Vico Lammatari a Napoli

E' uno dei vicoli di Napoli1 sorto dalle antiche proprietà dei Florio, detto Vico dei Lammatari.
Costruito interno ed isolato dal contesto di via dell'Arena alla Sanità, con edifici sulla destra di chi entra nel vicolo giungendo da sud, distanziati da un costone di tufo in origine tutto quanto coltivato a frutteto, con spazi guadagnati dal prolungamento degli stessi edifici.

Il vicolo, dalla forma di un semplice budello, è separato da Via Arena dal complesso edilizio con postico a destra della strada, con facciata regolare a sinistra ed un irregolare cambio di giacitura al centro. Ad Occidente, è pressato dall'ordito del quartiere Stella, stretto tra il Borgo dei Vergini in direzione del mare, anticipato dai Palazzi De Liguoro e Traetto in Santa Maria Antesaecula in direzione del Cimitero delle Fontanelle.

Significativo e di grande interesse storico, questo doppio vicolo composto di due assi agganciati a gomito è il più antico riferimento risalente al tempo del Vescovo Severo, nell'area a sud del nosocomio di San Gennaro dei Poveri e le omonime catacombe, già patrono della città nel secolo in cui, oltre alle catacombe di San Severo, gli ipogei sommersi dedicati a San Fortunato subiranno un innaturale bagno di quota alla cui sommità, sotto il vescovato di Vittore, successore di Sotero sorgerà e poi sparire meno di tre secoli dopo la basilica di Sant'Eufemia, a metà del Seicento di patronato della famiglia Angrisana, quasi sicuramente proprietaria e residente stabile nella traversa del vicolo al numero civico 73.


Dal catasto francese di inizio Novecento è ripresa la più grande proprietà della zona nei manufatti di famiglia Fonseca.

Indiziando senza lacuna di sorta l'appartenenza di un ampio podere e di un'originaria censuazione di suolo collegata all'importante famiglia. 

  • Dei suoi giardini di questa famiglia, va detto, trovandosi in pendenza sulla collina adiacente erano, a quell'epoca, già protese ed in un ottimo stato di avanzamento. Al numero civico 41 del vicolo dei Lammatari vi sono ancora porzioni di palazzi di proprietà del Banco delle Due Sicilie, e ai numeri 9 e 12 risultano esser proprietari la Diocesi di Napoli nella figura giuridica della chiesa di Santa Maria in Costantinopoli, la quale, divenendone proprietaria le ha sottratte agli espropri del 1819. Al numero 51 vi sarebbe stata la sede del Ritiro sotto il titolo dell'Addolorata e Sacra Famiglia, fondato nel 1812 da Domenico Coppola ed il parroco Stellati, figurante nell'edizione del Chiarini con aggiunte al testo del Celano coerente con la Carta dell'Ufficio Topografico del 1861 presente la chiesa testè indicata col titolo di Sant'Eufemia al vico dei Lammatari. Il vicolo è già presente, svincolato da altre strade e costruzioni varie con signatura a parte nella direzione degli scavi sull'area delle catacombe di San Gaudioso, nella veduta del Lafrery del 1566 e segue dal Libro Patrimoniale del Monastero della Sanità, postuma descrizione manoscritta di un vicolo spuntato in direzione del cantiere aperto già dal 1570 sull'area oggi occupata dalla chiesa del Monacone. Nella pianta del Gallarano, bellissima copia secentesca del Venosa, tutta colorata nei tratti che servono ad indicare i Lammatari, i territori son descritti come suoli acquistati dallo spagnolo capitano Giovan Ruiz Fonseca,4 e le parti più prossime al tracciato urbano corrispondente al vicolo medesimo definendo chiaro e comprensivo il monastero di Santa Margheritella posto a 25 metri d'altezza a ridosso del giardino e palazzo degli Angrisani con un passaggio ad arcate tutt'ora esistente, dal quale è testimoniato nel '900 è stato occupato dal teatro Felix poi definitivamente chiuso.


Spazio note

(1) Estratto da: [5]: *Stella, Vergini, Sanità / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2007]. - CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri - Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007 e da: Archivio di Stato di Napoli
(2) E' probabile in riferimento agli amidari in napoletano gli ammitari, poi in seguito ammatari ed ancora poi lammatari in alcuni casi anche lammaturi, i fabbricanti d'amido, sostanza prodotta ed usata per i dolci, nella sartoria e dalle lavandaie, di G. Doria, in Le strade di Napoli. Saggio di Toponomastica storica, Milano-Napoli 1971 (ristampa 1982) pag.252], in agevole dissenso col proposito di far derivare Lammatari semplicemente da lame, ossia fabbricanti di spade[R. Andreoli, Vocabolario napoletano-italiano, Napoli 2000 alla pagina 198 ove s'evince con una certa accortezza che alla voce “lama” ivi scritto “lamma”]
(3) [S. D'Aloe Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e dei suoi sobborghi in “Archivio Storico per le Province Napoletane”, vol.VIII.]
(4) [A.S.N., D. Gallarano, Pianta del Territorio di Fonseca 1718, Fondo Monasteri Soppressi, vol. 2819]