Affreschi di Aniello Falcone a Napoli

Aniello Falcone famoso pittore delle battaglie è stato a Napoli un abile e prolifico disegnatore artefice di numerosi cicli decorativi ad affresco, come il San Giorgio che abbatte il drago coperto da altro dipinto presso la chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi.

Risultati di eccezionale portata artistica, di questo autore sono gli affreschi presso la cappella di Sant'Agata in San Paolo Maggiore ai Tribunali, Storie del Vecchio Testamento, datati 1641-1642, accostati per dolce quanto robusta fondatezza di disegno addirittura alla possente esperienza desunta dalla Battaglia oggi in esposizione al Louvre di Parigi.

Col dipinto testè menzionato i lavori napoletani del Falcone condividono l'efficacia sintesi compiuta nel disegno e nella distribuzione dei colori del Naturalismo e del Classicismo.

I soggetti raffigurati presso San Paolo ai Tribunali sono Boas e Ruth, Abigail e Davide, un Ritorno alla Terra Promessa, ed un Debora e Barac, a rappresentare rispettivamente le quattro virtù: la Benignità, Liberalità, Abbondanza e la Grazia Divina.

Un disegno che ancora oggi si conserva presso la collezione privata Konigh Faschenfeld a Wuttemberg, Due Soldati, rappresenta ciò che di fatto servì per preparare le due figure che si osservano in alto sulla destra dell'affresco di Debora e Barac.


Tutti gli affreschi del Falcone versano in precario stato di conservazione.

Pur tuttavia dello Stanzione e dell'Artemisia Gentileschi che in essi si palpa nella distesa delle forme e negli scorci paesaggistici nulla è perduto.

  • Questo può ad esempio evidenziarsi nel San Giorgio che uccide il drago, un capolavoro d'arte compiuto attorno al 1645, rimasto coperto da oltre tre secoli da un altro dipinto. Un'opera mirabile che centra l'oggetto visivo di un San Giorgio in groppa ad un cavallo immancabilmente bianco, poderoso e giustiziere, e con una lancia nella mano destra del Santo è infilzato ed ucciso il drago che gli sta davanti in una perfezione non generica del giallo e del rosa che dominano la paura e la violenza di tutto il dispositivo ad affresco. A differenza di molte altre opere di questo autore, che hanno subito l'incuria del trascorre degli anni, l'affresco di Forcella, non ha perso la forza del colore alla quale fu affidata a suo tempo l'incisività del pezzo. L'espressione emotiva del contesto lega fortemente con i protagonisti di questa scena. Essi sono il Santo in groppa ad un cavallo impennato, ma molto probabilmente si dovrebbe indicare come bestia imbizzarrita dalla presenza di un'altra bestia feroce al suo cospetto, il drago, qui in questo caso con strana testa di cane ed occhi quasi fuor dalle orbite dal dolore forse della lancia che gli trapassa la gola e sull'angolo a sinistra, fa da movimento analogico, una donna spaventatissima che scappa. I movimenti ce ne sono e ne sono tanti ed abbastanza per creare giusto pathos, e curiosità, la donna che fugge dal colpo violento inferto al drago dal Santo è la stessa figura che poi ispirerà l'autore in altra opera di forti suggestioni stanzionesche, conosciuta come la Scena del Saccheggio.

Altri affreschi del Falcone sono ricordati da Della Ragione presso una villa nobiliare della provincia.

Villa Bisignano, più precisamente, a Barra, dove lascia squisitissimi affreschi di ottima fattura, eseguendo per questi criteri una grande battaglia e Storie di Mosè.

  • In queste opere si sente, c'è scritto sul testo, l'opera persuasiva del Poussin neoveneto del quarto decennio. La decorazione della volta di quella che fu la libreria di Gaspare Roomer e che fino al 2008 è stata sede di un occupante abusivo, è divisa in cinque diversi comparti in cui sono raffigurati, Battaglia tra gli Israeliti ed Amalachiti, l'Attraversamento del Mar Rosso, l'Adorazione del Serpente di Bronzo, Mosè che fa scaturire acqua dalla Roccia, ed infine, il Ritrovamento di Mosè. In queste opere è valso l'uso singolare della tavola cromatica molto ampia e ricercata, dal giallo al violetto, dal bruno al turchese, dal vivo del rosso al lucente del bianco. La Battaglia tra gli Israeliti e gli Amalachiti va preso in considerazione più di ogni altra cosa, in quanto, esso rappresenta il tema dominante della pittura ad affresco del Falcone che non esita ad applicare anche ai dipinti su tela, laddove è evidente, l'ossessione del cavallo rampante, tutta la teoria delle lance che spesso intercettano il fuoco visivo di uno sfondo caratterizzato talvolta da paesaggi tipici ad esempio della regione dei Campi Flegrei. Nell'Attraversamento del Mar Rosso, sempre appartenente al ciclo degli affreschi di Barra, il suggerimento di una pittura vicina alla mano di Poussin è molto delineato, assai marcato, quasi come se l'autore volesse che fosse percepito e laddove veramente lo si percepisce, specie nelle scene concitate di discussioni, nei focosi destrieri e nei bambini spaventati. Altra grande curiosità di questi amabilissimi affreschi, nel 1984, in una battuta d'asta di Christie's a Londra, spuntò un bozzetto preparatore della scena L'Adorazione del Serpente di bronzo, scandita dalla splendida configurazione unitaria di corpi muscolosi e donne che implorano la definizione di un mondo libero dalla schiavitù. Ed a tal proposito, cioè, la configurazione di corpi muscolosi, Ferdinando Bologna attribuisce ad Aniello Falcone un bozzetto preparatore per un San Sebastiano mai rintracciato, forse andato perduto per sempre, oggi al Trafalgar Galleries, esposto per la prima volta in una mostra dedicata a Battistello Caracciolo.

Il bozzetto mostra il corpo nudo di un giovanotto molto palestrato.

E con le mani legate dietro la schiena. Infine, per il Ritrovamento di Mosè nelle acque del fiume Nilo in Egitto.

  • Quest'ultimo è colto nell'espressione delle giovani fanciulle che scoprono la cesta nelle acque, uno sbigottimento ed una certa prontezza nell'occorrere in aiuto. Per questa esperienza i refenti culturali non possono che esser senza ombra di dubbio oltre che il Poussin anche il Lanfranco specie nel dipinto di quest'ultimo conservato al Braunschweig presso lo Herzog Anton Ulrich Museum. Di questa scena è stata battuta ad un'asta di Christie's a Londra un bozzetto preparatorio. Ancora di Aniello falcone sono gli affreschi presso la sacrestia della Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, irrimediabilmente quasi del tutto distrutti dallo sciagurato incendio del 1963, datati tutti 1652, sarebbero stati vera e propria testimonianza artistica della maturità di questo brillante autore. Di questo ciclo si osserva ancora abbastanza visibile un San Michele che scaccia gli Angeli ribelli, Una Veduta d'Assieme, Scene della Vita di Sant'Ignazio, l'Assedio di Pamplona, San Pietro e San Paolo.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Achille della Ragione Aniello Falcone. Opera completa, edizioni Napoli Arte. A Napoli il 21 luglio del 2008 DO 1226014 BNN distribuzione Miscellanea Busta C 448/12 gli affreschi di Aniello Falcone pagina 15 e 16.