La Saletta Neoclassica a palazzo Reale

La cosiddetta Saletta neoclassica è un ambiente musealizzato1 all'interno dell'appartamento storico di palazzo Reale in piazza Plebiscito a Napoli, una componente del percorso guidato alle sale nel sistema generale dei servizi dedicati al ricercatore di storia dell'arte, alla classe studentesca ed in generale al turista interessato alle visite guidate. 
Anticipa l'ingresso alla Seconda Aanticamera e ne posticipa lungo l'ambulacro l'uscita dalla Prima Anticamera ed in effetti è stata studiata per introdurre la medesima sia alla Sala del Trono sia alla Terza Anticamera.

L'ambiente è molto piccolo, disegnato e sistemato da Gaetano Genovese, l'architetto amabile che ha molto contribuito a ridisegnare quasi tutto il percorso museale di palazzo Reale.

Nella saletta neoclassica vi è una nicchia a forma di esedra occupata da una statua in marmo del maestro Giovanni De Crescenzo, firmata Giovanni De Crescenzo e datata 1841, raffigurante una Ninfa Alata
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Mentre alle pareti della saletta vi sono due tele che ritraggono Scene di sponsali.

Scene, queste, a loro volta, estratte dai documenti ufficiali sul matrimonio celebrato all'interno della Cappella Reale il 12 agosto del 1790.

  • Mese, giorno ed anno in cui avvenne il matrimonio tra le principessine Maria Teresa e Maria Luisa coi cugini austriaci, rappresentati per procura da Francesco di Borbone. Interessanti testimonianze di due ambienti di palazzo Reale che hanno subito serie trasformazioni alle pareti, vi sono due dipinti di pittori di corte che ricordano l'esatta configurazione di questi due ambienti e lo hanno fatto ritraendo scene degli sponsali di matrimoni illustrissimi celebrati nella Cappella dell'Assunta di Palazzo Reale il 12 agosto 1790, delle principesse Maria Teresa e Maria Luisa con i cugini austriaci, rappresentati per procura da Francesco di Borbone. Infine, sulla parete c'è scritto sul documento, alla regina austriaca Maria Isabella, moglie di Ferdinando II di Borbone, appartennero ” … le romantiche tempere su carta di Hartinger e Petter”.   


Seconda anticamera di Palazzo Reale.

E' una bellissima stanza musealizzata con decorazioni dell'età viceregnale spagnola napoletana, quasi un'amabilissima quanto dolcissima dedica a re Alfonso d'Aragona.

  • Di re Alfonso d'Aragona lo ricordiamo brevemente è esposta una statua che lo ritrae tra le tante statue della Reggia installate sulla facciata principale di Palazzo Reale prospiscinte piazza Plebiscito opera, la statua di re Alfonso, di Achille d'Orsi. L'intero complesso di decorazione della seconda anticamera quindi è una produzione del genio artistico di Belisario Corenzio, attivo a Napoli fino al 1640, pur se tuttavia molta buona parte delle opere esposte sul soffitto dell'anticamera è attribuibile più alla sua bottega. Il complesso delle decorazioni di soffitto nella sala raccontano rispettivamente nei comparti: Re Alfonso che entra a Napoli , le Cure per le arti e per le lettere, la Sottomissione della città di Genova e la Consegna ad Alfonso il Magnanimo del Toson d'Oro. Alle pareti dell'anticamera vi sono anche importantissimi lavori della pittura del Seicento, ed in particolare, la tela dell'atellano Massimo Stazione, uno dei principali rappresentanti della pittura caravvaggesca insediata nella pittura barocca napoletana. L'opera ritrae la Vestizione di Sant'Aspreno, santo molto amato anche questo come San Gennaro dalla storia artistica di questa città che gli dedica l'omonima cappella al Duomo di Napoli. Per chiudere, l'anticamera è arredata di consoles produzione locale con datazione approssimativa 1780, specchiere e poltrone del Diciannovesimo Secolo, una serie di vasi, orologi e candelabri del bronzista francese P. Philippe Thomire ed infine tutti gli altri oggetti d'arredo stile Impero portati nella Reggia dalla famiglia Murat, mentre i vasi di porcellana cinese furono un dono dello Zar Nicola I a Ferdinando di Borbone.


Spazio note

(1) A cura del Servizio Educativo della Sopraintendenza B.A.P.S.A.E., di Napoli e Provincia.