Piazza del Gesù Nuovo di Napoli

Piazza del Gesù Nuovo di Napoli1, zona d’ambiente marginale della città vecchia2, è compresa nell’area di sistemazione radicale e moderna della sezione San Lorenzo.3 

E' stata forzatamente ricavata dallo spazio tra piazza Dante ed il pallonetto a Santa Chiara, ed assieme a San Domenico Maggiore, è la seconda piazza più grande ad insediare il tracciato urbano di Spaccanapoli.


Di grande significato storico, su di essa affacciano la chiesa del Gesù Nuovo con caratteristica facciata, i prospetti opposti del palazzo Pignatelli Monteleone, il muro maestro occidentale della basilica di Santa Chiara, il monastero delle Clarisse, il palazzo delle Congregazioni e la Casa professa del Gesù.

A partire dall’espansione urbana della città verso occidente, è stata inclusa in un’area meglio configurata all’interno della forma urbana di Santa Chiara orientata dalla possente Torre Campanaria, all’angolo della chiesa di Santa Marta ed il palazzo Filomarino della Rocca, decidendo, per tanto, che restasse l’ultima quinta scenica prima dell’accesso preferenziale alla città antica


Breve presentazione storica di piazza del Gesù Nuovo.

Essa corrisponde ad un antichissimo sito destinato da sempre alla sepoltura di rito pagana4 oltre a rappresentare oggi l’epicentro di un tracciato viario irregolare5.

  • Fu interessata dagli sventramenti fascisti della città commissariata nel 1925, non ha mai effettivamente subito le trasformazioni urbane progettate dal Risanamento dei Quartieri Bassi. A partire dal 1972, causa l’incremento del transito automobilistico ed i conseguenti effetti dell’inquinamento da smog, seppur con lentezza, tutta l’area del Gesù Nuovo compresa la piazza è parzialmente interdetta al traffico veicolare6. Si distingue dagli altri spazi pubblici per le invarianti progettuali che la vollero introdurre nuovo elemento per una sistemazione secondaria che ebbe per oggetto proprio questa piazza, attraversata addirittura da una galleria sotterranea, che vedesse collegate tra loro piazza Dante Alighieri7 con l’ex palazzo della Posta, l’attuale sede della Facoltà di Architettura8Fu pensato, in un progetto d’archivio, di smembrare molta parte del complesso monastico di San Sebastiano alle sue spalle, per tracciare, da questa piazza in poi, una strada che fosse succursale una prima volta a via di Santa Maria di Costantinopoli al Museo9, una seconda volta a via Toledo10, una terza al Rettifilo11 ed infine una quarta ed ultima volta alla zona stazione Centrale12Tutte quante le soluzioni proposte all’indomani della ricostruzione fascista della città, non furono mai realizzate per le forme ostative proprie del tessuto antico13 che costituisce piazza del Gesù Nuovo, che, altrimenti inglobata come tale nel primo quarto del decumano inferiore, affianca poco oltre l’originaria linea di confine della città greca tra le sezioni San Giuseppe - Carità e San Lorenzo14Impreziosita dalla presenza della Guglia dell’Immacolata e dal Monastero delle Clarisse, ha via a via assunto la funzione di spazio pubblico già dalla costruzione del palazzo di Roberto dei Sanveverino, terminato nel 1470, oggi la chiesa del Gesù Nuovo, l’unica emergenza monumentale di tutta quanta l’area che, con la massiccia facciata bugnata ed il disegno più sobrio del prospetto del palazzo delle Congregazioni e della Biblioteca dei Gesuiti, costituisce la compatta cortina edilizia.


Spazio note

(1) Dagli sventramenti del restauro urbano. Un secolo e mezzo di progetti per un’area strategica del centro storico di Napoli: l’insula del Gesù Nuovo. 1862-2012 pagg 276-300 a cura di Andrea Pane in: “Restauro e riqualificazione del centro storico di Napoli, Patrimonio dell’UNESCO, tra conservazione e progetto” a cura di Aldo Aveta e Bianca Gioia Marino, Edizioni scientifiche italiane. Stampato a Napoli nel 2012 ISBN 978-88-495-2568-7. Sono gli atti del ciclo di seminari tenuti presso la “Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio” dell’Università di Napoli Federico II, 16 febbraio 2011- 5 maggio del 2012 Copia alla BNN distribuzione 2013 B 455. Operazione n. 26662261802. 723900
(2) La distruzione dell’ambiente, scrisse Beltrami, è la massima offesa che si può indirizzare all’arte. L Beltrami, La conservazione dei monumenti nell’ultimo ventennio, in “Nuova Antologia”, XXVII, 7, 1° aprile 1892, pagina 450
(3) Il piano regolatore che provvide alla radicale trasformazione dell’area del rione Carità di Napoli, propose per il centro antico della città rappresentato in questa zona proprio dalla piazza del Gesù Nuovo, un diradamento cauto ed accurato, preciso se non altro ha lasciar inalterata la struttura generale del quartiere, conservando solo ciò che valesse la pena di conservare e distruggendo tutto ciò che s’opponeva alla salute architettonica sanata di tutto il rione. In: Piano regolatore generale della Città di Napoli. Relazioni, tip. Trani, ivi 1936, pagina 54
(4) D. Giampaola, Il Paesaggio costiero della città di Neapolis, tra greci e bizantini, in Napoli, la città e il mare; piazza Bovio, tra romani e bizantini, catalogo della mostra, Electa Milano 2010 Milano
(5) Gustavo Giovannoni, ispirandosi all’arte urbana di sistemare le città secondo criteri più analogici, diffusa da Sitte e Buls, propose, per il quartiere romano del Rinascimento, una strada con andamento curvilineo, contro la rigida visione urbanistica di sventrare per allineare e costruire continui rettifili, alla maniera di come non ne valse la pena per il piano regolatore scritto da Sanjust di Teulada nel 1908. C. Varagnoli, Dal piano al restauro, teorie ed interventi per il quartiere del Rinascimento. (1870-1923) , in Il quartiere ed il Corso del Rinascimento, a cura si G. Spagnesi , Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1994, pagina 69. Cfr, A. Pane, Quartiere del Rinascimento a Roma; studi e proposte di Gustavo Giovannoni, 1908-1918, in Il restauro ed i monumenti. Materiali per la storia del restauro, a cura di C. Di Biase, Librerai Clup, Milano 2003, pagg 221-226
(6) La sistemazione viaria attuaValori ambientali e criteri di intervento in AA.VV., Il Centro antico di Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, ivi, 1971, vol. II, pagina 202
(7) La galleria tra piazza dante Alighieri ed il vecchio Palazzo della Posta fu un progetto firmato Giandomenico Mayer e Leopoldo Brancaccio. G. Pepe, Progetto di comunicazione tramviaria tra piazza della Posta e piazza Dante in Napoli, in L’Ingegneria Moderna, I, 5, 15 marzo 1900, pagina 26 F. Cortese Studi e proposte per fogne e sottosuoli di città ed accessori, Napoli 1882; ID, Piano di massima per un quartiere settentrionale alla città diviso in dieci rioni, Napoli 1987; cfr Infrastrutture a Napoli. Progetti dal 1860 al 1898, catalogo della mostra (Napoli, 3-21 ottobre 1978) ivi a pagina 71
(8) R. Picone, Restauro, riuso e ripristino. Il palazzo Orsini di Gravina a Napoli. 1830-1936 Clean 2008
(9) Tra i progetti che interesseranno gran parte dell’Amministrazione Comunale e le primitive forme di municipalità organizzata, sono la demolizione dell’edificio delle Fosse del Grano, progetti che videro per la prima volta nella sua storia, tutta quanta l’area del Gesù Nuovo orientata a parziale sventramento di settore per meglio realizzare un varco di collegamento tra la discesa di Santa Maria di Costantinopoli proveniente dal moderno quartiere detto del Museo, ed il pallonetto a Santa Chiara e di lì poi, l’aggancio più facile col Corso Umberto I. (N.F Faraglia, Le fosse del Grano, in “Napoli Nobilissima”, I, 3 1892 alle pagine 39 e 42; Giancarlo Alisio, L’ambiente di piazza Dante in antichi rilievi inediti, in “Napoli Nobilissima”, IV 5-6 gennaio-aprile 1965, alle pagine 185-192; R. De Fusco, L’architettura ed urbanistica dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi, in “AA.VV.”, Storia di Napoli, vol. X, ivi 1971 pagg. 289; P. Rossi, Il quartiere Museo a napoli: una soluzione per la residenza borghese nella seconda metà dell’Ottocento. Disegni e nuove acquisizioni, in “università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Annali 2010”, alle pagine 175 e 208.) All’indomani del 1861, su disposizione comunale venne bandito concorso pubblico per eseguire disegni e progetti per una nuova strada che fosse parallela a via Costantinopoli, già chiamata via Postica, che mettesse in collegamento attraverso un tracciato rettilineo in pendenza assai dolce il Museo Archeologico Nazionale con l’attuale Calata Trinità Maggiore. La proposta, che attirerà molte attenzione tra le giovani leve dell’architettura napoletana, verrà però patrocinata dall’architetto Errico Hetch, il quale, prenderà parte nell’accordo del 1864 di costruire a proprie spese tutta quanta via Postica in cambio di esercitare un giusto diritto sui suoli espropriati. Furono però le controversie giudiziarie in primo luogo degli stessi Gesuiti che scoraggiarono l’architetto impresario, tra l’altro venuto a conoscenza della segreta disposizione data dalla municipalità di quell’epoca di voler limitare il detto percorso al solo tratto Museo Port’Alba. La rinuncia dell’imprenditore lascerà campo libero agli architetti Breglia e De Novellis, che altrimenti procederanno a tracciare la strada secondo i comandi disposti ed esitando quella che oggi è via Vincenzo Bellini
(10) R. De Fusco, Le trasformazioni dalla nascita della società industriale ad oggi, in AA.VV., Il Regno del Possibile. Analisi e prospettive per il futuro di Napoli, Edizioni de Il Sole 24 Ore, Milano, 1986 alle pagine 527-550
(11) Nel corso degli anni Sessanta dell’Ottocento piazza del Gesù Nuovo rifinisce nuovamente oggetto di studio di allargamento ed abbellimento della città a partire dalla nuova Stazione Centrale ubicata in zona orientale, fu da subito questa collegata per tramite del Rettifilo alla città storica, e per tanto, questa formazione indusse gli studiosi di urbanistica ad includere senza mai procedere in tal senso anche l’area del Gesù Nuovo tenendo d’occhio l’asse di piazza Borsa. Zucconi, La città dell’Ottocento, Laterza, Roma-Bari 2001, pag. 71. Cfr. P. Sica, Storia dell’Urbanistica, l’Ottocento Laterza Roma-Bari, 1977-1991, pagg. 428-436; C. Carozzi-A. Mioni, L’Italia in formazione. Lo sviluppo urbanistico del territorio nazionale: antologia critica. De Donato, Bari, 1980, pagg. 432-434
(12) A partire da un bando di concorso pubblico del 1862, lo studio della comunicabilità urbanistica dei settori napoletani rintracciano nuovamente le zone in cui ricadono anche gli ambienti di piazza del Gesù Nuovo, con proposte che intendono intervenire direttamente sul decumano inferiore: Spaccanapoli, cercando di creare attraverso l’artificio degli allargamenti e delle parallele nuove vie di collegamento tra la piazza e la Stazione Centrale, sventrando laddove fu possibile pensarlo tutto quanto il Pallonetto a Santa Chiara con il conseguente isolamento della Torre e lo spostamento della Guglia e ancor più sconcertante fu la proposta di agganciare piazza del Gesù Nuovo alla Stazione Centrale intervenendo tra il decumano inferiore e quello superiore, via Tribunali, con la precisa soluzione di estinguere le forme antiche ed antichissime dei manufatti, che, tutt’oggi lo caratterizzano. La sintesi dei progetti di Amato del 1866, di Francesco De Angelis del 1868, di Felice Barilla del 1869, e Francesco De Cesare del 1869 e che trattano questo tipo di intervento si trovano redatti e commentati in: Centro storico, Marina e Quartieri Spagnoli : progetti e ipotesi di ristrutturazione della Napoli storica : 1860-1937 / Fabio Mangone Pubblicazione Napoli : Grimaldi & C., 2010 Descrizione fisica 190 p. : ill. ; 23 x 25 cm.
(13) Roberto Pane, Il progetto di una strada succursale a via Toledo: continuità di una proposta di ammodernamento della città di Napoli del Novecento, in L’architettura dell’altra modernità, Atti del XXVI Congresso di Storia dell’Architettura, a Roma, l’11 e 13 aprile del 2007, a cura di M. Docci ed M. G. Turco, Cangemi Roma 2010, pagg. 650-663
(14) Mario Napoli Napoli greco-romana, Fausto Fiorentino, ivi, 1959, pagg 57-61
(15) Per la chiesa del Gesù Nuovo di Napoli vedasi: G. Ceci, Il palazzo dei Sanseverino: principi di Salerno, in Napoli Nobilissima, VII 1898; Roberto Pane, Il rinascimento nell’Italia meridionale vol. I,Edizioni di Comunità, Milano 1975 pagg. 215-225