Via Antonio Labriola a Scampia

Corre parallela al Viale della Resistenza offrendo collegamento tra loro a via Galileo Galilei dall'alto del rione Ghisleri con via Ettore Ciccotti presso l'area sud del Rione Don Guanella. Incrocia via Tancredi Galimberti alla prima rotatoria di quest'ultima.
Fu collaudata definitivamente nel 1972, ma aperta almeno dieci anni prima senza nome, servita solo per come passo carrabile per gli automezzi impegnati nella costruzione degli impianti di residenza pubblica, prime tra tutte, le notissime Vele di Scampia.
A proposito delle quali, poi, in vista della presunta demolizione, ostracizzata fino a tutto il 2016, su questa stessa strada furono costruiti 64 nuovi alloggi detti, E.R.P., (Edilizia Residenziale Pubblica) per sostentare di un nuovo domicilio gli sfollati delle Vele, nell'ambito del programma sostitutivo delle stesse quando queste saranno collassate. Per quell'unico e solo motivo quindi, su quest'asse all'incrocio con via Gobetti e all'incrocio via Don Diana, carreggiata direzione Don Guanella fu imposto, a partire dal 14 aprile del 2016, per ordine del dirigente Ottava Municipalità, il dispositivo che limitava l'insediamento dello spazio considerato onde avviare la costruzione delle nuove unità abitative.
Brevissime considerazioni su via Antonio Labriola.
È la diametrale del viale della Resistenza e con essa gira semicircolare attorno alle Vele di Scampia.
- Via Antonio Labriola, cessata la sua principale funzione di strada di servizio, fu lasciata lastricata sul posto per perimetrare un secondo nastro di scorrimento attorno alle Vele, ed esautorata anche quest'ultima funzione, fu nuovamente ripensata come contributo alla riqualificazione di Scampia occupando i lotti ai margini della strada con strutture di ultima fondazione. I fattori comunque legati alla mancanza del diritto di proprietà dell'immobile occupato dagli assegnatari, la loro etnia sempre diversa ad ogni nuova generazione ed infine la commistione sociale della popolazione ha di fatto però influenzato l'inclusione sociale posta alla base del progetto di recupero dell'area di Scampia relativamente al decennio 2006 - 2016. Poco prima dell'approvazione del progetto di riqualificare il quartier, su via Antonio Labriola, gli studi di ricerca condotti hanno evidenziato una complessità di unità tipologiche d'abitazione, spesso costruite abusivamente a soddisfazione dell'articolata composizione sociale della popolazione che ivi vi risiede. Su questa strada fino al 1991, dati della Federico II, abitava il 10% dei 43.889 residenti ufficiali di Scampia. Ed anche su buona parte di questa strada sono presenti strutture inizialmente destinate a parti attive della zona detta, nuovo quartiere città, da realizzarsi nel cuore di un quartiere pubblico come quello di Scampia, a carattere fortemente monofunzionale e tuttavia mai avvenuta o perchè non sono mai stati terminati gli spazi considerati o perchè questi ultimi sono stati dapprima vandalizzati ed in seguito occupati per installarci fortificazioni criminali, quasi sempre, a beneficio delle piazze di spaccio. Anche qui ritorna non secondario il problema che affligge notevolmente tutto il quartiere di scampia. Ovvero la compresenza di diverse categorie di abitanti che creano promiscuità. Ciò è intuibile dalla presenza sul rettilineo di via Antonio Labriola di tipologie edilizie diverse: le case delle cooperative, abitate dal ceto medio garantito, gli unici in tutta la zona ad esercitare il diritto di proprietà dell'immobile occupato, segue la presenza seppur modesta del basso ceto medio, gli abitanti delle Torri, ed infine il proletariato marginale, o meglio tutti coloro che abitavano per assegnazione le Vele, poi di seguito abbandonate. Il suo unico centro di aggregazione possibile è al suo punto nord attorno all'edificio della chiesa parrocchiale. La strada è intitolata ad Antonio Labriola, filosofo. Figlio di Francesco Saverio Labriola, a sua volta, questi, nipote del rivoluzionario Mario Pagano, al quale, il comune di Napoli ha dedicato una strada stretta tra il quartiere Stella ed il borgo dei Vergini nel cuore del centro storico UNESCO di Napoli.
Via Atnonio Labriola è una strada rettificata a ridosso di una zona detta ” area di innesco”, un giusto rapporto tra spazio e ciò che di nuovo è stato costruito.
- Per area di innesco nella valutabile innovazione urbanistica deve intendersi l'area su cui si vuole costruire immobili che ospiteranno nuclei familiari espropriati da altri immobili destinati alla demolizione. Parte di questo processo fu realizzato all'indomani dell'estate 2016 proprio su questa stessa strada, divenuta famosa per aver ospitato per prima i cosiddetti fabbricati d'innesco, e portare a compimento l'intenzione di ricostituire attraverso la nuova architettura i legami tra i residenti di Scampia verso i luoghi smagliati del quartiere, il tutto tenendo conto dei tempi di lavoro, le risorse finanziarie disponibili, la fattibilità e la gestibilità degli interventi, dovendo la medesima esecuzione dei lavori fornire una risposta immediata ai problemi reali rappresentati dall'afflizione Vele di Scampia nella zona. Le nuove abitazioni aperte su questa strada tennero conto principalmente della consistenza dei nuclei familiari assegnatari, composti prevalentemente da anziani e subito dopo da coppie di giovani sposati con aspettative di allargare il nucleo familiare; condizioni che giustificarono l'aggiunta ai nuovi alloggi di 10 m2 in più rispetto ai 45 previsti dal Regolamento per l’esecuzione degli interventi di edilizia sovvenzionata classe 1980, onde consentire il naturale svolgersi della vita quotidiana degli assegnatari che nel caso degli anziani è noto necessitano di maggior spazio vitale date le note condizioni di invalidità e per i giovani consentisse di sperare in una nuova generazione di figli ai quali non far mancare spazi privati dove praticare l'accrescimento della propria individualità. Ciò a potuto rendere pubblico l'interesse delle classi politiche italiane dei primi anni Dieci del 2000 di restituire dignità ai luoghi afflitti dal degrado, l'analfabetismo, la disoccupazione e a partire dal problema casa si è voluto definire il corretto profilo pubblico residenziale mediante una generale riqualificazione della zona, un uso più pertinente e corretto dei nuovi materiali che costituiscono l'armatura delle case, il contesto esterno dedicato alle autovetture, la pedonabilità, il ripensamento degli adeguati spazi di verde soprattutto per i bambini ed i disabili e le attrezzature per la socialità e lo sport.
Spazio note
(1) Giovanni Laino, professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, è il coordinatore dello studio di caso a Napoli. Consulente del Comune di Napoli, per l’Assessorato alle politiche sociali dal 1996 al 2001, ha coordinato il locale PIC Urban, ha redatto il Piano Comunale per l’Infanzia e l’adolescenza e il progetto comunale per il Reddito Minimo di Inserimento. Per un breve periodo ha seguito direttamente anche parte delle vicende del quartiere Scampia. E’ autore del testo della scheda. Daniela De Leo, Dottoranda presso il Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Napoli Federico II, ha raccolto i dati, realizzando, spesso con Laino, le interviste. Ha cooperato alla composizione complessiva del testo, di cui Laino è responsabile. NEHOM Neighbourhood Housing Models Contract no. EVK4-CT-2000-00027 Proposal no. EVK4 – 2000 – 00644 Duration: 1. December 2000 – 1. December 2003. Project under the EU 5 th Framework Programme: Improving the quality of urban life Le politiche pubbliche per il quartiere Scampia a Napoli.Categorie delle Guide
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