F.E.C. Fondo Edifici di Culto

È il fondo degli Edifici di Culto1, con sigla F.E.C., un istituto di Stato attivo sul territorio per il controllo del patrimonio immobiliare della specie religiosa non più nella disponibilità giuridica della Chiesa di Roma.

Appartengono a questo istituto quindi tutti gli edifici a cui è stato riconosciuto lo status di edificio di culto di grandissimo pregio storico, artistico e culturale ed al medesimo appartengono anche tutto il mobilio che in essi è custodito, gli oggetti complementi d'arredo, i cimeli, i quadri ed altro materiale non inventariato.

Il F.E.C., fu istituito per legge con norma propria facente capo alla numero 222 del 20 maggio 1985, in attuazione agli accordi già pattuiti dalla Repubblica Italiana con la Santa Sede del 1984, a seguito del quale, allo Stato Italiano è stato fatto carico il gravoso onere di conservare, manutentare, e tutelare il patrimonio confluito nel fondo, molti dei quali provenienti a loro volta dal Fondo per il Culto e dal Fondo di beneficenza nella città di Roma e da altre Aziende speciali di Culto, attivate durante le travagliate vicende delle leggi eversive dell'Ottocento2.

In Italia a rappresentare il F.E.C., è il Ministero dell'Interno e lo amministra col solo mezzo del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione-Direzione centrale per l'Amministrazione del Fondo.


Orientamenti sul patrimonio immobiliare del Fondo Edifici di Culto.

Napoli si annoverano quelli iscritti al fondo medesimo il monastero delle Clarisse di Santa Chiara Vergine a Spaccanapoli e la relativa basilica aulare con affaccio diretto su Via Benedetto Croce e piazza del Gesù Nuovo.

  • Ed ancora su questa piazza altro materiale immobiliare è iscritto al Fondo: ed ovvero, la Casa Professa e la chiesa della Trinità Maggiore. Segue lungo il decumano inferiore la basilica gotica di San Domenico Maggiore con ingresso principale su vicoletto San Domenico e l'affaccio del presbiterio sull'omonima piazza. Ed infine, lungo l'asse della Regio Nilensis si ricorda il complesso monastico di San Gregorio Armeno. A Palermo si ricordano la chiesa dell’Ammiraglio o della Martorana; San Domenico, Santa Maria dei Servi e la chiesa del Corpus Domini a Bologna. Sul documento scritto si legge che il fondo si è trovato per questo motivo a gestire sul territorio chiese chiuse poi diversamente destinate son diventate importantissimi aree museali all'interno della quali si conservano opere pittoriche e le sculture autografe o anche solo attribuite ai nomi di Michelangelo Merisi, Guido Reni, Paolo Veneziano, il Caravaggio, Gian Lorenzo Bernini, Domenico Antonio Vaccaro, Cavalier d’Arpino, Tiziano, Bernardino Luini, Francesco Francia; artisti che hanno contribuito all'evoluzione delle fasi storiche proprie dell'arte italiana in Europa. Tra queste importanti aree si ricorda le “Case Romane” sottostanti la Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio a Roma e non a caso identicamente come antica domus romana la moderna destinazione archeologica sotto Santa Chiara amministrata dal personale del Museo dell'Opera di Santa Chiara a Napoli ed anche l'area pertinente al chiostro maiolicato. Si ricorda anche la stupenda sala degli arredi all'interno della Basilica di San Domenico Maggiore. Tra i beni che il Fondo amministra si ricorda anche la foresta di Tarvisio e la biblioteca della Direzione Centrale comprensiva di 400 libri di cui il più giovane fu pubblicato nel 1552. Tra questi libri vi anche la più antica delle guide storiche della città di Napoli edito a Napoli col titolo: Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forastieri date dal canonico Carlo Celano napoletano, divise in dieci giornate. Napoli, 1692. nel 2012 il testo ha compiuto 320 anni d'età. Vi si nota che a Napoli di questo testo vi sono altri due esemplari notevolmente antichi. Uno si trova alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” sezione dei Manoscritti e Rari, Brancacciani F.109 e della Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli (Libri SC.5.3).  Gli edifici di culto confluiti nel fondo medesimo, in tutto 750, se ne citano alcuni di grandissimo interesse storico, artistico e culturale; questi sono per spiccata mole la Basilica di Santa Croce, Santa Maria Novella e San Marco a Firenze; Santa Maria in Aracoeli, Santa Maria del Popolo, Santa Maria della Vittoria, Sant'Ignazio, Santa Maria Nova o Santa Francesca Romana, Santa Maria Sopra Minerva, Sant'Andrea della Valle, la Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio a Roma; Abbazia di Farfa a Fara Sabina e quella di Praglia a Teolo.


Spazio note

(1) SAN GREGORIO ARMENO Storia, architettura, arte e tradizioni a cura di Nicola Spinosa, Aldo Pinto e Adriana Valerio fotografie di Luciano Pedicini Fridericiana Editrice Universitaria edizione italiana Maggio 2013
(2) LEGGE 20 maggio 1985, n. 222 Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi. (GU n.129 del 3-6-1985 - Suppl. Ordinario ) Vedi la legge.