Porta Grande ed i Giardini della Reggia

E' una delle porte di accesso ricavata nel 1813 dalla murazione di cinta del bosco di Capodimonte a Napoli, il giardino di caccia dei Borbone realizzato alla fine del Seicento su buona parte dell'omonima collina1.

E' detta Porta Grande per distinguerla dalle altre due porte d'accesso native del parco della Reggia, e cioè Porta Piccola all'apice di via Miano e Porta Bellaria al suo pedice.

Pur se tuttavia, l'ingresso vero e proprio al bosco di Capodimonte va riferito solo e soltanto a Porta di Mezzo. Occupa la prima ed ultima posizione nell'area della Delizia Reale e degli itinerari del bosco.

Oggi è curiosamente nota la situazione inversa che vede l'ingresso al bosco molto più battuto da Porta Piccola lato Colli Aminei.

Porta Grande è detta così perchè nella sua realizzazione ebbe il proposito di sortire il massimo del fuoco visivo del Parco della Reggia, oltre la quale, dunque dovevasi osservare l'angolo della Reggia, lo spianato e la sistemazione tipo monumentale dei giardini della Reggia detti appunto, Giardini dei Principi, gli alti palmizi americani del tardo Ottocento, impiantati sul posto come specie esotica per desiderio capiccioso dei duchi d'Aosta e buona parte della Delizia Reale, ovvero la zona prativa del parco con alti fusti ornamentali ritratti dalla nota incisione del Fergola nel 1835 ed oggi esposta nel Gabinetto disegni e stampe presso la Galleria Nazionale di Capodimonte.

La sontuosità del progetto di Porta Grande ebbe occasione di potersi dire eseguita nel 1819, in occasione della visita a Napoli e quindi al Parco della reggia di Capodimonte dell'imperatore d'Austria, Francesco II. Oggi come allora l'ingresso dava e dà direttamente su una strada a quell'epoca molto più frequentata di oggi e da dove effettivamente è maggiormente scenico l'ingresso del corteo reale. Essa, Porta Grande è aperta sulla strada che serve al borgo di Sant'Antonio al Monte, sulla strada verso i Ponti Rossi, strada questa anch'essa frutto dell'urbanistica francese.

I Giardini della Reggia di Capodimonte.

Sono i Giardini monumentali del Parco della Reggia di Capodimonte, ai limiti della zona boschiva della collina ed originariamente noti col termine di Spianato.

  • Essi costituiscono parte della sistemazione monumentale del piazzale antistante la Reggia chiuso a destra della murazione di cinta che provvede ad accogliere anche l'ingresso al Parco della Reggia. L'attuale configurazione è pressocchè quella dell'epoca nativa del Parco ed è effettivamente l'ultima stratificazione sia nella vegetazione impiantata, sia nella designazione di una sede prativa scenica, che ha definitivamente cancellato la zona un tempo dedita al pascolo, la coltivazione ed il semplice transito delle carrozze per tramite di una strada pubblica che collegava l'apice della salita Capodimonte con la chiesa di Santa Maria della Grazie a Porta Piccola. È invece del 1818 la data di ultimazione dei lavori che videro finalmente concluso il muro di cinta e quindi incluso al parco anche la zona del bosco vero e proprio. La vista della zona prativa del Parco mantiene uniforme la specie cromatica dell'erba che ammanta il piccolo pianoro, offrendo altresì estese aiuole al servizio della socialità dei residenti, aiuole che si dice un tempo fossero state impreziosite da fiori oggi del tutto scomparsi. Le palme presenti in questo settore del Parco sono tardive, impiantate alla fine dell'Ottocento quando alla Reggia vennero ad abitarci i duchi d'Aosta e quando, cioè attorno alle stesse palme venne coltivata e mantenuta in vita una specie molto rara di rosa rossa, oltre ad una impreziosita bordatura di fiori gialli e bianchi lungo i cornicioni delle aiuole. I tipi di palma oggi in vita per l'ornamento dei Giardini dei Principi sono le Palma delle Canarie, la Washinghtonia. I gruppi di palme Phoenix reclinata e Palme nane ed infine poche palme della specie Cycas revoluta, Butia Capitatae Livinstona chinensis. A proteggere la sistemazione prativa del Parco della Reggia sotto via Capodimonte vi è una vegetazione d'alto fusto composta prevalentemente da boschetti di Leccio, di tanto in tanto sostituito da esemplari di Roverella e di Pino, e da un manto vegetale più resistente alle aggressioni del mondo moderno, come le Acace Dealbate e la specie asiatica dei Cedri dell'Himalaya.


Spazio note

Liberamente estratto da: Delpinoa. n.s. 33-34:143-177. 1991-1992 La flora del Parco di Capodimonte di Napoli. documento in PDF rintracciato sulla rete. Di VINCENZO LA VALVA *, CARMINE GUARINO ", ANTONINO DE NATALE ***, VALERIA CUOZZO ***, BRUNO MENALE ". Dipartimento di Biologia, Difesa c Biotecnologie Agro-Forestali. Università della Basilicata, Via N. Sauro, 85 - 85100 Potenza. ** Orto botanico, Facoltà di Scienze, Università degli Studi di Napoli "Federico Il". via Foria, 223 - 80139 Napoli. n* Dipartimento di Biologia Vegetale, Università degli Studi di Napoli "Federico Il", via Foria. 223 - 80139 Napoli. Abstract In this paper is carried on a floristic study of Capodimonte Park. During this work the authors pickcd up and obscrved 399 entitics. Atout 14% of studicd entitis was exotic species introduced iato the park between the late I and early 18'" century. The Capodimonte Park flora has a feable Mediterranean character. Thc relatively clevatcd frequency of Eurasiatic and Widc-distribution species is explalned by the artificiality of piace. Altro contributo da Italo Ferraro, Architettura, Scuola, Città. Scritti 1973-1983 Clean Edizioni Napoli 1984 BNN Distribuzione A9878. Brevi accenni all'area in esame nel secondo e terzo capoverso alle pagine 108 e 109. Altro materiale documentale dalla proprietà del nome a dominio boscodicapodimonte.it Per i Giardini della Reggia segui questo link.