Zona La Loggetta a Fuorigrotta

E' una zona del quartiere di Fuorigrotta a Napoli1, a sua volta conformatasi come vero e proprio secondo quartiere modello, nel senso stretto della parola, cioè, esempio di organismo residenziale dal carattere tipologico di borgo allineato alle vie di comunicazioni dalle quali trae sostentamento. 

Rappresenta uno dei tanti elementi di direzione primitiva di orientamento del nuovo modo di abitare nell’ambito del progetto dello Stato italiano del 1948.

E cioè sostanziare il Territorio di nuovi moduli abitativi a specifica destinazione d’uso per famiglie che abbiano dichiarato un comune livello di reddito.
Il rione La Loggetta appartiene, dunque, al programma economico co-finanziato dal Ministero dei Lavori Pubblici, l’Istituto Autonomo Case Popolari, la Cooperativa di Dipendenti del Ministero dei Trasporti e dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, e dai napoletani più semplicemente conosciuta come INA-Casa.

Nonostante ciò, il rione è da considerarsi massima unità elementare per residenza, composta da 753 alloggi per 3.801 vani installati nella densità antica del tessuto agreste delle conche dei Campi Flegrei a fortissima prevalenza paesistica.


La struttura è venuta su con precise istruzioni funzionalistiche del nuovo sistema.

E cioè quelle estratte dalle impostazioni del Piano Regolatore del 1939, obbligatorie per tutte quante le aree ritenute edificabili sulle aspre terre crateriche, senza, necessariamente materializzare alcuna dimensione storica.

  • Piuttosto, il rione sembra ben sistemato all’interno di uno schema assiale, che a sua volta governa l’andamento apparentemente pittoresco delle infrastrutture esistenti su tutto il territorio bonificato di Fuorigrotta2 e Bagnoli per massima parte dall’azione degli architetti autori della fondazione del quartiere espositivo delle Terre Italiane d’Oltremare, finanziati coi soldi del Regime3 affidati inizialmente al prefetto Castelli e successivamente gestiti da Pietro Baratono. Fin dall’inizio fu prevista netta e globale la fornitura di tutti i servizi per la vita domiciliare degli assegnatari. Per queste precise motivazioni il rione venne dotato di una scuola elementare, un asilo, un centro sociale, un’area attrezzata per i giochi, la socialità per gli adulti e gli anziani, il mercatino e la chiesa parrocchiale Frutto dell’espansione a nord dei complessi edilizi di tipo popolare, in uso alle collettività rappresentate da un numero superiore alle mille unità, il rione è sorto nel 1957, sulla base dei Piani predisposti per dar maggiore unitarietà a tutte le altre costruzioni edilizie sorte spontanee che campeggiano senza alcuna disciplina, la cosiddetta edilizia abusiva. Tuttavia, lo stesso rione, fu edificato su aree identificate comne non edificabili. La configurazione del territorio ha facilitato l’affermazione del concetto di unitarietà dell’abitato, quindi il Rione si presenta come una fortificazione a quattro lati con quattro accessi da ritenersi primari, benché superati da altri varchi secondari prodotti soltanto in seguito e senza alcuna autorizzazione, e comunque, tutti quanti affluiscono ad una rete stradale interna indipendente, facente capo nei suoi punti estremi alle costruzioni preesistenti della Tangenziale di Napoli, raggiungibile ad ogni modo anche da collegamenti storici, via Cintia per Soccavo e via Pigna per il quartiere alto del Vomero. L’andamento dei corpi di fabbrica è longitudinale, semplice, appiccicato al terreno di fondazione circoscritta da un portico sottopasso che garantisce l’unità trasversale della zona centrale. Tutti gli edifici allineati tra loro sono orientati alla visuale della collina dei Camaldoli; tra un edificio e l’altro vi sono molti spazi larghi impropriamente utilizzati come punti di accesso e carrabili. Nella zona centrale furono collocati i negozi, e la chiesa altrimenti impensabile altrove occupa lo spazio ad oriente del complesso edilizio, la scuola ed il centro sociale pensati per stare in mezzo, l’immobile destinato alla scuola per i bambini sta ad occidente.


Spazio note

(1) Napoli contributi allo studio della Città, volume III di Carlo Cocchia L’edilizia a Napoli dal 1918 al 1958 40 anni di costruzioni. Prefazione di Luigi Tocchetti a cura della Società per il Risanamento di Napoli nel settantesimo dell’anniversario della sua fondazione. BNN V.F. 299D20 pagg 86. Per la costruzione di questo quartiere, di cui il progetto fu curato da Giulio De Luca, vennero investite 1.000 al mq. Così scritto in: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” TESI DI DOTTORATO Di Barbara Bertoli. GIULIO de LUCA 1912-2004 Sperimentazioni, successi e fallimenti tra razionalismo e organicismo TUTOR: PROF. ARCH. FABIO MANGONE COORDINATORE: PROF. ARCH. FRANCESCO STARACE DOTTORATO IN STORIA DELL’ARCHITETTURA E DELLA CITTÀ XIX CICLO 2003-2006
(2) La Mostra d'Oltremare e Fuorigrotta di Uberto Siola Collana diretta da Giancarlo Alisio Electa Napoli 1990, da pagina 37 a 45; BNN SEZ. NAP VII B 225; e da: Posillipo, Fuorigrotta e Bagnoli. Progetti urbanistici per la Napoli del mito. 1860-1935, di Fabio Mangone e Gemma Belli per la Biblioteca Artistica Napoletana, Arti Grafiche Solimene a Napoli ottobre 2011, alla pagina 58, BNN VII B 79
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