principe di Napoli.
La strada si presenta quindi, come il cuore di quell’intervento ottocentesco realizzato tra le alture di San Potito, Caponapoli e Sant'Andrea delle Dame, disegnata col proposito di tracciare ed incentrare una strada luogo in funzione di spina portante all’interno di un sistema di collegamento ispirato alla scacchiera.
Orografia storica di Via Vincenzo Bellini.
Resta tuttavia l’ossatura di quell'episodio urbano atipico per la sua epoca, nonostante a far la differenza sostanziale siano la distribuzione degli edifici costruiti in serie per questo comparto, che fino alla metà del XIX secolo, ancora si presentava secondo la sua forma originaria.
- E cioè la discesa a versante dei giardini di delizia delle religiose dell'Ordine di San Domenico residenti presso il monastero di San Giovanni delle Monache, confinante col giardino del Biancomangiare, proprietà delle clarisse di Santa Chiara a Spaccanapoli e del Borgo Limpiano all’Avvocata. Su via Bellini è aperto l’ingresso principale all’Accademia delle Belle Arti che mantiene ancora aperti altri due ingressi sul fronte di via Costantinopoli. Di quest’area non si hanno abbastanza notizie per approfondirne la storia; è noto solo che le monache di San Giovanni, domenicane devote alla riforma partita dal monacone della Sanità nel 1597, ne acquistarono molta buona parte per attrezzarci case con giardino e luogo di amena contemplazione e non è escluso vi fosse vicino il tratto di un corso d’acqua regolarizzato nel Settecento ed interrato nell’Ottocento. Il tratto d’area è visibilissimo sulla veduta di Alessandro Baratta del 1629, poco meno su quella del Lafrery che è del ‘500, proprio là dove, attorno al 1619 si osservano già costruiti, quindi probabilmente in possesso alle stesse monache, quella che fu la casa del Reggente Davide e successivamente del Bastione vicereale detto del Vasto che risale al 1621.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Centro antico / Italo Ferraro. - Napoli : Clean, 2002. - LXX, 599 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 8884970822 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 1 AutoreFerraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Centro antico - Architettura Napoli - Centro storico - Sistemazione urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Clean Anno pubblicazione.Categorie delle Guide
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