Il Salone d'Ercole

Si tratta della ventiduesima stanza musealizzata all'interno dell'appartamento storico di palazzo Reale a piazza del Plebiscito di Napoli. La ventunesima sala è rappresentata dalla galleria con affaccio sul cortile delle carrozze1.
Per questo ambiente, cioè per la galleria sul cortile delle carrozze si segnalano le specchiature tra le lese neoclassiche ed un mobilio di corte bianco e oro del Settecento, mentre le poltroncine sono di età napoleonica.


E' così chiamato Salone d'Ercole poiché durante il corso dell'Ottocento la stanza fu allestita con copie di gesso delle sculture appartenenti al museo Farnesiano, e primariamente perchè in esso venne collocato l'Ercole Farnesiano oggi in esposizione permanente al Museo Archeologico Nazionale nel crocevia tra le zone di San Potito, Caponapoli, il piccolo borgo delle CavaioleStella e Santa Teresa.

La stessa opera vale ricordare che nel Seicento si trovava presso la sala del Vicerè, ove vi erano esposti anche tutti i dipinti di Massimo Stazione e Paolo De Matteis.


Durante il Regno borbonico la stanza fu attrezzata per ricevimenti e sala da ballo. 

Pur tuttavia ornata alla stessa maniera di come la si osserva oggi e cioè con una serie di arazzi della Real Fabbrica delle Pietre dure di Napoli.

  • Più in particolare si segnala l'arazzo di Pietro Duranti, ritraente, su disegno di Fedele Fischetti, le Storie di Amore e Psiche. È questo un tema tratto dalla favola di Apuleio, ripreso ogni volta dai maestri arazzieri e qui in questo caso è stata trattata per sortire il giusto effetto tardo rococò, e causa una semplice composizione entro un quadro figurato con una certa tensione all'uso di un sol colore, può dirsi voluto anche un certo effetto neoclassico. Al centro del salone un tappeto è svolto maestoso con partiti e decorazioni vegetali ed animali attorno alle ”quattro parti del mondo e le insegne di Francia e Navarra, manifattura francese, seconda metà del XVII secolo onorato di una recensione nell'inventario dei mobili di Luigi XIV. La sistemazione dei mobilio in generale è stata realizzata per catalizzare l'attenzione del visitatore sull'orologio con Atlante che regge il globo terrestre, opera di Thuret con cassa di Andrè Boulle e sul lato opposto un enorme vaso con imboccatura molto larga e delle anse molto piccole, splende per una preziosa porcellana di Sèvres ed un vivido color verde cromo ed una vignetta racconta Omero tra i maestri vasai di Samo; la vignetta è di Antoine Beranger ed il vaso è un dono fatto a Francesco I nel 1830.


Spazio note

(1) Appartamento privato della regina Amalia. Guida alle Sale dell'appartamento storico di Palazzo Reale a cura del Servizio Educativo della Sopraintendenza B.A.P.S.A.E. di Napoli e Provincia.