Mappa del Duca di Noja 1775

Mappa del Duca di Noja indica la serie di 35 tavole di rame, sulle quali, è stata fissata l'immagine della città di Napoli nel Settecento suddivisa secondo l'originaria disposizione dei Seggi e sulla quale resta impressa la dimensione effettiva del Miglio d'Oro e la primitiva disposizione delle sue ville.

Fu commissionata a Giovanni Carafa, duca di Noja, che, laborioso ne avviò l'opera nel 1770, inizialmente col proposito di dedicarla a Carlo III re delle Spagne, ma fu perfezionata solo cinque anni dopo nel presente di Ferdinando IV re delle Due Sicilie.

Venne ultimata solo dopo la morte del suo ideatore e solo per concorso avvenuto di parte del principe di Monteroduni, Giovanni Pignatelli, e del matematico Nicolò Carletti, professore emerito dell'Accademia di Belle Arti. Quest'ultimo prima della definitiva pubblicazione delle tavole prese incarico su iniziativa personale di apportare modifiche sulla consistenza iniziale data alla mappatura.

Il lavoro d'incisione su rame, custodito oggi alla Biblioteca Nazionale di Napoli presso la sala dei Manoscritti e Rari, iniziò ad opera di Giovanni Carafa, riconosciuto sulla mappa col titolo di scienziato cavaliere, avvalso della consulenza specialistica dell'agromensore Vanti, colui il quale tracciò le linee di confine territoriale e dei celebri professori d'arte Giuseppe Aloja, Gaetano Cacace, Pietro Campana e Francesco Lamarra.


Sono segnalate nella rubrica dallo stesso duca le augurate collaborazioni.

Queste occorsero per la stesura della mappa da parte dei nobili dei seggi secondo cui a questo schema la stessa mappa fu poi divisa.

  • Quindi a legenda inizia l'omaggio del duca al principe di Cariati Giovan Battista Spinelli, per il seggio di Nilo, zona Regio Nilensis, a fra' Giusepp'Antonio, commendatore Francone e Gennaro di Maio duca di San Pietro entrambe per il seggio di Forcella, Vincenzo Capecelatro duca di Siano per il seggio di Porta Capuana, Giovan Battista Alertini principe di Cimitile per il seggio di Portanuova, zona Borgo degli Orefici, Andrea di Gennaro, marchese d'Auletta per il seggio della rispettiva zona Porto ed infine a Giuseppe Califano per il seggio di Popolo. Dalle tavole è chiara l'effettiva densità urbanistica del centro storico di Napoli letteralmente cambiato rispetto alla schermatura topografica offerta dalla mappa precedente disegnata da Alessandro Baratta nel 1629. Si tratta comunque di un eccellente lavoro topografico che realizza pienamente il proposito di pianificare l'oggetto urbanistico degli studi e delle ricerche di fine Settecento, riferendo anche in maniera suggestiva quanto di fatto già la letteratura denunciava, e cioè, l'ampio respiro della crescita napoletana verso la cinta delle colline. Ad ovest si osserva la spinta immobiliare verso il colle di San Martino e molta buona parte del versante collinare del Vomero, sulla bassa piana di Chiaia e nuovamente il colle a mare di Posillipo. A nord ovest si nota la crescita puntellare la macchia di verde mediterraneo della collina di Capodimonte alla quale non verrà fatto mancare il cantiere già aperto della Reggia oltre il bosco. Chiude la perfezione della corona collinare gli interventi presenti sulla collina di Lutrecco. Resta spianato senza bosco e senza case l'ampia radura del Campo di Marte e buona parte del quartiere di San Pietro a Patierno. Precisazione vuole che la mappatura indica una proliferazione di casamenti e ville lussuose tra alberi e radure più o meno grandi nell'intrigato bosco di Capodimonte, segno che andrebbe letto piuttosto come un desiderio di risiedere non tanto con sfarzo, ma quanto più vicino alla reggia. Infatti, sulle tavole si vede chiaramente la disposizione delle ville non più a casaccio sul territorio ma secondo una linea di successione senza soluzione di continuità lungo il corso Napoleone, oggi, il Corso Amedeo di Savoia. Sarà egli stesso il duca di Noja a segnalare pazientemente tutto l'apparato immobiliare presente sulle tavole a cominciare dal Real Albergo dei Poveri di piazza Carlo III.


Spazio note

(1) Autore: Carafa, Giovanni (duca di Noia) Data: 1775 Fondo / Raccolta: Sezione Manoscritti e Rari Tipologia documento: Cartografia Formato documento: TIFF Contenitore oggetto digitale: Codex Collocazione: S.Q. XXVII L 100 Mappa topografica della citta di Napoli e de' suoi contorni / Gio. Carafa duca di Noja ; Niccolo Carletti ... corresse, e scrisse ; Gius. Aloja ... incis - [Napoli : s. n.], 1775 - 1 c. geogr. in 35 fogli ((A margine: Veduta scenografica a ponente della citta di Napoli in campagna felice; Spiegazione storiografa dell'antico e del moderno della citta di Napoli )) Vai alla Mappa topografica della citta di Napoli e de' suoi contorni presso la BNN  A questo link invece puoi osservare la mappa in digitale direttamente nel tuo browser.

Il breve testo che segue è stato estratto da: Lettera ad un amico, contenente alcune considerazioni sull’utilità e gloria che si trarrebbe da una esatta carta topografica della città di Napoli e del suo contado. [di Giovanni Carafa duca di Noja], Napoli 1750 seguita dalle didascalie di Niccolò Carletti alla Mappa topografica della città di Napoli e de’ suoi contorni, stampata a Napoli nel 1775 a cura di Fernando Loffredo Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dipartimento di Discipline Storiche Napoli, maggio 2009. "Alla Maestà di Carlo III, re delle Spagne, pio, felice, augusto padre della patria, questa mappa topografica di Napoli e dei contorni, incominciata nel suo felicissimo governo da Giovanni Carafa duca di Noia a pubbliche spese, e perfezionata nel presente di Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, principe ottimo, indulgentissimo, l’ordine ed il popolo napolitano Giovan Battista Spinelli principe di Cariati, per Nilo 13 Fra Giusepp’Antonio commendatore Francone, per Montagna Gennaro de Maio duca di San Pietro, per Montagna Vincenzo Capecelatro duca di Siano, per Capoana Giovan Battista Albertini principe di Cimitile, per Portanuova Andrea di Gannaro marchese d’Auletta, per Porto Giuseppe Califano, per lo Popolo. Dappoiché determinò nell’anno 1750 l’ordine ed il popolo napolitano formarsi la mappa topografica della città e suoi contorni, ne commise la direzione a Giovanni Carafa duca di Noja. Questi, scienziato cavaliere, diede mano alla grand’opera assistito dal gromatico Vanti, che formonne l’intera delineazion geometrica e diede in seguito l’incominciamento alle incisioni in rame, avvalendosi de’ bolini de’ celebri professori Campana, Aloja e Lamarra; ma prevenuto il Carafa dalla morte, rimase per molto tempo tal’insigne opera nell’oblivion sepolta. Nell’anno 1769 risorse, addossandone il pubblico la cura di perfezionarla a Giovanni Pignatelli principe di Monteroduni, che la ornò e condusse a fine; per lo cui effetto Niccolò Carletti, professor delle architetture e matematiche del nostro pubblico, nell’anno 1775 molte correzioni vi fece per le case mutate ed agiunte allo stato presente della città, e vi combinò in ultimo non già un indice topografico, ma un’accorciata spiegazione storiografa dell’antico e del moderno di essa, avendosi riserbato lo scrittore dare alla pubblica luce le note corrispondenti in un libro ad illustrarne i fatti.