Piazza Mercato Napoli

Il "Foro Magno"1 (1bis) 1ter così come spesso è ricordata nelle fonti e nelle cartografie antiche, si tratta di una delle piazze di Napoli, massima espressione mediata del Centro Storico UNESCO, sede della "Cappella Espiatoria", unico reperto andato perduto sulla pietosa memoria della decapitazione di Corradino di Svevia, del quale, ne reclamarono le ceneri i nazisti nel settembre del 1943 e della cappella di Sant'Arcangelo all'Arena, anch'essa andata distrutta, ricordata per esser stata la chiesa dove è stato battezzato Salvatore Di Giacomo2.

Piazza Mercato, con ancora riconoscibili le forme e le funzioni originarie, e cioè le attenzioni soltanto laiche e commerciali che le sono state imposte dalla tipologia classica, è sorta, come la si vede oggi, sul suggerimento di occupare un largo con piazza porticata ad uso di mercato rionale3 nello spazio pubblico tra gli edifici religiosi di Sant'Eligio Maggiore e la chiesa del Carmine e della Santa Croce, la quale, nel complessivo ordine sparso, assolve anche al compito di ridisegnare il fronte conclusivo della piazza stessa.

Quest’ultima è anche il segno distintivo dell’opera di Francesco Sicuro, il progettista di razza, autore del disegno del Teatro Mercadante a piazza Municipio, che vi mise mano consacrandola esedra della piazza medesima.


Piazza Mercato ed il carattere popolare della Napoli borbonica. 

A sua volta, preceduta da basse ali simmetriche, oggi, questa stessa chiesa, malamente mantiene camuffate dalla moderna edilizia cresciuta spontanea tutto intorno, le statue che un tempo stettero nelle nicchie del teatro di corte di Ferdinando Fuga, e la cupola maiolicata, resta pregna di quel significato drammatico dato dalle pubbliche impiccagioni che la resero la più famosa delle piazze del Settecento napoletano3bis.

  • Resta, tuttavia, chiusa nello specifico carattere popolare a differenza della destinazione d'uso di piazza Dante Alighieri e piazza del Plebiscito, che son state, invece, rese piazze tangenti la più importante strada della città napoletana, con le quali, condivide la sola fortuna della forma ad emiciclo e l'utilità di rappresentare al tempo stesso anche arteria di comunicazione tra parti già esistenti. Via Nuova Marina, che potrebbe collegarla al Centro Antico della città, finisce nel nodo di piazza Municipio, mentre esiste ancora pienamente funzionante un collegamento diretto dalla piazza medesima al Ponte della Maddalena in direzione dei Granili a San Giovanni a Teduccio. Questa piazza risulta l'unico intervento pubblico della città napoletana del Settecento a non aver avuto impostazione aulica4, e tutt'ora, mantiene la sistemazione provveduta da Francesco Sicuro del 1757, come per gran parte della sezione Mercato della seconda municipalità dentro la quale la piazza ricade.

Il vecchio campo Moricino. 

Sotto la superficie di questa piazza passa un tratto del Muricino, poi volgarmente detto Moricino, e cioè un'intercapedine con le mura della città vere e proprie5 .

  • Ed ancora questa piazza è il tratto del vasto ”Campus Fori” prospiciente il mare, che nella sistemazione urbanistica del Seicento comprendeva anche le prime ottine del Borgo degli Orefici fino all'attuale spazio occupato dalle chiese di Sant'Arcangelo agli Armieri Nuova e la chiesetta di Sant'Andrea Apostolo della Confraternita dei Gattoli, lato occidentale. Il Campus inglobava anche la chiesa di Santa Maria La Scala lato nord, e per quanto riguarda il versante ad est il Campus si spingeva addirittura fino a via Foria e i Ponti Rossi, ed infine si ottenne per comodità la toponomastica conclusiva di Campo Moricino per intendere tutta quanta la zona del Campus sopra il Moricino e cioè piazza Mercato. La murazione venne irrobustita con le fondamenta innervate direttamente nel suolo ove questo non presentasse cavità sotterranee con inizio dalla zona ove oggi sorge la chiesa di San Giovanni a Carbonara, e via a via più su, sempre più a occidente tenendo fuori cinta il Borgo dei Vergini ed assicurandosi lo stesso Viceré di tener custodita al di qua delle mura la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli al Museo tenne appunto accosta e in prossimità delle chiese sorelle di Santa Maria della Sapienza e San Giovanni delle Monache un’altra porta da lui fatta erigere oggi non più esistente: porta Donnoroso, un tempo Porta Ursitata.

Piazza del Mercato, la repubblica Partenopea e Masaniello. 

Piazza Mercato è stata epicentro della storia tumultuosa del Vicegoverno spagnolo del Seicento napoletano e del contrabbandiere Masaniello.

  • Tommaso Aniello d'Amalfi, alias Masaniello, fu un pescatore di Vico Rotto al Mercato diventato capopolo della rivoluzione del 1647, destinato a sottoporre a questione meritoria col vezzo delle scorribande di quartiere, gli ideali ambiziosi di libertà ed uguaglianza che niente ebbero in comune nell'umana battaglia del popolo di Napoli contro la pratica delle gabelle, prese a motivo di lotta contro i gabellieri del re. E' stata anche la piazza dei Martiri della Repubblica Partenopea del 1799 eco e conseguenza della Rivoluzione Francese, e a pagarla a Napoli, primo tra tutti gli illustri di quell'epoca, l'ammiraglio Francesco Caracciolo, impiccato sulla nave Minerva, gettato in mare a morte avvenuta e poi recuperato e sepolto alla chiesa di Santa Maria della Catena a Santa Lucia e Domenico Pirla, scritto Perla sulla lista dei martiri fatta affiggere in lapide sul muro di palazzo San Giacomo, afforcato a Porta Capuana, deposto e sepolto alla chiesa di Santa Caterina a Formiello. Vennero afforcati nella piazza anche il banchiere veneziano Pilati, scritto Piatti, sepolto il giorno seguente assieme al cadavere di Vincenzo Lupo alla Cappella di Santa Maria di Costantinopoli presso la chiesa dei Meschini.


Spazio note

(1) ...gente: vuie ve credite ca io sò pazzo e forze avite raggione vuie: io sò pazze overamente. Ma nunn'è colpa da mea, so state lloro che m'hanno fatto'ascì afforza n'fantasi!" Per questi versi: *Cosi parlo Bellavista : Napoli, amore e libertà/ Luciano De Crescenzo. - Milano : A. Mondadori, 1977. - 228 p. ; 21 cm. Codice SBN RAV0145945 BNI 776210 Collana Biblioteca umoristica Mondadori Autore De Crescenzo, Luciano Luogo pubblicazione Milano Editori A. Mondadori Anno pubblicazione 1977
(1bis) "Je so' pazzo, je so' pazzo...Non mi date sempre ragione, io lo so che sono un errore, nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone. Per questi versi: Je so pazzo testo di Pino Daniele. *Storie e poesie di un mascalzone latino / Pino Daniele ; in collaborazione con Mimmo Liguoro ; schede didattiche a cura di Adele Diodato. - Napoli : T. Pironti, 2001. - 145 p. ; 21 cm. Codice SBN CFI0523796 ISBN 8879372467
(1ter) [Liberamente estratto da: Alfredo Buccaro, Architetture e spazi urbani:i tre Fori napoletani, in Agorà. Le piazza storiche dell'Italia meridionale e insulare. Anno II giugno-luglio 1989 numero 4 pag. 27-31 BNN SEZ. NAP. Misc. 7C 4/21]
(2) [Chro. Suessan. ap Pelliccia Raccolte di Cronache I, 57 Registri Angioni numero 19 (1274) f. 27; documendo del 1288 ap. Sabatini Calend. Neapol., Maggio, pag. 58 in Bartolomeo Capasso, La piazza del Mercato di Napoli e la Casa di MasanielloBNN Fondo Pontieri MISC. A 2/29 pag. 5]
(3) [Persino le opere d'arte che vi sorgono hanno la funzione di completare il commercio che in questa piazza vi si tiene in P. Rossi e Santacroce Per una storia delle fontane del Foro Magno napoletano, in Agorà, numero 3 marzo aprile 1989, pagina 33]
(3bis) Nota 16 a pagina 40 di L’architettura del Mercadante dal Teatro del Fondo all’Età Moderna, di Arnaldo Venditti in: Il Teatro Mercadante. La storia, il restauro. A cura di Tobia R. Toscano, 1989 Electa Napoli, pagg 11-42 due diverse collocazioni BNN L.P. Teatro 01. 0133 ed ancora BNN SEZ.NAP. 5. B 2002
(4) [A. Venditti, Urbanistica e architettura nella Napoli angioina, in “Storia di Napoli”, II nota 20 a pagina 30 Alfredo Buccaro]
(5) [Sulla circoscrizione civile ed ecclesiastica e popolazione della città di Napoli dalla fine del secolo XIII fino al 1809- Ricerche e documenti per Bartolomeo Capasso, Napoli 1883]