Rione La Bussola Gianturco

È un isolato del Rione Luzzatti di Napoli1, sito in via Emanuele Gianturco, nella zona meglio nota come il Rione della Bussola cosiddetto per la nuova direttrice intitolata a Carlo Bussola.
L’isolato interessa il tratto della medesima stradina interna al blocco del Luzzatti fino all’incrocio di quest’ultima con via Freccia Marino e ritorno su via Emanuele Gianturco da e per via Fragianni. Resta ad angolo di via Gianturco immediatamente prossima a via Taddeo Sessa.

Fu realizzato dall’Istituto Autonomo Case Popolari nei pressi del fascio ferroviario diramazione sud sud-ovest, raggiungibile per questo dalla fermata Gianturco, prima ed ultima della metropolitana storica di Napoli. 

L'opera fu portata a compimento nell’anno solare 1946-1947, su progetto di Cosenza, Coen e Della Sala, su di un’area di 6.500 mq, di cui 2.500 di superficie coperta.

  • Si presenta alquanto complessa ed articolata: due edifici a ballatoio con alloggi da due stanze e 4 posti letto, assai simili alle costruzioni dei quartieri popolari di Barra, ed altri 4 edifici in linea2, alloggi da tre stanze per sei posti letto, per un totale di 130 alloggi e 340 stanze. È importante come risultato finale delle abitazioni napoletane dell’area orientale della città poiché esso risulta essere appena un quadrante dell’intero rione Luzzatti opera dell’ingegner Primicerio del 1914, rimasto escluso dall’insediamento popolare, interrotto dallo scoppio della seconda Guerra Mondiale e poi ripreso per concorso indetto, su di un territorio orami profondamente mutato dagli sconvolgimenti politici. Alla ripresa dei lavori, in città cessò quel clima di spiritualità eterna dettata dalle seduzioni del Fascismo, e piuttosto ci si operava a sopportare le sollecitudini del Dopoguerra, ed in questo caso, al gruppo vincitore del concorso fu chiesto di trattare il completamento del rione con artifici da usarsi per palazzi che, oggi, si presentano "didascalicamente moderni"3.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Sergio Stenti, Napoli Moderna. Città e case popolari. 1968-1980. Introduzone di Alberto Ferlenga. Napoli 1993 edizioni Clean BNN 2008 A 855, pagg 66-69 Altri contributi: 80 anni di edilizia a Napoli. Vedasi anche: Il finanziamento dell'edilizia economica e popolare. Leggi il PDF Ancora (2) Gli edifici in linea mantengono l’orientamento d’esposizione, anche se il posizionamento delle scale è ribaltato, queste peraltro sono areate ed illuminate da finestre in vetrocemento, tutte poste all’interno elle logge degli appartamenti; sulla facciate dei palazzi in linea i pieni hanno la prevalenza sui vuoti. Ancora (3) La risposta fu: palazzi a tipologia ballatoio per il lato nord-sud, altrimenti in linea e con scale ribaltate per il lato est-ovest e così facendo, si ottenne per tutti gli alloggi, la medesima esposizione, con i letti a levante, soggiorno e cucina a ponente.