Largo dei Girolamini a via Tribunali di Napoli

E' la piazza dei Girolamini di Napoli1, progettata da Domenico Fontana nel 1599, e cioè, negli anni in cui l'architetto del regno provvedeva a degna sistemazione tutta Via Chaia e la nuovissima facciata principale di Palazzo Reale a piazza del Plebiscito.

Per la sua opera il Fontana chiese che dei 7.000 ducati stimati per la realizzazione dell'impianto, parte di questi li avrebbero dovuti cacciar tutti quelli che con gran beneficio avrebbero aperto porte e finestre sul largo.

E perciò quindi ad esser tassati tra i tanti edifici in zona anche il palazzo del barone Tomasino e Livia Guinazza e la casa della duchessa De Castro al vico dei Panettieri.

I mezzi e le fortune attivate per realizzare lo spazio antistante la chiesa stessa è descritta in maniera uniforme nella documentazione sola parte dell'archivio dei Girolamini oggi di proprietà dello Stato e cioè relativo ai 58 fasci dal 171 al 229 fondo Monasteri Soppressi presso l'Archivio di Stato.


Il Largo dei Girolamini fu per molto tempo costituito ed in parte occupato dai giardini degli Scorziati. 

Per realizzare lo slargo furono distrutte le chiese di San Giorgitiello e dei Barbieri oltre che la casetta di Marcello Caracciolo, che in questo spazio esistevano da almeno cento anni prima.

 
  • A partire dal novembre del 1980 l'accesso alla chiesa dei Girolamini è impedito e la comune liturgia è spostata alla Cappella dell'Assunta con ingresso da via Duomo di fronte alla Cattedrale.  Più storicamente è nota la costruzione e l'abbattimento delle case di Scipione e Roberta Filomarino in luogo di edificarla accanto al chiostro dell'antico cortile del Palazzo Seripando. Ai Filomarino vennero censuati all'anno inizialmente solo 60 ducati contro gli oltre 35.000 del 1602, di cui 23.000 di questi con diritto di spartirli tra i Girolamini, le monache di Santa Patrizia al vicino Monastero di San Gregorio Armeno, la chiesa di Santa Caterina a Formiello e la chiesa dei santi Cosma e Damiano prima d'esser buttata giù. La chiesa vera e propria poggia sulle proprietà costituite dagli orti delle case Seripando e Filomarino e su quattro altre e diverse proprietà riferite ai fratelli D'Afeltro con valutazione dei censi da attribuirsi al monastero dei Santi Severino e Sossio; sulla Casa d'Altomari, mentre il censo sulla casa di Giovan Battista Capece Piscicelli era da riferirsi per la Cappella dei Signori Galeota chiesa dell'Annunziata Maggiore a Forcella. I l chiostro grande fu costruito in parte sulle proprietà comune ai D'Afeltro, in special modo si legge che la casa di Pietro Giacomo D'Afeltro poi passata a Faustina Rossi venne stimato congruo attorno ai 9.000 ducati di cui però i primi 5.000 finirono nelle casse del monastero di Santa Maria a Cappella Vecchia su a Pizzofalcone. Questo tipo di tributo sull'usufrutto di parte del piazzale ove un tempo sorgeva questa casa lo ritroviamo ancora attribuito nel 1861 al Corpo Municipale di Napoli, sulla Casa D'Alois e Mazza, su quella dei Milone, i Piscicelli, Beatrice Pignone, della famiglia dei Firrao e parte delle case di Giulio Cesare Rossi. Per quanto riguarda la biblioteca dei Girolamini di Napoli vennero annessi sulle proprietà dei Fasano e dei De Silvestro, Gagliardo e De Laurentis, Gaetano Capece e Cesare Brandolino. Il comprensorio relativo a sinistra del chiostro piccolo con accesso altrettanto su via Duomo è venuto fuori dalle proprietà delle Case Miradois, del Duca di Cancellara Carafa, di Cola e Clauso, di Cilio, del Marchese della Gioiosa e di Romano. Le case di Pisano e di Cesare Basso anche se mai acquistate dai Girolamini furono ugualmente tutte e due inglobate dal processo di crescita del complesso dei Girolamini di Napoli.


Spazio note

(1) [Liberamente estratto da: *˜Il œlargo dei Girolamini / Borrelli Mario. - Napoli : Tip. G. D'Agostino, 1962. - 124 p., [8] c. di tav. : ill. ; 24 cm Codice SBN NAP0004661]