Piazza Cavour Napoli

A morfologia urbana stretta ed allungata, essa fu realizzata su spazio stratificato e di confine2, ed oggi, accentuatamente variato per un un possibile innesto di edificazioni che insistono sul suolo delle alture di Caponapoli e Sant'Andrea delle Dame, mutandosi definitivamente il suo aspetto originario, che è stato aggredito in più punti dalle edificazioni moderne.
E' intermedia a piazza Carlo III ad essa agganciata dal tratto di Via Foria e a piazza Dante Alighieri con la quale è collegata, oltre che dai mezzi di trasporto pubblico su gomma anche dalla moderna linea Metronapoli.
A partire proprio dalla Metropolitana moderna della città, su estrazione univoca del progetto di Gae Aulenti, riordinando e ridisegnando lo spazio in superficie, sfruttando combinazioni sinergiche con le infrastrutture preesistenti agli elementi architettonici delle due stazioni ferroviarie collegate tra loro da un tapis-roulant sommerso, è stato dato alla piazza la forma attuale di estensione che si conclude più a sud all'incrocio con la via del Duomo fuori Porta San Gennaro, e gli ingressi alle Crocelle, il Borgo dei Vergini e al fosso dei Miracoli, e poco più avanti, nell'Ottocento fu aperta anche Via Mario Pagano.
Prova descrittiva di piazza Cavour.
La piazza sorgeva primariamente nella prima porzione di Via di Santa Maria di Costantinopoli, sullo scomparso chiostro di Sant'Andrea alle Fosse.
- La zona oggi insediata interamente dalla fabbrica dell'Accademia delle Belle Arti, sulla stessa strada costeggiata dalla facciata della chiesa di Santa Maria in Costantinopoli, e più a Sud l'antichissimo monastero di San Gaudioso delle Monache, le Mura Greche di Piazza Vincenzo Bellini, il Palazzo Firrao e Port'Alba. La cortina edilizia del periodo laurino, più riferita alla porzione sud in direzione dei Miracoli ad incrocio con via del Carbonario, ha incorporato e sostituito la murazione viceregnale e durante il dopoguerra gli edifici di possedimento hanno cancellato l'andamento acropolico della piazza3, ridefinendola come un'area di margine della città storica, ed un massiccio interesse urbanistico si è poi esteso a monte, corrispondente alle alture di Pontecorvo, Avvocata, la Conigliera di San Potito e Santa Teresa degli Scalzi. Uno spazio aperto nel processo di urbanizzazione consolidata e posta tra i diversi sistemi urbani con diverse ed alternate vicende storiche ed un unico punto di permeabilità all'area antica lasciato aperto ed accessibile dalla Porta di San Gennaro. La consistenza spaziale della piazza non è quella di una superficie delimitata e presieduta da una logica formale, ma è piuttosto descrivibile come l'ispessimento naturale di un tratto di strada, una via, mediando e misurando l'osmosi e la distanza di due diverse regole insediative. L'edificio dell'Ospedale degli Incurabili, proposto dal progetto Variante del Comune di Napoli anno 1999 di demolirlo e mai tradotto in pratica, è sorto negli anni 50 del '900 e si attesta a ridosso del dislivello tra Piazza Cavour e la città medievale, spezzando il legame della cortina meridionale, negando di fatto il rapporto delle aree moderne di Napoli ed il nucleo antico della città greca. Una conformazione piuttosto indefinita costituisce il lato monte; un susseguirsi di edifici sociali a carattere residenziale sono sorti allineati ai margini di uno spazio verde, sulle fondazioni di edifici conventuali e case aristocratiche per lo più nell'area meridionale del Largo delle Pigne, pavimentato e regolarizzato secondo gli schemi del Risanamento del 1835, assieme a parte del tracciato del quartiere Stella nel punto esatto in cui questa discende distesa sul piccolo. Ed un confine settentrionale dominato dal Borgo detto delle Cavaiole ai piedi del Museo Archeologico alle spalle del Palazzo della Cavallerizza sotto Santa Teresa degli Scalzi. Un sistema di muri di contenimento costituisce il basamento dei giardini pubblici che da sempre con misure di scarto non molto equivoche occupano l'area centrale della piazza per tutta quanta la lunghezza dei due fronti collaterali al Borgo dell'Anticaglia ed al promontorio detto della Stella. Un primo momento significativo di trasformazione della piazza è legato storicamente alla dismissione dall'edificio delle Fosse del Grano proposto dall'architetto Genovese avvenuto nel 1804 e demolito di fatto solo nel 1852. Nel 1861 all'indomani della cacciata dei Gesuiti dal Regno degli architetti Gavaudan, Genovese e Saponieri inoltrarono istanza di realizzare uno scavalcamento dei giardini del convento di Santa Maria in Costantinopoli, inquadrando l'ingresso a Nord della piazza proprio dal piazzale antistante il Museo Archeologico anticipando il lastricato di selci vesuviane da un grande edificio da molti letto poi come l'idea primitiva dell'attuale Galleria Principe di Napoli. Ebbe inizio in quegli ani terminando solo negli anni 60 del '900 il dibattito sulla sistemazione urbana definitiva della piazza a partire dalla lottizzazione della contrada delle Fosse del Grano, servendosi di iniziative, proposte con progetti arrivati a sommarsi in oltre diciotto copie, tre delle quali meritarono particolare attenzione: il progetto Genovesi-Rizzo-Capaldo, il gruppo Rega-Saponieri ed infine il gruppo degli architetti Capocelli-Torcia-Vacca.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: Piazza Cavour a Napoli, tra analisi e progetto, seminario internazionale di progettazione urbana. Organizzato a Napoli nel luglio 2002 dai dottorati di ricerca in Composizione e Progettazione Architettonica dell' Università degli Studi di Napoli Federico II, la Facoltà di Architettura della MISR University del Cairo, dato alle stampe col titolo iniziale di Tradizione ed Innovazione nei luoghi del Mediterraneo dell'abitare. Il Caso egiziano edizioni CUEN ISBN 887146629-2 Ancora(2) [Piazza Cavour è piazza nel senso etimologico del termine ”piazza” configurato come platea, come ”via assai larga”. In questo senso essa si configura come un margine, per la cui descrizione Derrida userebbe il termine frattura, nella doppia accezione di rottura e di giunto, questo esser linea e spessore. Vedasi per concetto: *Jacques Derrida e la legge del possibile / Silvano Petrosino. - Napoli : Guida, [1983]. -163 p. ; 24 cm. ISBN 8870423352 BNI842460 Collana Esperienze ; 95 Autore Petrosino, Silvano Soggettario Firenze DERRIDA, JACQUES - Pensiero filosofico Anno pubblicazione 1983] Ancora
(3) [Contributo di Francesco Bruno, Tra valutazione e didattica...per un futuro probabile, Napoli, Pironti editori 2005. Raccolta per la tesi di Domenico di Palo su Studi e Progettazione discussa nel Gennaio del 1994 in L'Edilizia a Napoli dal 1918 al 1958 di Carlo Cocchia.]
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