Episodi 7 e 8 di Gomorra La Serie 2

E' una dichiarazione lasciata da un collaboratore di giustizia al pm antimafia in sede di dichiarazioni rese spontanee circa gli aspetti inquietanti della vita criminale del cartello camorrista attivo nel territorio circostante le Vele di Scampia e che grazie alla pervasività dello storytelling per la pay tv, in Gomorra La Serie, tutti seppero esser il clan di Paolo Di Lauro direzionalmente ospitato presso il rione Monterosa a Secondigliano.
Verosimile si diffuse l'apprensione che il pubblico di Gomorra, specie quello giovane sarebbe stato condizionato nello scegliere tra i propri modelli i protagonisti della sopraffazione e del potere suggeriti dalla fiction. Preoccupazione questa fondata sulla presunzione che per raggiungere l'obiettivo della capillarità il prodotto Gomorra non avrebbe esistato a sfruttare l'efficacia della comunicazione insistendo sugli aspetti della vita culturale più semplici da intuire come facili da realizzare; soldi, belle donne, rispetto assoluto, ammirazione femminile di sé, e cosa di non poco conto, la consorteria degli amici, presumibilmente fidati e per la pelle, da desiderare sempre accanto e di fatto presenti sullo sfondo di queste storie per sortire il senso logico dei fatti che li stanno travolgendo.
Più complicato fu, invece, realizzare il proposito di base del prodotto Gomorra: tramettere il messaggio vero e proprio, quello che sta nascosto nelle pieghe del racconto, ovvero che, il dominio assoluto di camorra, non esiste.
Il posto numero uno in questi ambienti è destinato a restare vacante sempre per il prossimo a venire, alla stessa maniera di quanto dichiarato da Maurizio Prestieri, collaboratore di giustizia, che nel descrivere quanto fosse vera la condizione di stato di precarietà assoluta dei numeri uno nei sistemi della malavita, a proposito del suo amico di sempre, Paolo Di Lauro, disse che dei suoi dieci figli ebbe in pensiero di metterli a capo di tutte le generazioni di narcos a venire, ed invece, in parte morti ed in parte carcerati nessuno dei sette che rimasero coinvolti nella presa del potere criminale ha davvero realizzato questo proposito.
La morte di O' Principe di Gomorra, gli episodi 7 ed 8 ed il sistema delle protezioni.
Questa espressione è coincisa con tutti i fatti che son stati raccontati con metodo fiction tipo storytelling nell'episodio 7 e 8 di Gomorra La Serie2.
- Dagli episodi 7 ed 8 di Gomorra La Serie2, dunque, perdono la vita e quindi escono di scena Antonio Folletto, alias O' Principe e Lino Musella nella fiction Rosario O' Nano, fratelli di cuore tutti e due di noti boss presenti sul set; il primo, amico fraterno di Totò O' Mulatto, interpretato da Luca Gallone, ed il secondo, l'inseparabile di Ciro, l'Immortale di Gomorra. La morte di Gabriele O' Principe, il personaggio interpretato da Antonio Folletto è l'esempio classico di come possa concludersi logicamente l'esistenza di un uomo esasperato dalla propria condizione sociale giunta alla sua massima espressione di potere congiunto a ricchezze personali, oltre le quali, non si ipotizzano altri livelli di sostenibilità. La figura dell'attore incarna il profilo di boss della camorra realmente esistente, paradigma della vita criminale di molti componenti malavitosi a qualsiasi clan e a qualsivoglia organizzazioni essi appartengano. È tipico di questa specie di criminali, infatti, circondarsi di sfarzi vari, tra i quali, è contemplata pure la detenzione in casa, sulle terrazze a farne sfoggio, di specie animali molto rare, possibilmente aggressive, inavvicinabili, quasi, una naturalissima estensione anatomica del proprio sé, salvo scegliere taglie meno vistose, come serpenti, da adottare alla vita da latitante nelle soffitte di case di campagna. L'occasione di uccidere Gabriele O' Principe è colta dallo staff di Gomorra La Serie2 per introdurre nello storytelling della seconda stagione, il concetto criminale relativo al cosiddetto sistema delle protezioni, ovvero, la possibilità per i gregari minori in affari e che non appartengono ad un clan vero e proprio e che si trovino nelle condizioni di non poterne fondare uno, di comprarsi i favori e la protezione di un capo-clan già esistente sul territorio, ed attivare le dovute tutele del patrimonio da applicare anche agli affari. Questo aspetto non è mai stato realmente approfondito nelle indagini occorse dalla magistratura inquirente, né è mai stato studiato come fenomeno da parte degli studiosi del tema, che tra l'altro, non lo hanno mai intercettato né individuato nelle varie dichiarazioni rese dai pentiti. Sembrerebbe però davvero un ritorno delle vecchia ideologia del diritto feudale di campagna, il medesimo che fonda il sistema stesso della malavita in generale, ritorcendo sull'attività in essere un'estorsione. Cioè scegliere l'offerta in cambio di protezione come capita in epoca moderna per i negozianti, gli imprenditori. Un'importantissima fonte di reddito per gli estorsori ma anche di controllo delle attività sul territorio da parte della malavita. È semplicemente terribile questa situazione mai emersa nelle indagini. Gabriele O' Principe si ostinava a non godere della protezione di nessuno forte della convinzione che nessuno gli avrebbe torto un solo capello per il semplice fatto che il suo modo di lavorare moltiplicava fino a quattro volte tanto il guadagno per le cosche. Nella realtà di tutti i giorni, specie nel microcosmo criminale, le cose stanno diversamente. Un malavitoso che fa tanti soldi, e che conduce una vita lussuosa certo non passa inosservato ed anche per lui scatta l'applicazione dell'estorsione, suggeritagli come fonte di protezione per i propri affari; forse tutti accettano e quasi sicuramente tutti negano per non abbassarsi a confessare la propria impotenza2.
Il sogno di Gomorra.
Più intriso invece di domestico languore è il copione affidato a Luigi Musella e alla sua parte di boss col nomignolo di O' Nano.
- Un reduce di Gomorra la prima stagione. Il momento culmine di tutta la sua bravura da artista è la confessione fatta a Teresa, sua moglie, di un fatto tragico di cui non è testimone, suo malgrado, ma di cui è sicuro sia capitato alla donna del suo migliore amico, quella Deborah di Ciro, l'Immortale, da questi uccisa, nel primo episodio di Gomorra La Serie2, perchè diventata riottosa ai cambiamenti e peggio ancora perchè minacciava addirittura di creare uno stop alla crescita del potere criminale del marito. O' Nano ha soddisfatto in questi pochi minuti di recita quasi tutti quanti i criteri che rendono l'attore un artista; con tutte le tumefazioni visibili sul volto subite dalla punizione ricevuta per un torto commesso a difesa di un onore che gli ha fregato il posto più vicino al santo, riesce a trasmettere in pieno con la mimica che gli rimane la grave responsabilità di un passato inglorioso da condividere con la moglie che non aspettava altro che trovarsi fuori dalle rogne; visibilmente a disagio in una camera da mare di un luogo sconosciuto, con impareggiabile pathos, prende coscienza davanti ad una tazzina da caffè di quanto sia stato ingenuo a credere suo migliore amico uno che non ha esitato ad uccidere la madre di sua figlia pur di non fermarsi nell'ascesa verso il dominio di camorra e che ora lo vedeva coinvolto in un ridicolo tentativo di salvargli la vita dalla cosca che lo voleva morto lasciandolo semi nascosto in un ritiro marittimo da solo, e l'impiccio di dover badare pure alla moglie e alla figlia. I luoghi, le persone, le cose, il trucco della finzione tutto è filato liscio per creare una situazione in fondo vera. Inseguire il sogno di Gomorra ti lascia solo con te stesso, non perchè Gomorra crea l'illusione, ma perchè con Gomorra emerge l'ambiguità di ciò che si desidera. Gomorra ha disegnato il male che non sta attorno agli attori, ma dentro i personaggi quelli veri. Il messaggio è chiaro: sintetizzare in così poco il destino di chiunque nella vita si trova ad esser il numero uno, ed ovvero, il continuo avvicendamento di chi si trova nella condizione di vivere un momento di potere assoluto.
Spazio note
(1) Altre fonti su quest'argomento. Vai alla nota(2) R. MINNA, Le radici del potere criminale mafioso, in Id., Breve storia della mafia, Collana Universale, Roma, Editori Riuniti, 1984, p. 1 Nota a piè di pagina in: Università di Gent Facoltà di Lettere e Filosofia Anno Accademico 2013 - 2014 , Raccontare è resistere. L’impatto di Gomorra sull’opinione pubblica. Masterproef voorgedragen tot het behalen van de graad ‘Master in de Vergelijkende Moderne Letterkunde’. Yanna Buyck Relatore: Prof. Dr. Mara Santi .
Categorie delle Guide
- archivi, fondi e biblioteche
- articoli di storia locale
- bosco di Capodimonte
- cappelle napoletane
- chiese chiuse di Napoli
- chiese di Napoli
- cimiteri di Napoli
- conventi e monasteri di Napoli
- musei e gallerie di Napoli
- Non Categorizzate
- opere d'arte napoletana
- palazzi e case storiche di Napoli
- palazzi moderni di Napoli
- palazzo Reale di Napoli
- rioni, quartieri e zone di Napoli
- teatri di Napoli
- territorio e archeologia
- tombe e sepolcri a Napoli
- vie e piazze del centro di Napoli
- ville della cittĂ di Napoli
- ville della Provincia di Napoli
- Visite Guidate
- zona Mostra
Strutture sponsorizzate
Aggiungi la tua struttura

Lista dei desideri
La tua lista dei desideri è vuota