Piazzetta Duca D'Aosta a Napoli

È una piccola piazza di Napoli1, comunemente nota col toponimo di piazzetta Augusteo, giustificato dalla presenza sul posto dell'omonimo palazzo che ne ospita il teatro

E' sita a sud della cortina orientale di Via Toledo, addossata al comparto della Concordia grazie al quale è collegata al Corso Vittorio Emanuele.
Tipico esempio d'architettura anni Venti del Novecento2, essa è un importante contributo per l'assetto moderno della città

Ed è rivista secondo gli schemi immobiliari ben collaudati per la Capitale, non secondo lo stile quanto piuttosto nell’uso proprio delle ultime tecnologie di quei tempi.

Fermo restante che, la piazzetta rimane l’ unico reale successo ottenuto in città dalle elaborazioni e dalle applicazioni delle istruzioni contenute nella Legge sul Risorgimento del 1904, che stava realizzando nuova facciata anche a tutta quanta via Toledo con la costruzione della Galleria Umberto I, anche se, quest’ultima operazione in zona fece comprendere come, l’apertura della piazzetta, secondo il contemporaneo Camillo Guerra, oltre a mutilare parte del palazzo Berio, non beneficiava affatto alle restanti architetture3.


Piazzetta Duca d'Aosta e la rivisitazione barocca dell'architettura fine anni Venti del Novecento.

Gli edifici che formano attualmente l’ingresso alla funicolare per via Cimarosa, la seconda delle due funicolari sul versante ovest della collina del Vomero, terza delle quattro funicolari di Napoli, sono un esempio visibile del cosiddetto barocchetto. 

  • Ovvero, architettura minima ed essenziale ispirata al barocco, ottenuta non senza difficoltà e per effetto della tendenza di quegli anni a costruire edifici con facciate che esprimessero una rivisitazione di vecchi stili o, in alcuni casi più specifici, come nel caso della facciata della funicolare, nuovi ammodernamenti che seppero sfruttare l’esistente. Questa facciata e quella per il teatro Augusteo che si trova a sinistra della piazzetta furono progettati da Arnaldo Foschini ed entrambe tentano di richiamare gli ambientamenti operati in tutta Italia dalla scuola di Roma con a capo Gustavo Giovannoni. L’edificio del teatro Augusteo, prima adibito come cinema e soltanto dopo come teatro, fu il primo tra i migliori palazzi di Napoli, rimodernato tra il 1926 ed il 1930, ad aver avuto privilegio di collegamenti verticali, ascensori, riscaldamento autonomo, l’areazione e le scale mobili. Luigi Nervi si interessò invece dell’uso massivo del cemento armato per il palazzo del teatro Augusteo, culminando nella costruzione della cupola ad anelli concentrici e lucernaio scorrevole posta a calotta di una grandissima sala di trenta metri di diametro; una sofisticatissima copertura del solaio impostato per sollecitazione di due solette, l’una a trazione e l’altra a compressione, tra le quali, stanno bene sistemati sette diverse stanze radiali oggi utilizzate a mo’ d’uffici. Nonostante si fosse trattato di un pezzo tecnologicamente innovativo per l’epoca, venne comunque decorato almeno per la parte dell’intradosso con cassettoni in gesso e foglie stilizzate in stucco5, mentre invece al suo interno il teatro mantenne le prospettive centrali, ispirandosi ai teatri con uso dei palchetti settecenteschi.


Spazio note

(1) Estratto da: Libera D’Alessandro Università degli Studi di Napoli, ”L’Orientale” dipartimento di Scienze Sociali direttore Rosario Sommella, pagg 196 Napoli 2005 Guida editore dep leg 1768906 BNN SEZ NAP III B 503 opera finanziata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito dl progetto “Promozione ricerca” per l’anno 2005 da pagina 175 a pagina 178
(2) P. Belfiore L’Alto Commissariato e le opere del regime, in L'*architettura a Napoli tra le due guerre / a cura di Cesare De Seta. - Napoli : Electa, [1999]. - 262 p. : ill. ; 28 cm. ((In testa al front.: Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Napoli e provincia. - Catalogo della mostra tenuta a Napoli, Palazzo Reale, 26 marzo-26 giugno 1999. Codice SBN UFI0317375 ISBN 8843585940
(3) Camillo Guerra, citato in Fabio Mangone Dal Liberty al barocchetto. Insegnamento e professione dell’architettura a Napolli, 1900-1930, in C. De Seta, op. cit
(4) Ugo Carughi, Gli esordi del cemento armato in rapporto allo sviluppo della città, in AA. VV., Napoli, urbanistica ed architettura del Ventennio, edizioni Il Cerchio 1988, pag. 109
(5) Paolo Belfiore e Benedetto Gravagnuolo, Napoli: architettura ed urbanistica del Novecento, Laterza Roma-Bari 1994, pagina 162