Rione Santa Caterina da Siena Napoli

È il quartiere di Santa Caterina da Siena a Napoli1, sorto grazie agli effetti giuridici della legge del 1926 numero 386, la stessa di cui godranno le fondazioni del Rione Duca di Genova a Possilipo ed il rione Vittoria presso l'omonima Galleria al Chiatamone.

Si presenta con edifici ad angolo smussato, omaggio barocco al vicinissimo omonimo monastero nel tracciato a scacchiera dei Quartieri Spagnoli.

Gli edifici, a struttura mista, uno di essi è in tufo all'esterno e con pilastri in cemento armato dentro ed un altro inversamente è in cemento armato annegato nella tompagnatura, sono un ulteriore prova dell’edilizia economica napoletana come lo è stato l’apparato dei villini Scodes a Sant’Eframo Vecchio, entrambe appartenuti al palinsesto dell’Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Napoli, classe 1939, ad alto valore ubicazionale.

Irrimediabilmente indistinguibili alla produzione edilizia dell’epoca delle fondazioni Liberty dei Mannajuolo nel quartiere di Chaia, il rione Santa Caterina da Siena è composto di 3 edifici, due dei quali ceduti dal Comune di Napoli che l’ebbe dalla Banca d’Italia ed uno inizialmente fu destinato agli stessi dipendenti funzionari dell’ICP.

  • Il tutto fu previsto per 112 alloggi di case economiche cedute con locazione a riscatto,  complessivi  di 490 stanze per 990 abitanti nella zona più prossima alla Concordia. I tre edifici occuparono spazio maggiore in direzione dei Cariati, preferendo un allargamento della quota stradale del Corso Vittorio su cui affacciano il quarto, il quinto ed il sesto piano degli edifici,  lasciando intatte le dimensioni del vicolo che corre lungo il perimetro basso della fondazione. Il programma di fondazione del piccolo rione è stato calibrato a seconda della destinazione del livello di benessere raggiunto dai residenti, ottenendo così un andamento architettonico del tipo storicistico. Il blocco residenziale spuntato al corso Vittorio Emanuele ha uno spazioso ingresso con tanto di atrio, mentre la palazzina per i funzionari dell’Ente ha una massa edilizia più articolata da un piccolo pronao con colonne per l’ingresso. Ed infine la palazzina che interessa via Santa Caterina da Siena, ha tre alloggi per ogni scala anziché due come per le altre due strutture che ne compongono l’assetto.



Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Sergio Stenti, Napoli Moderna. Città e case popolari. 1968-1980. Introduzone di Alberto Ferlenga. Napoli 1993 edizioni Clean BNN 2008 A 855, pagg 66-69 Altri contributi: 80 anni di edilizia a Napoli. Vedasi anche: Il finanziamento dell'edilizia economica e popolare. Leggi il PDF