Via Chiaia Napoli

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E' una delle strade del centro storico di Napoli1 che attraversa e taglia in due l'omonimo quartiere2.
Si tratta di un asse residenziale privilegiato in forza della sua vicinanza agli edifici significativi delle stratificazioni di potere. Gli edifici che ne introducono l'imbocco a nord, affacciano sul largo propriamente detto di Palazzo dove son quasi tutti raccolti.
E principalmente per la loro contestuale importanza, essi sono meglio rappresentati dalle chiese borboniche: la gesuitica di San Ferdinando in piazza Trieste e Trento, e la Minima di San Francesco da Paola in piazza del Plebiscito.
Fu rettificata da Domenico Fontana nel 1599 in vista di un rapido collegamento tra la città medievale e le spiagge della Riviera ed il borgo marinaro di San Leonardo, estraendola da ciò che in antichità fu l'alveo o il cavone delle acque pluviali discese dai rispettivi versanti delle colline edificate in nome del quartiere Monte di Dio ed il Poggio alle Mortelle nell'area di nuova fondazione detta i Quartieri Spagnoli.
Rappresentativa piuttosto di un sinuoso passaggio tra i colli, inclusa nel perimetro intramoenia acquisì un carattere spiccatamente urbano solo nel 1537. E più esattamente allorquando la strada medesima servì da collegamento viario oltre chè anche il primo della città toledina lastricato di selce vesuviane, tra il Palazzo Reale eretto nel 1540 su disegno di Ferdinando Manlio e anche detto il ”Palazzo Vecchio”per distinguerlo dal successivo e più imponente Palazzo Reale del 1600 opera di Domenico Fontana e la nuova Porta Romana meglio nota come Porta di Chiaja, sorgente nei pressi del palazzo Miranda poi detto dei Medici di Ottajano ove una lapide al balcone del primo piano ancora lo ricorda. Sul lato del pilone opposto venne eretto il palazzo Sant'Arpino.
La porta che ancor oggi è possibile ammirarla in una veduta detta Chiaia da Pizzofalcone di Gaspar van Wittel del XVIII secolo, ai limiti della città murata ad occidente, sufficientemente rappresentata anche dalla Carta Lafrery Dùpèrac del 1566 venne fatta abolire per ordine di Ferdinando IV il 25 maggio del 1782.
Carlo Vanvitelli tentò timidamente di opporsi alla scelta operata di abbattere l'ingombro, ma la saldatura della via col Borgo a Chiaia era nell'aria e lo stesso Vanvitelli rivide la sua posizione salutando l'evento come propizio per la cultura progressista di quel tempo.
Da questa porta infatti di dipartivano due ali murate: l'una diretta verso il litorale cingendo le mura bastionate sopra il Chiatamone e sotto l'antichissima Badia a Cappella Vecchia oggi sede della Comunità ebraica napoletana, mentre l'altra risalendo il versante vomerese e circoscrivendo il palazzo del principe di Stigliano poi detto anche il Palazzo Cellamare, a sfruttamento dei dirupi naturali riusciva a lambire e contenere a protezione la chiesa delle Mortelle ed il Ritiro a Mondragone.
Quindi abbattuta che fu la porta di Chiaia nei primi dieci anni del secolo successivo si provvedette a portare a termine anche l'assetto sul lato orientale di via Chiaia e nel 1815 sul preesistente convento di Santo Spirito Leopoldo Laperuta eresse il Palazzo della Foresteria per il vicino presidio oggi il Palazzo della Prefettura di Napoli, tale e quale al già esistente palazzo del Principe di Salerno che gli sta di fronte sorto sul finire del XVIII secolo onde poter completare il Foro Murat ed aprire definitivamente il Largo Carolina.
Merita menzione il Gran Caffè detto ”Il Caffè delle Sette Porte” oggi il Caffè Gambrinus, ristrutturato dall'architetto Crudi e compiuto nel desiderio di ottenere salotto ufficiale per gli intellettuali della Napoli umbertina. Tra gli edifici di grande prestigio storico con facciata prospiciente via Chiaia e rimasti inglobati dentro le mura della città, la chiesa mercedaria di Sant'Orsola e sul sedime del suo chiostro e del suo cimitero nel 1874 venne fondato il Teatro Sannazaro, opera di Fausto Niccolini figlio del celebre Antonio Niccolini autore del Teatro San Carlo non molto distante da via Chiaia all'ingresso di piazza Trieste e Trento.
Via Chiaia mantiene carattere tipologico peculiare delle compatte e continue cortine edilizie derivata dall'originaria orografia del fondo valle, fatto per cui le abitazioni esposte sul monte Echia, cioè nel punto in cui fu più arduo operare tagli incisivi nella roccia gli edifici son costruiti senza corti e senza orti contraddistinti soprattutto da altezze notevoli rispetto agli esigui lotti di base, mentre sul versante per intenderci delle Case dei Santi Francucci a parità di altezze le case si distendono attorno ad un chiostro ed un cortile. Tra i due versanti si ricorda il Ponte a Chiaia, fatto costruire nel 1636 da Emanuele Zunica y Fonseca conte di Monterey, divenuto col tempo uno dei ponti pittoreschi della città vecchia, entrato di buona norma nell'oleografia dell'800, ritratta specie per le criniere dei cavalli al vento che segnano la città di Napoli vista da Tommaso Arnaud assieme ai fregi di Tito Angelini e Gennaro Calì e se non altro utilissimi per averci tramandato l'aspetto complessivo di via Chiaia prima della radicale trasformazione del tracciato viario operata duecent'anni più tardi.
E al di sotto della rampa del ponte a Chiaia sorsero botteghe sulla scia della marcata caratterizzazione commerciale che la stessa via Chiaia andava via a via assumendo.
Nel 1855 la funzione di collegamento viario di questa strada pedonale tra la città vecchia con la Riviera via Chiaia andò superando il primato commerciale di via Toledo.
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Spazio note
(1) Liberamente estratto da: *Chiaia / Benedetto Gravagnuolo, Giuseppe Gravagnuolo ; fotografie di Mimmo Jodice. - [Napoli?] : Electa Napoli, [1990]. - 148 p. : ill. ; 24 cm ISBN 8843533045 Collana Napoli: uomini e luoghi delle trasformazioni urbane. Contributi estratti anche da: *Aree protette e parchi naturali: ricerca, studio, sperimentazione : La Villa reale di Chiaja: storia e futuro : Napoli, Circolo della stampa, 13 aprile 1996 : atti / a cura di Ferdinando Jannuzzi. - Napoli : CNR, Area di ricerca di Napoli, Servizio di ricerca e sperimentazione sulle aree protette, 1997. - 166 p. : ill. ; 21 cm.(2) [Delle notizie del bello, dell'antico, e del curioso della citta di Napoli, per gli signori forastieri, raccolte dal canonico Carlo Celano napoletano; divise in dieci giornate, .. - Quarta edizione in cui si e aggiunto tutto cio, che si edi nuovo fatto in Napoli ne' nostri tempi, e colla contezza delle regali ville alla citta adjacenti, con in fine, un ristretto della vita dell'autore. Giornata prima. [-decima.]. - Napoli : a spese di Salvatore Palermo, dal medesimo si vendono nel Corridoio del S.R.C., e nel vicolo nuovo a S. Biagio de' Librai rimpetto al palazzo del principe di Riccia, 1792. - 11 v. ; 8o. ((Cors. ; gr. ; rom. - Iniziali e fregi xil.]
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