Rione Carità Napoli

È un rione del centro storico di Napoli1, estraneo al complessivo assetto strutturale della parte meridionale di via Toledo1bis, dove si sviluppa in gran parte, e definito dalla letteratura del Novecento, come, la Milano in riva al mare1ter.

Allo stato attuale, si presenta privo della massa dei corpi di fabbriche significative del tessuto storico oggi incluso nell'area del Centro Storico UNESCO di Napoli.


Quel che resta dell’antico rione oggi è tenuto assieme da differenti polarità e gerarchie consolidate in epoca vicereale, unite ad evidenti episodi di interventi urbanistici precedenti ai governi liberali del primo Dopoguerra. La sua forma urbana definitiva, tuttavia è stata raggiunta ”a meglio sistemazione” in un particolare momento della storia della città.
 
Ed ovvero quando questa fu segnata da sventramenti lineari, primo fra tutti il maggior bonificamento possibile, quella profonda incisione operata nell’intricato sistema dei quartieri medievali delle sezioni Porto, Pendino, Mercato e Vicaria, poi da tutti i napoletani consacrato col toponimo di Rettifilo2.


Storia e topografia del Rione Carità.

I confini di questo rione sono definiti dalla centrale di via Toledo, asse dell’espansione del Cinquecento sul versante ad occidente del rione, e via Medina, da piazza del Municipio a sud, e da San Diego dell’Ospedaletto ad incrocio con via Sanfelice e la chiesa dei Turchini a ridosso del piccolissimo borgo di Rua Catalana, aperto e chiuso dalla chiesa della Graziella al Porto e dal parapetto di Palazzo Giordano.

  • L’ingegnere Pietro Pulli dell’Ispettorato delle Opere del Risanamento ed il direttore dell’ufficio per i Servizi tecnici del Comune di Napoli, Carlo Martini, aiutato da Carlo Puoti e Luca Castri, firmeranno nel 1911, la relazione con la quale, giustificheranno l’apertura di una nuova traversa tra le chiese di San Giuseppe ed il Monastero di San Tommaso D’Acquino, entrambi oggi non più esistenti. La costruzione della nuova strada sboccherà poi sulla prosecuzione di via Sanfelice, ovvero, Via Armando Diaz. Con quest’operazione, si volle far penetrare luce, aria e progresso nella zona, e risanare il 3° vico di San Giacomo, il 3° vico del Baglivo, vico Bei Fiori, Belledonne, Mastrocarluccio, Begli Uomini, Gradelle Fiorentini, Uccello, Stretto Fiorenti e via del Teatro dei Fiorentini.
  • L’antica Corsea, fu un’ altra strada distrutta dall’azione del risanamento; appartenne ai Domenicani di San Pietro Martire, denominata anche Territorio di Santa Marta presente alla fine del XVII secolo sulle tavole di Antonio Galluccio visto dentro le mura della città fatte restringere dalla riforma aragonese conclusasi nel 1499 , idealmente circoscritta dalla chiesa di Santi Pietro e Paolo dei Greci, il palzzo Stigliano, la cittadella del Banco di Napoli, il Palazzo Tocco, Monaco di Lapio, Tappia, Lieto, Buono e Cavalcanti, conformata con lotti stretti, allungati e disposti ortogonalmente. Ed infine, la congregazione dei chiostri degli Olivetani, spariti ed in parte occupati da costruzioni risalenti alla soppressione degli Ordini e alle opere dei gemelli Gasse, laddove, allo scomparso convento e chiostro dei padri Olivetani, Stefano contribuì largamente ad un nteressante progetto da includersi all’interno della rete dei mercati rionali della città con una forma ad emiciclo oggi andata perduta da costruzioni apposte più di recente, ma resta ben visibile su una delle dodici tavole di Luigi Marchese disegnate nel 1804 e poi aggiornate nel 1813 a ragione dell’appartenenza al Rione del mercato della Pignasecca.

Le bonifiche e gli anni del Fascio Napoletano.

È stato bonificato l’ultima volta durante le opere del ventennio fascista3, nel tentativo di sortire gli effetti dell’assetto urbano moderno della città secondo valori architettonici, accezioni e regole urbanistiche peculiari delle cosiddette forme avanzate dell’architettura di Stato4.

  • Sulle preesistenze urbanistiche del Risanamento classe 1884 dell’ingegner Giambarba e, dalle istruzioni del medesimo, si pose a fondamento l’audace strada di collegamento tra via Toledo e via Medina, l’attuale via Cesare Battisti, la quale, partendo da piazza Carità, è interrotta dal sopraggiungere da sud all’altezza del palazzo delle Poste e dal palazzo degli Uffici della Provincia, nonchè dalla direttrice di Via Armando Diaz. Il rione della Carità è concluso a nord alle pendici dei Quartieri Spagnoli e dal tessuto immobiliare di nobile fondazione della prima metà del ‘500 espressa dalla facciata del palazzo Mastelloni ai piedi del quartiere di Montecalvario e dei primi anni del ‘700, per quanto riguarda il palazzo Trabucco alle porte della storica Pignasecca, garantita dai varchi privilegiati delle chiese di San Liborio e San Nicola alla Carità. Il palazzo della Nunziatura Apostolica, primo immobile fa ripartire la direttrice di via Toledo in direzione sud. A nord segnano i confini dentro e fuori dal tracciato antico i palazzi Valletta ed Orsini di Gravina. La bonifica del rione nel Novecento fece sparire per sempre uno dei mercati rionali di Napoli tra i peggiori della città, in primo luogo per l’aria appestata dallo squagliamento della sugna, quindi considerato inconcepibile, superiore in questo senso anche ai Marcitoi del Lino di Porta Capuana. Distrusse la chiesa di San Giuseppe ed il monastero di San Tommaso entrambe nella zona dei Fiorentini fino a sostituire definitivamente la via della Corsea5, quel tratto di strada carrabile, l’attuale via Cervantes, laddove prese in affitto una stanza Gaetano Donizetti, fu costretto tra mille difficoltà a concepire il finale della Lucia di Lammermoor6. Scampò all’opera di bonifica il monumentale chiostro di Monteoliveto , stretto tra i fianchi del palazzo delle Poste ed il palazzo dell’INA; nel chiostro, tra il 1588 ed il 1594 affacciava la finestra di casa abitata da Torquato Tasso, prima che il poeta desse alle stampe la Gerusalemme Liberata7.


Spazio note

(1) Contributi: da Palazzo Troise al Grattacielo da pagina 33 a pagina 39 di *Mussolini e le opere napoletane del Ventennio / Giuseppe Basadonna. - Napoli : A. Berisio, ?1980?. - 126 p. ; 21 cm . Codice SBN SBL0631596 BNI 821840. Ed ancora: Un'atmosfera compromessa, medesimo testo da pagina 41 a pagina 44; ed ancora: Paola Cislaghi, Il Rione Carità, Electa Napoli. Uomini e luoghi delle trasformazioni urbane Collana diretta da Giancarlo Alisio Luglio 1998 per conto della Electa Napoli 14520001-62614 BNN SEZ. NAP. VII B 1593
(1bis) Libera D’Alessandro Università degli Studi di Napoli, ”L’Orientale” dipartimento di Scienze Sociali direttore Rosario Sommella, pagg 196 Napoli 2005 Guida editore dep leg 1768906 BNN SEZ NAP III B 503 opera finanziata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito dl progetto “Promozione ricerca” per l’anno 2005; cfr., Daria Margherita: la strada di Toledo nella storia di Napoli, collana di storia dell’architettura e del design, diretta da Renato De Fusco, 2006 Liguori Editore, pag. 3 BNN Sezione Napoletana VII B 419
(1ter) J.P. Sartre, citato in E. Carreri Una Milano in riva al mare, la Napoli fascista e moderna del nuovo rione Carità, in ”A.r.Q”, n° 3 – 1990 pagg 39-41
(2) G. Zucconi, La città contesa. Dagli ingegneri sanitari agli urbanisti. ( 1885-1942), Milano 1989, pagina 25 Si confronti anche, Renato Di Fusco, Architettura ed urbanistica dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi, in Storia di Napoli, vol X Napoli 1971, pp. 273-341; R. Di Stefano Storia, architettura, urbanistica, inb Storia di Napoli, IX vol. op. cit pp. 647-743
(3) I seicento anni del rione Carità. La più grande opera fascista di risanamento urbano, in Rivista Municipale, ottobre 1940, Anno 66, numero 1, p XV
(4) Teresa Colletta, Napoli, la cartografia pre-catastale, Storia della Città, nn° 34-35, 1985. Anche in Cesare De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, Bari 1973, pagg 89-91
(5) Le *strade di Napoli : saggio di toponomastica storica / Gino Doria. - 2. ed. riv. e accresciuta. - Milano ; Napoli : R. Ricciardi, 1971. - 506 p., [20] c. di tav. : ill. ; 24 cm. Codice SBN SBL0433152
(6) Introduzione, tema con variazioni e finale per pianoforte sul motivo favorito dell'aria finale Tu che al ciel spiegasti l'ali nell'opera Lucia di Lammermoor di Donizetti / B. Avella. - Napoli : Settembre e Negri , 18.. - 9 p. ; in 4°. - Codice SBN MUS0091690 Numero di lastra 0000000463 Autore secondario Donizetti, Gaetano
(7) Enorme e pregevole opera dell’Italia rinascimentale, finito per diventare con l’avvento dei governo liberale solo un cortile, abbandonato, poi reso passaggio delle auto, che da via Cesare Battisti, svoltavano per raggiungere via Monteoliveto, definitivamente chiuso ed oggi occupato ed utilizzato come ingresso secondario dalle auto dell’Arma dei Carabinieri dalla vicinissima caserma Pastrengo. Questo è il secondo esempio di recupero ambientale operato dall’Arma nel solo centro storico di Napoli; altro simile episodio sta alla caserma Podgorà al quartiere Stella nell’omonimo complesso religioso dei Minimi di San Francesco di Paola.