La retrostanza e la Sala Don Chisciotte.

E' la Sala Don Chisciotte è la ventiquattresima stanza musealizzata all'interno dell'appartamento storico di Palazzo Reale a piazza del Plebiscito di Napoli1.

La don Chisciotte è la ventiquattresima stanza.
Ma la ventitreesima stanza in vero è la retrostanza azzurra subito successiva al Salone d'Ercole, con esposte sei tele di Francesco Celebrano ritraenti in serie il tema delle Stagioni ed il lavoro nei campi quasi sicuramente proveniente dalla reggia di Carditello.


Alle pareti stanno appoggiati mobili dell'Ottocento napoletano in stile neobarocco, al centro della retrostanza un leggio mobile appartenuto alla biblioteca privata della regina Maria Carolina, 1792. Più che un semplice leggio, si tratta in vero di una di quelle macchine mobili per poter leggere più volumi semplicemente facendo scorrere i piani pensili all'altezza desiderata rispetto allo scrittoio su cui si restava appoggiati. Per quanto riguarda la sala don Chisciotte nella retrostanza di questa sono esposte esattamente 19 tele preparatorie che servino ai maestri arazzieri di tessere su stoffa pregiata le Storie di Don Chisciotte.


Il paramento della serie di arazzi Gobelins anni Trenta del Settecento.

Fu un investimento privato del re e fu completato su tessuto dai maestri della Real Fabbrica di Napoli tra il 1758 ed il 1779.

  • Gli arazzi debbono considerarsi oltre che delle opere d'arte ma anche veri e propri testimoni vivi della fantasia francese di raccontare storie coi riflessi cangianti; il soggetto di queste opere è fantasioso e un po' burlesco, sortito con l'effetto rococò francese da parte di pittori però del posto, come ad esempio, Il soggetto, fantasioso il tenerissimo Don Chisciotte benedetto cavaliere dall'oste opera di Giuseppe Bonito non dopo il 1789 e l'altro arazzo di contenuto suggestivo che racconta Sancio lanciato in alto su un lenzuolo; nella redazione del pezzo su tessuto la scena che occupa il centro dell'arazzo proprio come sul cartone ad olio che ne ha preparato la realizzazione è circondata da una fastosa bella e corposa cornice di festoni e fiori. I mobili sono della corte napoletana del primo quindicennio Diciannovesimo secolo. Sulle consoles due vasi di porcellana Sèvres con decorazioni a firma Etienne Le Guay, 1822, ritraenti le Allegorie della Musica e la Danza. E sempre al centro di questa sala un centrotavola ad alzata francese, tutto quanto in porcellana e bronzo dorato, di stile eclettico, un dono del Comune di Napoli a Ferdinando II in occasione delle feste promulgate per la concessa Costituzione del 1848. Alla base del pezzo placchette dipinte da Raffale Giovine, con il ritratto delle tre regge borboniche di Napoli, Capodimonte e Caserta.


Spazio note

(1) La retrostanza e la Sala Don Chisciotte. Guida alle Sale dell'appartamento storico di Palazzo Reale a cura del Servizio Educativo della Sopraintendenza B.A.P.S.A.E. di Napoli e Provincia.