Quartiere Stella

Si tratta di un isolato con strade interne2 determinato dall'altura compresa tra la via un tempo "detta dell'Infrascata" ed il primo tratto a ridosso di Santa Teresa degli Scalzi nel punto esatto in cui al di qua dell'omonima chiesa, sorge il Palazzo dei Regi Studi ad esso separato dal piccolo Borgo detto delle Cavaiole.
Ad est confina col Rione Sanità, col quale divide la proprietà del Palazzo De Liguoro sul fronte a vista del territorio di Fonseca ed il monastero di Santa Margheritella a picco su parte del Vico Lammatari e la chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata e di Santa Giovanna Antida.
Antica proprietà di Scipione Somma e di un sacrario nel recinto del suo distretto, chiuso a Sud dalla cortina edilizia del Rosariello alle Pigne ed una teoria ininterrotta di piccole abitazioni e giardini retrostanti affacciano il quartiere della Stella sull'informe spiazzo fuori le mura, che resta riparato ad Ovest dal bastione degli Incurabili e dal Palazzo degli Studi fino agli ingressi speculari alle Crocelle e al Borgo dei Vergini.
Il quartiere sulla veduta Baratta del 1629 e la veduta di Didier Barra del 1647.
Esiste una casa e chiesa isolata da un bosco di pini lungo la via della Stella, visibile come l'accostamento di due perfette abitazioni distinte e separate da un cortile quadrangolare.
- Una fitta sequenza lineare di costruzioni tardo ottocentesche separate dagli sbocchi su piazza Cavour di Via Mario Pagano, vico Tagliaferri parallelo alla via della Stella, dominano le vicende storiche del miracolo di Scipione Somma e la fondazione del Santuario di Santa Maria della Stella ed il suo convento affidato all'Arma dei Carabinieri all'indomani della soppressione degli ordini religiosi nel Regno. Il quartiere ed il suo sviluppo urbano è indissolubilmente legato alla chiesa e conservatorio della Misericordia ai Crociferi e dalle vicissitudini dei potenti Carafa e Gaspare Roomer, tutti e due in lite sulla ceditura del Palazzo Sannicandro posto all'angolo orientale di Via Stella. La dove sbuca l'ortogonale di un accorpamento di case ad isola, che gravitano introno alla chiesa del Rosariello alle Pigne. Questa, tra l'altro, potrebbe trattarsi dell'antica chiesa di San Martinello della Gioiosa, come testimoniato dalla Platea Torres del 1625 , disegnata su commissione per rendere conto del territorio nuovo in seguito agli espropri dei lotti Mascabruni e Sicula. Gli espropri di cui si fa cenno furono giustificati per rendere comoda la residenza e dimora stabile per i Pii oranti dell'antichissima Congregazione del Rosario in San Domenico, che inizialmente doveva esser invece ubicata di fronte alla Cappella Brancaccio a Spaccanapoli.
Via Stella, la via che taglia di netto il quartiere in salita.
Ed arriva fino all'uscita su Via Santa Teresa degli Scalzi. Fu tracciata poco dopo il 1577, proseguimento di Via Materdei.
- Segno del primo passo importante di quell'evoluzione dell'area con articolazione urbana meno nota rispetto al territorio di Santa Teresa degli Scalzi vero e proprio chiuso a ponente dal mastodontico edificio del Colosimo. Il tavolario del Gallarano del 17183 offre una veduta del quartiere già più moderna e verosimile alla forma che attualmente mantiene: suddivisa in quattro isole, di cui la più grande attorno alla curva di salita Stella e descritta come Santa Maria della Stella dei Padri Minimi e tra questa isola e l'isolato di Via Fonseca vi è un altro isolato di forma trapezioidale ai confini di un ulteriore isolato irregolare pendente sul fronte ad Ovest oggi occupato dalle propaggini della caserma Podgora4. Infine su via della Salita della Stella si svolgono quattro lotti sottoposti al pianoro del Santuario e del sacro Ordine dei Padri Minimi che ne mantengono la proprietà ripartite e censuate sui territori ancora di proprietà dei Fonseca. Nella platea di Santa Teresa si legge che il dottor Gaicomo Spano, nel 1633 lascia alle carmelitane una casa ad uso abitazione sotto i gradoni di Santa Maria della Stella. Una tale Manni vedova Carbone nel 1657 lascia in usufrutto alle Carmelitane un appartamento sito alla Salita della Stella lasciatole in eredità dal secondo dei tre suoi mariti, e dovrebbero esser nello specifico le case agglomerate in vico Castellina ai civici 14, 18 e 21 proprio allo spuntar del vicoletto Stella dove in effetti si trovava il dormitorio ad occidente della chiesa e del chiostro. Ed ancora si riporta di una lite tra le carmelitane ed il reverendo padre canonico Amoretti e della sua precisa volontà di edificarvi nel tal vicoletto Stella all'ingresso numero 10 una cappella forse di fatto mai realmente costruita o forse si e poi di nuovo scomparsa non è ben chiaro a vista delle platee che ne riportano soltanto la dicitura5. La carta planimetrica del 1775 non reca affatto novità a parte l'insediamento francescano nel Santuario oltre anche a qualche nuova edificazione di giardini pensili a favore di un equilibrio dell'asse sui giardini in terrapieno, mentre l'unica vera e più evidente modificazione la si riscontra nella carta del Real Opificio Topografico del 1830 quando su suolo libero ad angolo di Via Fonseca e via Stella ritroviamo edificata una sorta di fondaco a vicolo con basse costruzioni e nel secolo successivo si rileveranno ulteriori insediamenti abitativi.
Spazio note
(1) Estratto da: [5]: *Stella, Vergini, Sanità / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2007]. - CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri - Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007 e da: Archivio di Stato di Napoli(2) [Carta del CTS per la variante al PRG di Napoli, Napoli 1990 Tullio Pironti editori]
(3) [ A.S.N. Relazione del Tavolario Donato Gallarano firmata 23 agosto 1718, Monasteri soppressi, vol. 2819]
(4) [A.S.N. Libro maggiore del Patrimonio. Ragguaglio in disteso della fondazione del venerabile Convento di Santa Maria della Stella dei PP Minimi di San Francesco di Paola, Napoli 1725 24r]
(5) [G. Nicodemi, Cappella Amoretti in “Napoli sacra. Guida alle chiese della città di Napoli”, 14° itinerario, Napoli 1996 pag. 847]
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