Sala del Gran Capitano Palazzo Reale

È detta Sala del Gran Capitano1 l'undicesima sala musealizzata all'interno del percorso guidato lungo l'ambulacro di Palazzo Reale.

Ma è anche la sala che nell'appartamento storico della Reggia di piazza Plebiscito succede alla sala di Maria Cristina di Savoia o più precisamente all'annesso Oratorio.

È detta così per l'affresco che centra la volta del padiglione ritraente gli episodi salienti della conquista della città di Napoli da parte di Consalvo de Cordova, detto il Gran Capitano.

Vale anzitutto ricordare l'artista che operò questo affresco di sala, Giovan Battista Caracciolo, alias il Battistello, attivo soprattutto a Napoli fino al 1635.

L'affresco è stato prodotto su committenza probabilmente del vicerè spagnolo, Fernando conte di Lemos ed è stato prodotto riferendosi alle scene raccontate nell'edizione libraria di G. B. Cantalicio del 1607.

Le suggestioni storiche della conquista militare della città da parte del Gran Capitano sono raccontate amabilmente in un unico ambiente affrescato ma anche attentamente sezionato per tappa storica. Infatti, nello scomparto al centro del soffitto abbiamo il Gran Capitano che sottomessa la Calabria, muove battaglia contro i Francesi acquartierati a Barletta descritta quest'ultima operazione nella parete a Nord.


L'affresco di questa sala indica la forza espressiva del Battistello.

Molto rovinato poco leggibile, ma comunque abbastanza da comprendere nella parte ad ovest nell'affresco abbiamo la scena del Gran Capitano che duella contro il capitano francese La Palisse.

  • Sulla parete sud vi è ancora una bella porzione d'affresco che racconta la scena del Gran Capitano che riceve gli ambasciatori napoletani e le chiavi della citttà ed infine sulla parete ad est la scena del Gran Capitano che entra trionfante a Napoli e lo si vede entrare dalla porta al centro delle due torri merlate che hanno da sempre caratterizzato la zona di Porta Capuana. Battistello Caracciolo fu un egregio seguace del Caravaggio e qui in quest'esperienza d'arte autoriproduce se stesso nello scompartimento di centro dell'affresco tra gli ambasciatori. Va anche ricordata l'abitudine, poco accademica ma pur sempre proficua di opere d'arte di valore universalmente riconosciuto, dell'artista di usare i toni della pittura naturalistica nel fermo proposito di rendere il prodotto monumentale e per farlo, l'artista però pecca, pecca molto d'ispirazione per niente meridionale, affidandosi alla sola forza espressiva delle pitture di battaglie usate piuttosto dal manierismo toscano e genovese non oltre nonostante l'artista fosse stato anche per molto tempo a stretto contatto col genio di Caravaggio. Durante il Settecento la sala fu usata come boudoir ed è proprio a questa funzione che fa riferimento la sistemazione del mobilio di legno pregiato, con consoles e divani intagliati secondo lo stile Luigi XVI diffuso per le corti d'Europa dall'inesauribile fonte d'ispirazione che fu Luigi Vanvitelli. Invece i dipinti provengono dalla collezione farnesiana di Capodimonte, ereditata da Carlo di Borbone e solo e soltanto in parte destinata ad onorare le ricchezze della reggia delle colline. Si segnala in questa sala il dipinto di Pier Luigi Farnese, si crede opera di Tiziano Vecellio, ma da altri studi condotti è stato attriuito alla scuola del Salviati, mentre la serie degli Epigrammi figurati sui Proverbi dei Filosofi sarebbero di Otto Van Veen. L'unico arazzo di sala proviene dalla Stanza del Belvedere, ovvero l'antica camera da letto di Ferdinando IV di Borbone purtroppo oggi non più esistente, perchè fatta abbattere nel corso dell'Ottocento. L'arazzo infatti fa parte del cosiddetto: paramento delle Virtù Coniugali, tessuto in lana, seta e fili d'argento e dorato nel 1766 dalle mani esperte e congiunte dei maestri Luigi Vanvitelli e Ferdinado Fuga, a quel tempo già all'opera nell'allestire il Teatrino di Corte. Il cartone preparatorio di questo arazzo fu opera di Francesco De Mura, il suo soggetto è l'Allegoria della Castità.


Spazio note

(1) A cura del Servizio Educativo della Sopraintendenza B.A.P.S.A.E. di Napoli e Provincia.