Via Foria Napoli
Via Foria1(1bis) è una via di Napoli2, una delle direttrici di penetrazione interna alla città, che aggancia tra di loro piazza Cavour e piazza Carlo III, e, a partire da quest'ultima, rappresenta a sua volta un'importante distaccamento viario di accesso interno alla città dal colle di Capodichino in segno di alternativa alla direttice di penetrazione esterna2bis.Essa si sviluppa con un modesto pendio ottenuto nel 1767 per preferire lo scorrimento delle acque pluviali provenienti dai versanti collinari verso la vallata3.
Anche se grossomodo, la sua estensione effettiva partendo dall'area più specifica della chiesa e del Borgo Sant'Antonio Abate terminerebbe esclusivamente presso la chiesa di San Carlo all'Arena, nel punto esatto in cui esistette fino a tutta la seconda metà dell'Ottocento un ingombro fatto abbattere nel riordino di via Foria, voluto da Giuseppe Bonaparte4, un anno dopo la realizzazione dell'Orto Botanico nel territorio contiguo al Real Albergo dei Poveri affidato a Giuliano de Fazio.
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Per quanto riguarda la conformazione attuale di via Foria all'altezza di piazza Cavour lo si deve alla ratifica emessa dal re in persona sulla cessione a titolo gratuito dei terreni lasciati liberi dalle costruzioni buttate giù ed i privati ne godettero pieno beneficio con la sola prescrizione impartita ai direttori dei lavori di mantenere collegata l'ampia piazza ottenuta all'edificio degli Incurabili attraverso una scala a doppia rampa oggi servita effettivamente anche per lo scorrimento delle automobili e ad oriente del largo una piantumazione di filari d'alberi a destinazione schiettamente decorativa, la stessa che oggi di fatto ricopre la vastità di tutta la piazza. La cortina edilizia sul fronte prospisciente Borgo Vergini, l'ingresso al quartiere della Stella ed il piccolo Borgo alle Cavaiole sotto il Museo Archeologico altro non è che un risvolto scenografico degli ingegneri di Murat nella chiara intenzione di arricchire il primitivo progetto del Sovrano Bonaparte di sistemare solo tecnicamente via Foria, senza dover necessariamente riconfigurarne la quinta. Tuttavia queste nuove e continue conformazioni a nord complicarono gli adattamenti per la restante via Foria a sud nel tratto in cui questa procede verso piazza Carlo III. Praticamente dall'attuale distaccamento di Fuori Porta San Gennaro fino al Borgo di Sant'Antonio Abate si progettò che ci fosse
”una piantazione di due ordini di papyri frammezzati con altre diverse specie di piante"5.
Spazio note
(1) [Liberamente estratto da: La cultura neoclassica napoletana nel dibattito europeo. La figura e l'opera di Stefano e Luigi Gasse. Facoltà di Architettura dottorato di Ricerca in Storia dell'architettura e della città XXI ciclo Coordinatore Architetto Starace, Tutor Architetto Buccaro, dottorando Architetto Marilena Malangone.(1bis) Via Foria è considerata anche l'antico pomerio oltre le mura settentrionali della città ducale. Elementi primari ed originari della zona orientale di Napoli. B/ Invenzione di un paesaggio Lidia Savarese in: Un’alternativa urbana per Napoli. L’area orientale Analisi del Territorio e architettura. Collana diretta da Giancarlo Alisio Edizioni scientifiche italiane giugno 1983 Portici BNN SEZ NAP VII B 502 pag. 101
(2) Sembrerebbe non vera la tesi secondo la quale via Foria si chiama così per effetto dell'esito sulle varie trasformazioni lessicali dei toponimi che la indicarono fuori della città e neppure sembra verosimile che si abbia potuto ottenere un toponimo del genere da villa Florita; piuttosto sembrerebbe più certo la sua derivazione da Forino un edificio costruito lungo il suo percorso dai principi di Forino. Vedasi per la nuova trattazione dell'argomento G. DORIA, Le strade di Napoli. Saggio di Toponomastica storica, Ricciardi, Napoli 1943, pp. 191-192. Ed ancora, L. DE LA VILLE SUR-YLLON, Il largo delle Pigne, Foria e la lava dei Vergini, in «Napoli nobilissima», rivista di topografia ed arte napoletana, Napoli 1900, vol. IX, fasc. VIII, pp. 97-101; L. GALANTI, Il bello e il buono della vecchia Napoli. Estratto dall’opera del celebre Carlo Celano. Storia, usi, costumi, bellezze, Edoardo Chiurazzi Editore, Napoli s. d. (1882), pp. 234-237.Conferma questa tesi anche la nota numero 35 a pagina 32 di Elementi primari ed originari della zona orientale di Napoli. B/ Invenzione di un paesaggio Lidia Savarese in: Un’alternativa urbana per Napoli. L’area orientale Analisi del Territorio e architettura collana diretta da Giancarlo Alisio Edizioni scientifiche italiane giugno 1983 Portici BNN SEZ NAP VII B 502
(2bis) Fu allineata affinchè fosse collegata anche ai casali dei quartieri di periferia San Pietro a Patierno, Secondigliano e la vecchia spianata del Campo di Marte, per facilitarne il buon raggiungimento della cavalleria per le parate e le faraoniche esercitazioni della cavalleria murattiana.
(3) [Florio V. FLORIO,
(4) Giuseppe Bonaparte, destinato alla Corona di Spagna, venne sostituito a Napoli dal cognato Gioacchino Murat, proprio nell'efficacia del decreto emesso dal medesimo in favore dell'allineamento di via Foria, ed in forza del qual disegno di legge lo stesso Murat, ottimisticamente ne sperò l'esito in soli sei mesi.Per terminare, quindi, il rettilineo di via Foria venne rasa al suolo un'estensione di terra pari ad 800 palmi napoletani compresi nel tratto in cui oggi la stessa via Foria incrocia gli ingressi speculari alle Crocelle, il Fosso dei Miracoli, al Borgo dei Vergini, via Duomo e fuori Porta San Gennaro.[L’ospedale di S. Maria del Popolo degli Incurabili nel sec. XVI, in «Studi di letteratura, storia ed arte», Napoli 1876, pp. 211-219; G. RUSSO, Napoli come città, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1966, pp. 173-174. Archivio Storico Municipale di Napoli (in seguito ASMUN), Opere Pubbliche, Allineamento di via Foria, f. I (1810-14), "Riassunto de’ progetti per l’allineamento della strada di Foria", s. f., s. d. 14 Ibidem. A distanza di qualche settimana, il sindaco Filangieri era nominato "Commissario dell’Allineamento", mentre Antonio de Simone, primo architetto di corte, diveniva a sua volta "Commissario Aggiunto". Ivi, f. IV (1810-17), Lettera del sindaco Filangieri al de Simone, 29 marzo 1810. 15 Ivi, Rapporto di Gasse e Schioppa al sindaco, 2 agosto 1810. ] oltre al disterro del giardino della Pazzeria.[V. RUFFO, Saggio sull’abbellimento di cui è capace la città di Napoli, presso M. Morelli, Napoli, 1789]
(5) [A.S.M.N., Opere Pubbliche, Allineamento di via Foria, f. VII (1814-20), Lettera del sindaco agli architetti, 4 settembre 1813.]
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